Stoic ha annunciato qualche giorno fa l'apertura della campagna di crowdfunding per il terzo e probabilmente conclusivo capitolo di The Banner Saga, bellissimo, tosto e peculiare titolo strategico basato sulla mitologia nordica nonché piccola gemma dello sviluppo indipendente. Ancora si sa ben poco di ciò che dovremo affrontare, ma secondo gli sviluppatori il tema del viaggio sarà ancora molto presente, così come gli scontri a turni, vero e proprio cuore dei precedenti capitoli. Ciò che cambierà sarà il paesaggio attorno a noi, così come nuove saranno le insidie e le sfide che ci aspettano, le decisioni difficili e le inaspettate svolte del fato. D'altronde, anche se ci stiamo avvicinando alla meta, il viaggio è comunque ciò che conta.
The Banner Saga 3 ritorna al crowdfunding per imparare dagli errori del passato
Di male in peggio
Banner Saga è una serie che non ha mai negato una natura ruvida e a volte inospitale come le lande nordiche a cui fa riferimento. Dai tempi di Oregon Trail i giochi in cui dobbiamo gestire il viaggio di un certo numero di persone cercando di portare tutti a casa tendono a finire in maniera tragica, soprattutto se ci viene data la possibilità di sviluppare un legame con i nostri compagni di sventura.
Ma state tranquilli perché in Banner Saga 3 le cose andranno ancora peggio: non sappiamo come, ma ci potremmo mettere la mano sul fuoco. La mitologia nordica, come ogni mitologia che si rispetti, è fondata sui dualismi. Bene e male, luce e ombra, verità e inganni, onore e tradimento. Nel suo Pantheon troviamo Loki, forse una delle figure più interessanti di sempre, che incarna non necessariamente la malignità, quanto forse una personificazione decisamente precoce del concetto di "trolling". Loki non è per forza cattivo, semplicemente ama prendere in giro e illudere chiunque provi a fidarsi di lui. Forse è proprio partendo da questa figura che gli sviluppatori hanno iniziato a sviluppare il terzo capitolo, visto che sulla pagina Kickstarter si fa riferimento a un viaggio che prosegue nell'oscurità, ma soprattutto a luoghi bizzarri, deviati, che metteranno alla prova il coraggio dei nostri eroi. Chissà, forse queste allusioni fanno riferimento a scontri in cui sarà più importante avere una mente salda che un corpo degno di un vichingo, forse i nostri avversari saranno esperti nell'inganno e nella manipolazione mentale, il che aprirebbe ancora di più il ventaglio di possibilità per le battaglie e renderebbe ancora più difficile mantenere saldo il timone del gruppo. Di sicuro sappiamo che potremo esplorare ciò che sta oltre l'oscurità, così come Aberrang, quindi le emozioni non mancheranno.
L'importanza del crowdfunding
Visto che le informazioni su The Banner Saga 3 sono scarse, c'è senza dubbio spazio per avviare una riflessione interessante su come il gioco viene commercializzato. Sarebbe lecito aspettarsi uno sviluppo non più basato sul finanziamento diretto da parte dei fan. In fondo ormai parliamo di un titolo che si è fatto un nome, perfettamente in grado di reggersi sulle proprie gambe e cercare un finanziatore. Tuttavia questo vorrebbe dire ignorare le capacità di Kickstarter non tanto come simbolo di autoproduzione, ma di promozione.
Il primo The Banner Saga fu un successo, Stoic chiese 100.000 dollari e se ne ritrovò in tasca sette volte tanto, praticamente il sogno di ogni sviluppatore indipendente. Questo permise allo studio di affrontare lo sviluppo con tutta la cura necessaria per un titolo che sfrutta la tecnologia del rotoscopio per le proprie animazioni, un procedimento lungo, ma in grado di regalare quel feeling da vecchio cartone animato che ha dato carattere al titolo. Inoltre, aver racimolato questa somma ha permesso al gioco di diventare una notizia interessante per la stampa di settore, di accumulare viralità e creare dal nulla una base di appassionati fortemente coinvolta nel processo di creazione, senza enormi investimenti pubblicitari, che sarebbero stati impossibili da ottenere che probabilmente non avrebbero comunque permesso al gioco di sgomitare troppo su Steam. Finanziare un progetto non è come comprarlo un gioco qualunque, lo sentiamo un po' nostro. Col secondo capitolo Stoic pensava di non aver bisogno di ripetere lo stesso schema, chi aveva amato il primo capitolo avrebbe probabilmente amato il secondo, no? Nel frattempo però la concorrenza su Steam si era fatta ancora più grande e senza il passaparola del crowdfunding i risultati sono stati decisamente inferiori, nonostante i soldi spesi in comunicazioni fossero di più. The Banner Saga 2 ha rappresentato una sorta di scollamento tra gli sviluppatori e gli amanti del gioco, ecco perché questo ultimo capitolo torna alle origini, cercando di replicare il successo "dal basso" ottenuto col capostipite. Forse la bolla di Kickstarter sta esplodendo, forse alcune delusioni hanno raffreddato l'animo degli sviluppatori, ma rimane comunque un ottimo punto di partenza sia per chi vuole provarci sia per chi può già contare su una massa critica di appassionati. D'altronde The Banner Saga 3 ha già raccolto i 200.000 dollari necessari per lo sviluppo e ha ancora 36 giorni per raddoppiare, come minimo, la cifra.
CERTEZZE
- Ha alle spalle due ottimi titoli
- La campagna crowdfunding sta andando bene
DUBBI
- Offrirà novità interessanti?
- La trama sarà all'altezza?