Giunge anche novembre con il suo carico di titoli gratuiti su Xbox Live, una nuova mandata di Games with Gold che sembra indirizzata a gusti decisamente differenti e variegati, forse anche in questo caso senza proprio una punta assoluta in termini qualitativi o di popolarità tra il pubblico ma con un assortimento comunque soddisfacente.
Nel frattempo, Xbox sta attraversando un ottimo periodo risultando prima console in termini di vendite sia in nord America che nel Regno Unito, per il terzo mese consecutivo a ottobre nel primo caso e per il secondo mese di seguito per il territorio britannico, a dimostrazione di un'ottima reazione avuta da Microsoft alla situazione difficile che si è venuta a creare nel mercato rispetto allo strapotere di Sony in termini di diffusione globale. Forse anche per questo periodo di relativa rilassatezza, che non costringe Microsoft a spingere su marketing e offerte per tenersi buona l'utenza, le offerte in termini di Deals with Gold e soprattutto Games with Gold sembrano decisamente meno aggressive in questi mesi, è la classica legge del mercato concorrenziale. In ogni caso, dopo un paio di mesi forse non al top con questo novembre si torna su buoni livelli, almeno per quanto riguarda la notorietà dei titoli coinvolti nell'offerta, al di là di eventuali discorsi qualitativi che comunque hanno sempre a che fare con la soggettività dei punti di vista e dunque lasciano un po' il tempo che trovano quando si tratta di giochi offerti gratuitamente. Lo schema è quello diventato ormai tipico per questa iniziativa: due titoli su Xbox One di cui un indie (in questo caso, come anche in diversi altri, al suo debutto assoluto sulla piattaforma) e un tripla A, sebbene ormai piuttosto vecchiotto, e due titoli su Xbox 360 appartenenti al catalogo più o meno standard della console, ovviamente giocabili anche questi su Xbox One attraverso la retrocompatibilità.
Cavalieri metal, fantasmi investigatori, aspirati pirati e guerrieri 80s nei Games with Gold di Novembre
Super Dungeon Bros - Xbox One (dall'1 al 30 novembre)
Si parte subito con un bel po' d'azione in salsa classica all'interno di Super Dungeon Bros, titolo sviluppo dal team indie React Games che debutta in assoluto su Xbox One proprio con questo lancio all'interno della linea di titoli gratuiti per gli abbonati Xbox Live Gold. Quattro cavalieri si ritrovano insieme per risolvere i problemi che si annidano all'interno di vari dungeon a difficoltà progressiva, e lo scopo del gioco è dunque controllare questi buffi personaggi che sostanzialmente colpiscono nemici, attivano trappole, risolvono basilari enigmi e raccolgono ricompense all'interno dei livelli, appartenenti alle tre macro-aree che determinano le varianti basilari degli elementi dello scenario.
Non c'è nulla di particolarmente nuovo qui, eppure neanche nulla di fuori posto, considerando che il gioco si basa su meccaniche ben assorbite nel tessuto della comunità videoludica, che ovviamente non si farà sfuggire l'occasione di poter menare un po' le mani guantate di fantasy umoristico. Super Dungeon Bros è un action con forte tendenza multiplayer, dotato di elementi RPG e roguelike nell'evoluzione dei personaggi, con livelli generati in maniera casuale, il tutto a ritmo di metal. Quest'ultimo rappresenta un elemento portante di tutta l'esperienza: il metal si rileva negli stessi nomi e nella caratterizzazione dei personaggi (Axl, Lars, Freddie e Ozzie), oltre che in vari riferimenti nel corso del gioco e soprattutto nell'accompagnamento musicale. Super Dungeon Bros può essere giocato in single player, cercando in questo modo di liberare da soli la terra di Rökheim dai problemi che la infestano, ma è chiaro come sia destinato a dare il meglio in compagnia di qualche altro giocatore, con il multiplayer cooperativo online e in locale. Oltre alla progressione standard sono inoltre disponibili missioni a tempo organizzate su base quotidiana e settimanale, con leaderboard online per offrire ulteriori possibilità di sfida.
Murdered: Soul Suspect - Xbox One (dal 16 novembre al 15 dicembre)
Nonostante manchi clamorosamente il periodo giusto, arrivando in ritardo di un paio di settimane, è chiaro come Murdered: Soul Suspect sia un po' il gioco di Halloween di questo novembre 2016 dei Games with Gold. Il tocco horror arriva dunque da questo particolare action adventure a tema investigativo, che mette in scena le indagini del detective Ronan O'Connor alla ricerca del misterioso Killer delle Campane che sta terrorizzando la cittadina di Salem in Massachusetts.
