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Quattro passi nell'orrore

Abbiamo provato una demo dell'italianissimo horror Remothered: Tormented Fathers per capirne le potenzialità

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   08/05/2017

Remothered: Tormented Fathers è uno dei più promettenti progetti italiani attualmente in sviluppo. Lo si capiva sin dall'annuncio e dai primi materiali pubblicati, cui dedicammo una ricca anteprima, ma ne abbiamo avuto la conferma con lo sbarco su Greenlight, dove in pochissime ore ha raggiunto il primo obiettivo che si era prefissato, ossia riuscire a ottenere l'accesso a Steam. Esaltarsi troppo prima di aver visto la versione finale è sempre controproducente, però è indubbio che finora il team di sviluppo, un ensemble di Darril Arts e Stormind Games, abbia fatto tutto benissimo. È per questo motivo che siamo stati felici di poter provare una demo del gioco e testare con mano cosa aspetta alla povera Rosemary, la protagonista, nella sua avventura, il cui lavoro si rivelerà più complicato del previsto (e molto più letale).

Scoprite Remothered: The Tormented Fathers con il nostro nuovo provato

Primi passi

La demo di Remothered inizia all'interno della villa del notaio Felton, personaggio intorno a cui ruota l'intera storia del gioco (che vi ricordiamo essere la prima parte di una trilogia). Ci troviamo subito alla guida di Rosemary Reed, le cui fattezze ricordano senza troppi misteri quelle di Jodie Foster.

beccata!
beccata!

Come saprete, si tratta di un horror in terza persona, con l'inquadratura alle spalle della protagonista. Rosemary ha diverse mosse a sua disposizione. La camminata di default della demo è molto lenta, con la nostra eroina suo malgrado che centellina i passi cercando di fare meno rumore possibile. Volendo la si può anche far correre, con il rischio però di fare molto più rumore e attirare troppo l'attenzione. L'atmosfera generale dell'ambientazione, davvero cupissima, invita alla calma. Scopriamo presto che Rosemary può accucciarsi, rallentando ulteriormente i suoi movimenti e facendo molto meno rumore, e che dispone di una piccola lampada appuntata sulla giacca, che torna utilissima per esplorare il tetro luogo in cui si trova (si può ovviamente accendere e spegnere). Muoviamo i primi passi. Di fronte a noi c'è un corridoio immerso nella penombra. In lontananza vediamo qualche luce accesa, che non ci tranquillizza nemmeno un po'. Fuori piove e il vento fischia minaccioso, tanto per aggiungere un po' di tensione, nonostante in giro non sembrino esserci nemici. Il nostro obiettivo immediato è scoprire l'origine di una melodia, che per ora udiamo a grande distanza. La missione generale è invece capire cosa sia successo a Celeste, la figlia del notaio Felton. Per arrivare a capo di quest'ultima bisogna attendere la versione finale del gioco.

L'arte di nascondersi

Con calma e sangue freddo entriamo nelle due stanze laterali vicine al punto di partenza. Qui possiamo saggiare il sistema di interazione con l'ambiente circostante, molto semplice, ma efficace (non sappiamo se rimarrà immutato nella versione finale, ma immaginiamo di sì). Sostanzialmente gli oggetti interattivi sono segnati da dei piccoli punti bianchi. Avvicinandoci appare un'icona che indica il tipo di interazione disponibile.

Sapere dove nascondersi è fondamentale per sopravvivere
Sapere dove nascondersi è fondamentale per sopravvivere

Niente di troppo complicato: i cassetti possono essere aperti, come alcune porte, alcuni oggetti possono essere raccolti e così via. In caso l'interazione richieda l'uso di un altro oggetto, di cui non disponiamo, ci viene negata e ci viene detto che manca qualcosa. Sulle porte chiuse appare invece la classica icona a lucchetto. Nella demo non tutte le stanze della villa erano visitabili. Non sappiamo se nella versione finale l'esplorazione sarà più libera o se sarà comunque vincolata agli obiettivi. Ma torniamo a noi. Un tipo d'interazione più interessante, e più importante, riguarda i nascondigli, che sono fondamentali da scoprire se si vuole sopravvivere. Di fronte ai pericoli, che solitamente vogliono farla a pezzi, Rosemary ha diverse possibilità per scamparla: può creare delle distrazioni, utilizzando gli oggetti che si trovano in giro; può rallentare l'assalitore, con un oggetto difensivo (solo rallentare, non uccidere) o può cercare rifugio dentro a qualche nascondiglio (ad esempio un armadio). Quest'ultimo è il modo più sicuro per cavarsela, ma richiede una buona conoscenza degli ambienti, così da sapere dove dirigersi all'avvicinarsi del pericolo, che viene sempre anticipato da rumori inequivocabili e inquietanti. Insomma, sopravvivere a casa Felton richiede un mix di abilità mica male. Come avrete intuito stiamo cercando di tenerci più sul vago possibile per non svelarvi potenziali colpi di scena, che in ultima istanza rappresentano la maggiore attrattiva di Remothered. Tranquilli comunque, perché gente che tenterà di farvi a cubetti di carne non mancherà, così come non mancheranno dei momenti particolarmente disturbanti.

Dettagli

Dal punto di vista tecnico Remothered sembra realizzato davvero molto bene. L'Unreal Engine c'è e si vede, così come l'ottimo lavoro dei grafici, che hanno costruito ambienti convincenti e ricchi di dettagli, sia a livello di oggetti che compongono le scene, sia a livello di sistema di illuminazione, che più di tutti contribuisce a creare un'atmosfera sinistra.

Rosemary, la protagonista
Rosemary, la protagonista

Chris Darril, la mente dietro a Remothered, ci ha premesso che la versione fornita non è ancora definitiva a livello di risorse impiegate e che, quindi, la qualità della versione finale sarà ancora più alta. Comunque anche così non c'è davvero di che lamentarsi e si può tranquillamente affermare che dal punto di vista visivo Remothered può riuscire a tenere testa a produzioni di team più blasonati. Ci ha fatto molto piacere anche la fluidità generale, sempre altissima anche a livello di dettaglio massimo. Non è usuale che un team curi l'ottimizzazione in questo modo per una demo che, in ultima analisi, è dedicata solo alla stampa. Insomma, la prova di Remothered: Tormented Fathers ci ha colpiti in senso più che positivo. È quel classico gioco che ti è simpatico ma da cui, fondamentalmente, ti aspetti molto meno per fartelo piacere; alla fine però ti folgora perché sembra poterti dare davvero qualcosa in più. Ovviamente la demo non basta per dare un giudizio definitivo e andranno verificati tutti gli ambienti e l'evolversi della trama. Bisognerà anche valutare la prima parte dell'avventura, che qui mancava completamente. Nel frattempo però vi consigliamo di appuntarvelo da qualche parte (anche su un braccio va bene) perché se siete appassionati di horror videoludici, Remothered: Tormented Fathers potrebbe rivelarsi una perla preziosa, con nulla da invidiare a titoli come gli Outlast o gli Amnesia.

CERTEZZE

  • Ottima costruzione dell'atmosfera
  • Meccaniche di gioco azzeccate e non invasive

DUBBI

  • La trama sarà all'altezza per l'intero gioco?