Se cinque anni fa ci avessero detto che nel giro di poco tempo il titolo di punta di Blizzard sarebbe diventato un gioco di carte, saremmo scoppiati a ridere. Al cambiamento affrontato in questo periodo dalla storica software house abbiamo già dedicato un approfondimento un paio di mesi fa, ma il successo di Hearthstone è così grande da coglierci sempre un po' spaesati quando torniamo a riflettere sull'argomento. Per questo motivo, approfittando dell'uscita della nuova espansione Sussurri degli Dei Antichi, abbiamo deciso d'interrogarci su cosa ci sia alla base dello straordinario seguito di cui può ormai godere Hearthstone. Nel farlo, abbiamo individuato quelli che a nostro avviso sono le ragioni principali: scopriamole insieme.
I motivi, secondo noi, per cui Hearthstone ha avuto successo: ne volete aggiungere altri?
Immediato e ovunque
Il punto da cui bisogna partire per capire il successo di Hearthstone è la sua accessibilità. Sono pochi altri i giochi che sono riusciti a rappresentare così alla perfezione il modo di dire "facile da imparare, difficile da padroneggiare", grazie a delle dinamiche che sono sicuramente semplici da capire, ma che allo stesso tempo richiedono una certa pratica per essere affrontate a certi livelli.
Il set di regole può essere riassunto sulle dita di una mano e, salvo rarissime eccezioni, le caratteristiche delle carte sono sempre chiare. Un aspetto da non sottovalutare per capire come Hearthstone sia riuscito a catturare anche chi in precedenza era a digiuno di titoli appartenenti al suo stesso genere. Il paragone d'obbligo, in questo caso, è quello con Magic: sono storicamente molti i neofiti dei card game spaventati dalla creatura di Wizards of the Coast, per molti migliore di Hearthstone ma allo stesso tempo più difficile da assimilare nelle sue meccaniche per chi non ha mai visto un gioco di carte. Oltre che nel suo funzionamento, Hearthstone fa dell'accessibilità un fiore all'occhiello anche in termini strettamente pratici: l'applicazione è a portata di un download in pochi minuti sia su PC che su dispositivi portatili, fornendo un'esperienza di gioco praticamente identica su ogni dispositivo per il quale il gioco è disponibile. Perfino sugli schermi ridotti degli smartphone, Blizzard è riuscita a fare un'ottimo lavoro, realizzando un'interfaccia in grado di far rimpiangere in rarissime occasioni i display più grandi di cui sono dotati tablet e PC. Tutto questo va a combinarsi col tempo di una singola partita, pari al massimo a una decina di minuti, permettendo di giocare una sfida al volo in qualsiasi momento della giornata.
Gratis e divertente
A differenza di altri giochi di carte, Hearthstone permette d'iniziare a giocare sin da subito, dando al giocatore la possibilità di contare virtualmente su tutte le carte presenti nella collezione messa a punto dagli sviluppatori.
Certo, il modello di business è sempre quello dei card game e quindi c'è sempre un pizzico di pay-to-win a favorire chi allenta i cordoni della borsa per comprare buste su buste. Se non si freme dalla voglia di avere subito quella specifica carta, con un po' di pazienza si riescono però a ottenere buoni risultati anche senza spendere. Il supporto di Internet, da questo punto di vista, è fondamentale: si hanno sempre a portata di mano mazzi in grado di farsi valere nel meta corrente, talvolta studiati per avere appositamente un costo ridotto con un numero davvero esiguo di carte leggendarie al loro interno. Con cinquanta milioni di utenti registrati, si può stare certi che la community sia sempre in fermento, ma del resto Hearthstone va ormai ben oltre l'essere un semplice gioco di carte. Come altri titoli che dominano il mondo degli eSport, anche il gioco di Blizzard può contare su una forte spettacolarizzazione, in cui lo show va in onda tutti i giorni su Twitch. Da queste parti, Hearthstone appare ormai saldamente in testa ai giochi più trasmessi dagli streamer, guardati da migliaia di persone che tentano di carpirne i segreti per scalare l'agguerritissima ladder. Quest'ultima poi è una vera e propria droga: raccogliere le tre vittorie consecutive vuole spesso dire proseguire a oltranza finché non sopraggiunge una sconfitta, anche a costo di fare le 3:00 di notte con la sveglia puntata presto la mattina seguente.
Aggiorniamo i numeri
Secondo i dati pubblicati da Activision nel report del risultato fiscale di ieri, Hearthstone conta oltre 50 milioni di giocatori registrati. 10 milioni in più rispetto a novembre 2015, con un effetto più che tangibile per l'espansione Sussurri degli Dei Antichi arrivata pochi giorni fa. Grazie alla possibilità di prenotare le buste dedicate a C'Thun e soci, Hearthstone ha visto un incremento del 20% nei ricavi rispetto al quarto precedente, ma probabilmente il meglio deve ancora arrivare. L'effetto delle espansioni, del resto, non è una novità: basti pensare alle cifre pubblicate dall'analista Joost van Dreunen, secondo il quale l'avventura La maledizione di Naxxramas permise a suo tempo di aumentare i ricavi dell'80%. In quel caso si passava da 10 a 18 milioni, e il gioco non era neanche disponibile per mobile. Le stime attuali vedono un incremento nei ricavi tra il 50 e il 60% nei primi tre mesi dopo l'uscita di Sussurri degli Dei Antichi, ma grazie all'introduzione del formato Standard non ci stupiremmo di veder decollare ancora di più l'attuale base di ricavi, stimata in almeno 20 milioni di dollari al mese.
Vecchie conoscenze
Anche se lo abbiamo lasciato per ultimo, il vero motivo per il quale crediamo che gran parte dei giocatori adori così tanto Hearthstone è l'universo di Warcraft. Un'eredità pesante per un gioco all'apparenza lontano dall'ambientazione dei vecchi strategici e da World of Warcraft, che Blizzard ha saputo concentrare con grandissima abilità per far vivere un'ennesima nuova giovinezza a umani e orchi.
Tutto quanto in Hearthstone è pensato per omaggiare la grandezza dell'universo di Warcraft, a partire dalla divisione dei mazzi con l'uso delle classi del gioco di ruolo online e dei nomi di alcuni degli eroi più famosi di Alleanza e Orda. Ma le protagoniste sono ovviamente le carte. Le loro illustrazioni, sempre bellissime, mantengono viva la tradizione di Blizzard di estrema cura dell'aspetto visivo delle sue opere, combinandosi con ottime animazioni e un doppiaggio impeccabile, anche in versione italiana. Anche in questo caso, sono le vecchie conoscenze a fare il resto, al punto che diventa impossibile non affezionarsi immediatamente a carte come Ragnaros e Sylvanas Ventolesto, così come è stato amore a prima vista per i nuovi arrivati C'Thun e Yogg-Saron. Perfino gli amati/odiati murloc riescono a rendersi simpatici: alzi la mano chi non ha mai provato un mazzo a tema. Nel nostro cuore, però, resterà per sempre Leeroy Jenkins. Non crediamo di esagerare nel dire che nella carta da 5 mana risiede l'emblema della genialità con cui Blizzard ha messo a punto Hearthstone, trasformando un leggendario meme appartenuto per anni a World of Warcraft in un elemento attivo del gioco di carte. Aver realmente affrontato dieci e passa anni fa i Bastioni di Roccianera Superiori di World of Warcraft - luogo dove Leeroy Jenkins stupì il mondo con le sue gesta - dà a questa carta un gusto tutto particolare ogni volta che la si gioca.