72

Il prezzo del successo

Quando l'intrattenimento su Twitch e Youtube tocca il fondo? Ce lo domandiamo in questo speciale d'approfondimento

SPECIALE di Giordana Moroni   —   05/10/2016

Fino a pochi anni fa parlare di intrattenimento legato ai videogiochi era impensabile, ma è bastato davvero poco tempo per far diventare lo "streamer" come una vera e propria figura professionale legata al mondo dell'intrattenimento. Più andiamo avanti, però, più la situazione sfugge di mano e la linea tra lecito e scorretto diventa sottile. Il caso della streamer Zoie Burgher è un esempio che sicuramente fornisce tanto materiale di riflessione...

Bikini streamers e qualità dell'intrattenimento sul web: qual è la linea di confine?

Il fattaccio

Zoie Burgher è una streamer che ha iniziato la sua attività come molti prima (e dopo) di lei su Twitch: la ragazza in particolare è diventata famosa per i suoi bikini streaming, ovvero live in cui giocava in costume da bagno o intimo succinto, lanciandosi poi in mosse di twerking e vari balletti sexy.

Il prezzo del successo

Il canale di Zoie è stato oscurato ben quattro volte da Twitch per aver violato i termini di utilizzo della piattaforma con contenuti sessualmente espliciti. Non una, non due, non tre ma bene quattro. A detta della Burgher però il quarto ban risulta un po' sospetto e imputabile a due diversi scenari: nella migliore ipotesi il quarto ban arriva senza un precisato motivo ma solo con l'intenzione di Twitch nel liberarsi della ragazza per una questione di etichetta mentre nella seconda ipotesi si tratti di una sorta di bizzarra ripicca per aver caricato sul nascente canale Youtube della ragazza frammenti delle sue live Twitch bannate. Qualsiasi sia il caso, dopo che Burgher ha cambiato piattaforma decine di Youtuber, che vantano molti più iscritti di lei, l'hanno screditata pubblicamente con insulti definendo i suoi video spazzatura. Come dicevamo la questione dà molto da pensare, anche perché una singola vicenda come quella che vi abbiamo appena raccontato nasconde vari "strati" di riflessione che corrispondono essenzialmente alle due domande che ognuno di noi si può porre a tal proposito.

Perché lo fa?

Facilissimo: perché può. Spesso il libero arbitrio e la possibilità di perpetrare certe azioni è la spiegazione più logica di tutte. In più qui si aggiunge l'aggravante di genere, nel senso che stiamo parlando di una streamer donna, ragion per cui la notizie assume dimensioni più roboanti del solito.

Il prezzo del successo
Il prezzo del successo

Apparentemente la ragazza può sembrare la classica bionda tonta con poco cervello e curve a rimpiazzare i neuroni mancanti; in realtà la Burgher è una ragazza tutt'altro che stupida, ben cosciente del suo aspetto fisico e del modo in cui lo usa tanto da dichiarare senza troppi problemi a Kotaku: "Il vero potere è rappresentato dalla piattaforma e non mi dispiace usare il sex appeal per ottenerlo". In più, volendo proprio aggiungere la famosa ciliegina sulla torta, la ragazza a Call of Duty se la cava discretamente bene. L'errore che molti fanno infatti è generalizzare pensando che una ragazza che si pone in un certo modo sia solo una poco di buono, tendendo quasi a compatirla. Tutti gli stati in cui Yotube e Twitch sono attivi hanno delle figure femminili di questi tipo, Italia compresa, e l'errore che si fa è sottovalutare la perspicacia di queste ragazze, perché spesso e volentieri youtuber e streamer discinte sono assolutamente consapevoli di quello che stanno facendo sfruttandolo a loro vantaggio. Del resto perché una ragazza che se la cava più che bene a Call of Duty dovrebbe giocarlo in costume da bagno? Semplicemente perché è più semplice che non impegnarsi cercando di offrire delle ore di divertimento live e non senza utilizzare escamotage. Parlando di donne, il vero errore però non è sottovalutare questi personaggi ma associarli allo stereotipo della giocatrice femminile. Con tutta la consapevolezza che hanno queste ragazze è comunque molto avvilente, specialmente per coloro che cercano di staccarsi proprio da quello stereotipo, vedere donne perseverare in quella direzione, utilizzando i loro modi disinibiti per un tornaconto personale dimenticandosi dell'esempio che stanno dando. Ovviamente questo discorso, per essere davvero efficace va leggermente ampliato.

