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Il ritorno di un classico

Dragon Quest VII non è mai arrivato in Europa, fino ad ora, ma la versione per Nintendo 3DS uscirà a breve, e noi l'abbiamo provata un'ultima volta prima della recensione

PROVATO di Aligi Comandini   —   05/09/2016

Per tutti gli amanti dei JRPG, il rifugio più sereno e accogliente di questa generazione non è PlayStation 4, né Wii U, né Xbox One. Persino il PC va lasciato fuori, nonostante un rinnovato interesse degli sviluppatori nipponici abbia portato vari giochi del genere di un certo tenore sui suoi schermi.

Il ritorno di un classico

No, i tasti più morbidi per le mani di un amante dei giochi di ruolo Made in Japan sono quelli del 3DS, che tra SRPG di gran classe come gli ultimi Fire Emblem e vari titoli ispirati ai grandi classici, si è trasformato in un verde pascolo in cui sbocciano fiori fatti di statistiche, status elementali e capigliature puntute. Basta poi unire a tutto ciò la passione della terra del Sol Levante per il gaming portatile, e si spiega con facilità il perché di tanto ben di dio da parte di compagnie come Square Enix e Nintendo quando si parla di questi titoli. D'altronde è proprio il rinnovato focus sui JRPG ad aver recentemente spinto le due case verso il recupero di un gioco mostruosamente noto in Giappone e mai arrivato nelle lande europee. Parliamo di Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato, da noi testato per un'ultima volta negli uffici di Nintendo prima dell'imminente uscita. Oggi dunque vi diremo a grandi linee cosa offre questo remake per Nintendo 3DS, e se effettivamente vale la pena di aspettarsi una recensione estatica.

Un grande classico dei JRPG approda su Nintendo 3DS: quanto è cambiato in questi anni?

Un'esperienza lunga

Partiamo da un paio di fatti interessanti che riguardano questo Dragon Quest; si tratta dopotutto di uno dei capisaldi del genere quando si parla di meccaniche e complessità, ma al contempo viene visto come un titolo estremamente inaccessibile per coloro che non sono abituati ai JRPG, per via della sua enormità ed estenuante lentezza nelle fasi iniziali.

Il ritorno di un classico

Enix (non ancora fusa con Square ai tempi), dovette vedersela con il CD-Rom all'epoca, ma non aveva grande esperienza nella programmazione 3D; scelse pertanto di sviluppare un titolo sempre in 2D, ma dai contenuti mostruosi. Dragon Quest VII divenne di conseguenza uno dei JRPG più longevi della storia, seppur piagato da alcuni elementi (ai tempi perfettamente sensati) oggi molto difficili da digerire. Una mancanza di intuitività e ritmo che molti veterani probabilmente non ricordano più, e che ha spinto gli sviluppatori di ArtePiazza a ritoccare il gioco in modo da farlo risultare più simile alla visione "nostalgica" dei suoi vecchi fan. L'intervento primario è stato appunto sulle prime ore, adesso molto più godibili e divertenti grazie all'inserimento di più battaglie e a un avanzamento più sensato della narrazione (non indimenticabile, ma ricca di coloriti personaggi). Insomma, il team ha voluto limitare il noiosissimo grinding di certe fasi, eliminare varie fetch quest e battaglie ripetute, e facilitare il ritrovamento dei frammenti con un comodo amuleto, che brilla quando questi sono nelle vicinanze. Attenzione, per chi non lo sapesse (o non lo avesse letto nelle nostre anteprime precedenti) i frammenti delle tavolette sono oggetti attorno a cui gira tutta la storia, spesso non facili da trovare. L'aggiunta di una sorta di "radar" a loro dedicato rende la campagna ben più facile da gestire per chi non sa arrabattarsi tra le mappe, ma al contempo non esagera nel tenere la mano al giocatore.

Frammenti e mostri

L'aggiunta dell'indicatore per i frammenti primari era già nota, eppure è particolarmente significativa anche per via di alcune novità legate a frammenti extra e alle fasi avanzate del gioco.

Il ritorno di un classico
Il ritorno di un classico

Dragon Quest VII contiene infatti anche dei frammenti bonus oltre a quelli correlati alla storia principale, che se raccolti sbloccano nuovi dungeon e mondi (o meglio, "strutturalmente" nuovi, rifacendosi stilisticamente a quelli già visti) con boss potenziati, armi e armature poderose, e varie altre chicche. Questi contenuti sono stati inseriti allo scopo di facilitare lo sviluppo delle classi durante l'avventura, visto che questo Dragon Quest permette, dopo un bel po' di ore, di sbloccare professioni per i suoi eroi, tra cui anche delle Classi Mostro o dei mostri addestrabili tramite un edificio chiamato Fattoria dei Mostri. Ah, cambiare classe, stavolta, cambia anche l'aspetto dei personaggi, quindi potrete gironzolare con un look completamente nuovo o addirittura sotto forma di mostro una volta ottenute le specializzazioni desiderate. Non bastasse, mostri e frammenti in più si ricollegano allo StreetPass, poiché è possibile mandare le vostre bestiacce in spedizione per trovare questi preziosi pezzi di tavoletta. Tornando alle variazioni stilistiche invece, si tratta solo di una di tante sorprese estetiche, essendo Dragon Quest VII ora completamente in 3D, con tanto di telecamera rotante nelle mappe e mostri visibili - dunque evitabili - mentre si esplora. Strano il fatto che in barca gli incontri tornino casuali come nell'originale, ma non ci ha infastidito più di tanto. In parole povere, per chi non ha mai giocato un JRPG Dragon Quest VII potrebbe non essere un gran modo di cominciare, vista la sua complessità; tuttavia per gli amanti del genere si tratta senza dubbio di un altro arrivo graditissimo sui lidi di Nintendo 3DS, praticamente riprogrammato da zero, con nuovi contenuti aggiunti alla già impressionante base originale, oltre cinquanta classi con cui smanettare e l'inconfondibile stile di Akira Toriyama a fare da ciliegina sulla torta. Aspettatevi una lunga e dettagliata recensione quando lo avremo spolpato.

CERTEZZE

  • Riprogrammato da zero e perfezionato in molti aspetti
  • Il ritmo è migliorato sensibilmente rispetto all'originale
  • Le classi cambiano i personaggi esteticamente

DUBBI

  • Non è certo il più intuitivo e fruibile JRPG sulla piazza