Solo che Ronan viene ucciso subito all'inizio della storia, ed è dunque costretto a proseguire il lavoro in qualità di investigatore fantasma, con tutte le particolarità che questa strana situazione si porta dietro. Sospeso in una sorta di limbo tra il mondo fisico e l'aldilà, il protagonista può interagire con altri fantasmi e godere di varie abilità speciali connesse con il suo nuovo status metafisico, come teletrasporto, possibilità di ricostruire informazioni sul passato di oggetti e persone e ovviamente vedere cose che sono visibili solo sul piano ultraterreno, ma in compenso non è in grado di interagire direttamente col mondo fisico e i suoi personaggi, se non attraverso un elemento di connessione con quest'ultimo. La collaborazione con Joy, giovane medium che Ronan incontra ben presto all'interno della cittadina, diventa dunque un elemento fondamentale per portare avanti la missione, legando peraltro i due personaggi anche nella ricerca della madre della ragazza e creando così una particolare alchimia tra la coppia di protagonisti che caratterizza tutta l'esperienza del gioco. Il punto centrale di tutto Murdered: Soul Suspect resta comunque Ronan O'Connor, carismatico piantagrane sia da vivo che da morto, incastrato tra i due mondi dalla necessità di risolvere il suo grande caso da detective ma in qualche modo fuori posto e solitario come un sarcastico ma irresistibile osservatore di eventi sia da una parte che dall'altra.
The Secret of Monkey Island: Special Edition - Xbox 360 e Xbox One (dall'1 al 15 novembre)
È veramente difficile mettere insieme qualche riga di presentazione per The Secret of Monkey Island che non suoni estremamente trita o banale, perché del celebre titolo LucasArts si è ormai detto tutto quello che si poteva dire nella sua lunga storia. A distanza di 16 dal lancio originale, il capolavoro di Ron Gilbert rimane forse la massima rappresentazione dell'intero genere delle avventure grafiche punta e clicca, sebbene su questo fronte la lotta sia serrata con altri titoli provenienti sempre dallo stesso entourage Lucas.
Al di là di questioni puramente filologiche su qualità degli enigmi, ritmo, respiro della storia e dell'ambientazione, Monkey Island è rimasto impresso per il carisma ineguagliabile di quel mondo e di quei personaggi, creando un mito intramontabile e mostrando come una produzione videoludica possa distinguersi nel panorama allargato dei prodotti d'intrattenimento con una coerenza impressionante in termini di scrittura, game design ed elaborazione tecnica. Qui si tocca con mano uno dei nodi focali della storia videoludica, e la cosa appare chiara già dopo qualche minuto tra quelle schermate e linee di dialogo scritte da un Ron Gilbert in evidente stato di grazia, in collaborazione con Tim Schafer e Dave Grossman. Poi certo si può parlare dell'adattamento grafico effettuato nella Special Edition in questione, che cerca di proporre un'attualizzazione dello stile grafico originale e dell'interfaccia SCUMM riuscendoci in buona parte, ma questa è solo una questione di facciata, perché quello che conta in The Secret of Monkey Island è che incredibilmente ancora oggi, che amiate le avventure grafiche o no, che abbiate già concluso il gioco decine di volte e non sappiate nemmeno cosa sia, all'avvio della storia su Mêlée Island, i primi passi di Guybrush Threepwood nel mitico mondo dei pirati sono in grado di scatenare ancora la stessa magia che investì il mondo videoludico nel lontano 1990. Particolarmente apprezzabile anche la possibilità di poter giocare utilizzando la veste grafica e l'interfaccia originali (o meglio, quelle della versione VGA uscita un paio di anni dopo l'originale).
Far Cry 3: Blood Dragon - Xbox 360 e Xbox One (dal 16 al 30 novembre)
Il revival degli anni 80 nei videogiochi è ormai una vera e propria tendenza, grazie anche alla proficua commistione che può derivare dall'utilizzo delle tecniche grafiche 2D tanto care alla produzione indie e particolarmente apprezzate da buona parte del pubblico. Al di là della ricerca di certe spettacolari soluzioni grafiche che oggi possono apparire alquanto ingenue, tra colori sparati e parossismi applicati a personaggi, situazioni e storie, c'è anche la volontà di tornare a una concezione più genuina del videogioco come intrattenimento di base, con elementi d'azione e semplicità di premesse in grado di lanciarci direttamente nel fulcro del gioco senza dover badare a troppi orpelli narrativi e tecnologici che ormai appesantiscono spesso le produzioni videoludiche di questi tempi.
Uno degli esempi riusciti meglio di questa new wave nostalgica è probabilmente Far Cry 3: Blood Dragon, uscito peraltro in un periodo in cui queste soluzioni non erano ancora all'ordine del giorno e ancora più stranamente da parte di una major come Ubisoft, che da lì ha comunque dimostrato una certa sensibilità per le soluzioni alternative al classico concetto di tripla A. Le premesse sono tutto un programma: il Sergente Rex Power Colt, cybercommando Mark IV, è stato inviato su una lontana isola ad "occuparsi" di un esercito di cyborg disertori che vuole utilizzare una potente bioarma per mettere a repentaglio il mondo, di per sé già devastato dalle guerre nucleari. Il tutto è rappresentato in uno stile "retro-futuristico" che ripropone la visione del futuro tipica degli anni 80, mentre la struttura di gioco ritorna alle origini dello sparatutto in soggettiva tutto azione e armi devastanti, nonché dialoghi grotteschi da film action di serie B. I primi riferimenti a questo spin-off di Far Cry erano talmente assurdi da far pensare a uno scherzo, ma quanto poi il gioco è veramente emerso nella sua completezza si è imposto come ben più di un semplice divertissement sul tema sparatutto, a dimostrazione di come la ricerca delle forme "antiche" porti spesso alla riscoperta dell'essenza più pura dei generi videoludici e il divertimento arriva spesso come conseguenza.