È giusto bannarla? No!

A rigor di logica, quindi, un utente Twitch che viola deliberatamente i termini di utilizzo della piattaforma andando poi indirettamente a svantaggiare altre giocatrici nell'ambiente alimentando falsi stereotipi, merita assolutamente di essere espulsa senza il minimo rimorso... e invece no, non è giusto. Quello che ha fatto, e che tutt'ora fa, Zoie è solo una delle tante cose discutibili che vengono fatte dai creatori di contenuti e se le piattaforme di intrattenimento video come Twitch e Youtube vogliono trasmettere un messaggio forte su quello che dovrebbe essere il vero intrattenimento di qualità autoprodotto sul web, i ban dovrebbero essere di più e a più ampio spettro. Per intenderci: perché le bikini streamer no ma le sfide "tazza pazza che skiumazza" sì? Il divario per quanto apparentemente palese non è in realtà così tanto perché parliamo di contenuti di qualità quasi infima fatti per fare views facili e non aggiungere nulla dal punto di vista contenutistico. Non è detto che per forza tutti gli streaming o let's play debbano essere dei simposi filosofici indirizzati a persona con un quoziente intellettivo da ammissione al Mensa, basta semplicemente esser una persona capace di divertirsi genuinamente e di saper ridere assieme alle altre persone, senza bisogno di essere volgari, aggressivi, offensivi o... svestiti. A onor del vero la situazione delle piattaforme video web è la stessa che da sempre vediamo nell'intrattenimento televisivo e cinematografico dove ogni prodotto di qualità è bilanciato dalla presenza di altrettanta porcheria: i talk show e i programmi di divulgazione si annullano con il cabaret da quattro soldi e i film da Oscar con i cinepanettone, è l'ABC del settore, è così si accontentano tutte le fasce di pubblico. Quindi ritornando al discorso di partenza, se si decide di eliminare tutto il contenuto di bassa qualità dalle piattaforme è giusto agire nel modo più coerente possibile... ma quante personalità davvero famose rimarrebbero indenni da una pulizia così radicale? Perché portare avanti azioni di censura basate su regole prestabilite a cui tutti i creatori di contenuti devono sottostare, inevitabilmente porterebbe alla chiusura di canali Twitch e YouTube su cui tutti ci mangiano sopra. E no, non è un tipo di pulizia che possono fare in automatico gli utenti come suggerisce il programma di YouTube Heroes. Per chi non lo conoscesse, YouTube Heroes è un nuovo servizio della piattaforma video che offre la possibilità agli utenti di guadagnare prestigio e punti all'interno della community stessa attraverso varie azioni, tra cui rispondere nei forum ufficiali, sottotitolare dei video e segnalare i contenuti inappropriati. Una sorta di lavoro da admin praticamente pro bono che dovrebbe tutelare sia pubblico che creatori; peccato che un programma di questo tipo rischia di creare un vero e proprio squadrone di vigilanti pronti ad agire "in nome della legge", insomma, un'idea pericolosa che promette di complicare una situazione già complessa. La verità è che siamo arrivati ad un punto in cui non si può più controllare ogni singolo contenuto caricato sul web: accanto agli streaming di videogiochi e altre iniziative live dove i creatori cercano davvero di offrire contenuti di qualità dobbiamo accettare il fatto che ci siano tante altre schifezze, fatte da gente talvolta senza talento e talvolta senza intelligenza. L'arduo compito della "scrematura" dei contenuti tende a diventare ogni giorno sempre più difficile.