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Incubi all'italiana

Un pizzico di follia, una remaster andata male e tanta passione: ecco Daymare: 1998

ANTEPRIMA di Lorenzo Fantoni   —   29/12/2016

La storia di Daymare sembra uno di quei sogni ad occhi aperti che almeno una volta della vita ogni appassionato di videogiochi, pittura, scrittura, film o fumetti ha fatto. Un mix di bravura, incoscienza, furbizia e passione che trasforma un gruppo di amici in un team di sviluppo, un'idea in una notizia ripresa in tutto il mondo. Invader Studios nasce in provincia di Roma dall'unione di Michele Giannone, Tiziano Bucci, Andrea Zanelli, ma questa storia ha radici più profonde, quando il gruppo si chiamava Invader Games. Il copione è quello di molti studi di sviluppo italiani: passione, un buon talento, qualche hackaton, qualche comparsata alle fiere di settore, idee, pochi mezzi e una decina di persone.

Daymare: 1998 un gioco horror all'italiana che guarda all'epoca d'oro del survival horror

La forza di un’idea

Nel 2015 il gruppo ha un'idea: ma perché non facciamo un remake non ufficiale di Resident Evil 2? Dopo poco tempo una prima Alpha su Unity comincia a giare in rete. Vuoi perché la nostalgia è un gran business, vuoi perché il lavoro sembra promettente, fatto sta che Invader Games improvvisamente si trova un faro puntato sulla faccia. Faro che diventa ancora più luminoso quando il progetto passa all'Unreal Engine 4 e si fa ancora più bello e particolareggiato.

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Tuttavia, dopo la fama arrivò anche il famigerato fattore di realtà di Capcom, che invita Invader Studios a Osaka e li fa ripartire con un messaggio chiaro: bello il vostro progetto, però ora basta. D'altronde così funzionano le grandi aziende. Tuttavia ormai un ponte fra Roma e Osaka è stato gettato e Invader può contare sul supporto e l'aiuto degli sviluppatori nipponici per il progetto nato dalle ceneri del remaster di Resident Evil 2: Daymare: 1998. "Non possiamo dire di più su quello che ci fu esposto durante l'incontro, soprattutto a livello professionale, ma se in un primo momento la loro volontà di seguire a distanza la crescita del nostro progetto e dello studio poteva sembrare quasi un contentino poco credibile, proprio in questi mesi in cui Daymare: 1998 sta prendendo sempre più forma - spiega Giannone - Capcom ci è stata particolarmente vicina, seppure in via ufficiosa, per poter entrare in contatto con delle realtà che da solo difficilmente uno studio indie può avvicinare. Ed è per questo quindi che saremo sempre grati del lavoro svolto sul remake non ufficiale e della crescita professionale e personale seguita all'incontro ad Osaka". Un rapporto stretto dunque, così stretto che, secondo alcuni Daymare: 1998 sarebbe addirittura una sorta di operazione virale per lanciare la remaster di Resident Evil 2.

Retrofutuo

La trama del gioco è ancora avvolta nella nebbia più fitta, l'unica cosa che sappiamo è che potremo viverla attraverso più punti di vista. Il soldato visto nella demo è provvisorio, una figura messa là soltanto per dare un corpo al giocatore. Tutto ciò che abbiamo oggi è un'atmosfera angosciante e mostri che sembrano mezzi sciolti con l'acido, tutto il resto è in divenire. Il concetto di Daymare: 1998 è abbastanza semplice.

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Nascendo sull'ossatura del remake di un titolo degli anni '90 vuole riportare in auge atmosfere e gameplay dell'epoca, cercando però di ripulire il tutto da meccaniche ormai datate e anacronistiche. All'epoca poteva aver senso non farci sparare e muovere contemporaneamente, oggi rischi il linciaggio pubblico. Le ispirazioni tuttavia non si limitano al titolo Capcom. L'idea, secondo Giannone, è "miscelare al meglio un gameplay moderno, inaugurato con Resident Evil 4 ma espresso alla perfezione, a nostro avviso, da Dead Space, con un feeling nostalgico che riporti i giocatori indietro nel tempo fino agli anni '90". Ispirandosi al concetto di Survival Horror, Daymare: 1998 vuol essere un gioco tosto, ma non impossibile. La differenza tra i titoli che hanno reso grande questo genere e l'evoluzione rappresentata da Amnesia e compagnia spaventante sta tutta qua. Da Resident Evil in poi l'amante dei survival horror viene messo di fronte ad enigmi e risorse che gli permetteranno di andare avanti. Se sarà in grado di gestire tutto con accortezza la sfida sarà grande, ma tutto sommato gestibile, chi invece sparerà a caso, non leggerà gli indizi, si curerà al momento sbagliato o non troverà gli oggetti giusti si troverà di fronte a momenti decisamente frustranti. Un ottimo esempio di questo approccio lo possiamo trovare nella pre-alpha del gioco quando affrontiamo un mostro che sembra invulnerabile ai nostri colpi. Guardando in giro troveremo infatti un indizio che ci rivelerà una sua vulnerabilità all'acqua. A quel punto potremo decidere di sparare ad alcuni barili per indebolirlo e ucciderlo o risparmiare le munizioni e aggirarlo.

Ambizioni e prospettive

Rispetto alla maggioranza delle produzioni italiane, Daymare: 1998 gode di una marcia in più data da una copertura stampa difficilmente eguagliata da queste parti, se non da produzioni sviluppate da Milestone. Tanto per capirsi, neppure FRU, gioco per Kinect di Mattia Traverso risultato essere la miglior esclusiva Xbox One del 2016, ha goduto di questa copertura.

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Le motivazioni di questa attenzioni sono ovviamente legate all'aver sfruttato con intelligenza la luce riflessa di Capcom e Resident Evil, ma adesso che quella remaster non può più esistere il titolo dovrà trovare una sua identità, una sua forma e una base economica per rendere il progetto qualcosa di più di un semplice sogno di un pugno di sviluppatori volenterosi. La storia è piena di gente di talento che è riuscita a farcela all'improvviso, ma si spendono poche parole per tutti gli altri, quelli che si sono ritrovati solo con una buona idea e sono arrivati fuori tempo massimo. Senza dubbio la demo del gioco ha mostrato che le basi ci sono, che Invader Studios sa il fatto suo in termini di programmazione e che al netto dei bug c'è sia una buona base di partenza sia ampi margini di miglioramento, adesso il gioco deve dimostrare di essere più di un tributo. La speranza è che la campagna di crowdfunding vada a buon fine e garantisca al gruppo abbastanza ossigeno per sviluppare il gioco nei tempi giusti. Ciò che traspare parlando con Giannone e soci è la voglia di creare qualcosa che sia nostalgico, ma estremamente curato e attuale, ricco di enigmi, punti di vista differenti, atmosfera e una storia ben fatta. Tutte cose che hanno bisogno del giusto ecosistema per prosperare. A noi non resta altro che fargli i nostri migliori auguri e sperare che Daymare: 1998 sia uno dei tanti piccoli passi avanti che la scena italiana sta facendo in questi anni.

CERTEZZE

  • Team con una visione chiara
  • Tecnicamente molto buono

DUBBI

  • C'è bisogno di un'identità
  • I fondi saranno sufficienti per lo sviluppo?