C'è voluto un anno di sospensione per consentire a Ubisoft di ripensare praticamente da zero il suo franchise più famoso, quello che ha praticamente elevato il publisher francese a competitor in grado di rivaleggiare con i più famosi publisher americani grazie a un'idea che ormai dieci anni fa ha rivoluzionato il genere degli action adventure open world. D'altra parte era necessario trovare un modo per svecchiare un franchise ormai abusato e non più in grado di suscitare emozioni dirompenti nei giocatori. E probabilmente la pausa è stata davvero la scelta più razionale e ragionata che il team di sviluppo potesse prendere. Possiamo infatti già dirlo: Origins è il nuovo Assassin's Creed che i fan stavano aspettando. O almeno, fa di tutto per tentare di esserlo. In questo primo articolo, scritto in fretta e furia per cercare di non mancare la scadenza del primo embargo, vi racconteremo quello che lo sviluppatore ci ha detto e ci ha mostrato durante una breve ma intensa presentazione. Rimanete sintonizzati però sulle nostre pagine perché nelle prossime ore non mancherà di arrivare anche un approfondito handson con tutte le impressioni di quanto provato dal vivo, pad di Xbox Scorpio in mano. Iniziamo subito col dire che torna a rivestire il ruolo di producer del gioco quell'Ashraf Ismail a cui dobbiamo probabilmente l'ultimo grande Assassin's Creed di questa generazione, Black Flag. E non è un caso visto che proprio al suo team, a quello che già tempo fa aveva celebrato la piccola rinascita della serie dopo il parziale flop di Assassin's Creed 3, è stato affidato il compito di riportare in auge il brand ripensandolo praticamente da zero. Ed ecco così nascere Origins, un preciso tentativo di tornare alle origini del franchise, di celebrare la nascita della fratellanza degli assassini e, in qualche modo, di stimolare una nuova ripartenza. Purtroppo non saremo in grado di stupirvi perché gran parte delle notizie che stiamo per darvi sono già state distribuite online, merito dell'ennesimo leak a cui sembra soggetto ogni capitolo della serie fin dalla notte dei tempi. Ma cercheremo di spiegarvi ogni cosa nel massimo del dettaglio.
Nella culla della civiltà, dove tutto è nato
Origins sarà ambientato in Egitto nel 49 avanti Cristo, proprio all'apice della civiltà egizia, nel momento in cui sta per implodere iniziando il suo lento ma inesorabile declino. L'era dei faraoni è ormai finita ed è proprio in questo contesto culturale che la congrega degli assassini si prepara a nascere grazie al contributo fondamentale di Bayek, il nuovo protagonista. Un egiziano che riveste la figura di ultimo Mejay: un guerriero di grandissima cultura, nonché ultimo protettore degli usi e delle conoscenze egizie. È il personaggio perfetto in grado di rappresentare gli ideali e le credenze di un mondo che sta ormai morendo e a cui lui appartiene. Egli dovrà affrontare i cambiamenti storici, la nascita delle nuove culture in grado di spodestare una vecchia civiltà basata su consuetudini e riti non più rispettati. È su questo dualismo che si innesta l'azione del giocatore: sulla precisa scelta dello sviluppatore di farlo sentire al centro preciso di uno spartiacque storico molto importante. Uno scenario così importante da un punto di vista iconografico ha ovviamente i suoi positivi risvolti sul gioco: ci saranno le piramidi, le sfingi, le tombe dei faraoni a fare da sfondo a una storia ricca di misteri che cercherà di riportare in vita antiche credenze e soprattutto riti e usanze che noi tutti abbiamo studiato a scuola. La nuova ambientazione ha quindi permesso a Ubisoft anche di ripensare da zero l'esplorazione: stavolta il mondo è completamente free roaming e soprattutto open world senza alcun tipo di caricamento. Le dimensioni della mappa ci sono apparse davvero generose e oltre a rappresentare perfettamente la zona geografica con il Nilo, i deserti, le oasi, i piccoli villaggi e alcuni assembramenti urbani più imponenti come Alessandria, sembra esserci anche una discreta varietà con montagne e zone più lussureggianti che potranno essere scorte in lontananza e raggiunte. È la libertà d'azione il focus con una gestione degli spostamenti che permetterà al volo di salire in groppa a cavalli e cammelli, scendere a piedi per proseguire con il movimento oppure lanciarsi nei combattimenti e ancora salire a bordo di qualsiasi imbarcazione per attraversare il Nilo o magari per tuffarsi in alto mare alla ricerca di qualche tesoro precipitato sul fondale. Il tutto senza soluzione di continuità e alcun caricamento. Qualcuno ha detto The Witcher 3: Wild Hunt? Beh non siete i soli anche se questa impressione ve la spiegheremo meglio nell'articolo dedicato alla prova.
Stupido è chi lo stupido fa
Un così importante cambio di gestione dello scenario non può che essere interconnesso a un nuovo modo di concepire l'intelligenza artificiale. Con Assassin's Creed Origins, Ubisoft prova a giocarsi la carta delle routine comportamentali. Niente più personaggi non giocanti immobili sul proprio posto o in attesa eterna che il giocatore arrivi a colpirli oppure a interagire con essi ma finalmente il tentativo di innovare recuperando quell'idea che rese famosi anni fa i titoli di Piranha Bytes, quali i due Gothic. Stando alle parole dello sviluppatore, ogni personaggio controllato dall'intelligenza artificiale avrà una vita propria fatta di routine e azioni che svolgerà nel corso della giornata in base all'orario e ovviamente alla sua professione. I preti si recano sui luoghi di culto, mangiano, tornano a casa per lavarsi e riposarsi. E questo cambio di gestione degli umani dovrebbe essere sistemico e coinvolgere l'intero ecosistema, fauna compresa, visto che quest'ultima terrà conto della piramide alimentare, ma anche delle varie zone di caccia e della suddivisione territoriale in base ai predatori e alle prede esistenti. Persino il traffico marittimo e quello cittadino saranno intimamente connessi tra loro e con l'intero ambiente.
Il tutto avrà ovviamente delle ricadute sulle missioni che il giocatore dovrà affrontare che non saranno soltanto semplicemente suddivise tra primarie e secondarie come è lecito aspettarsi da un qualsiasi gioco di ruolo ma potranno essere svolte offrendo nuovi gradi di libertà proprio in funzione di quanto ognuno vorrà approfondire la conoscenza dell'obiettivo e della sua vita quotidiana prima di agire nel modo più intelligente possibile. Non è un caso che abbiamo parlato di gioco di ruolo visto che Origins si scrolla completamente di dosso la sua appartenenza al genere degli action adventure per entrare con forza all'interno degli action RPG. Bayek ha un sistema di crescita a livelli con tanto di punti abilità che possono essere spesi in un sistema di skill e talenti suddiviso all'interno di tre ramificazioni focalizzate sulla competenza nella caccia e nel tiro con l'arco, nello stealth e nell'azione melee. Una gestione ruolistica che ha conseguenze anche sull'artigianato e sulla raccolta di materiali e bottini ma, soprattutto, sull'organizzazione e il potenziamento dell'armamentario. Bayek sarà in grado di utilizzare un massimo di due armi da lancio e due oggetti contundenti per il combattimento ravvicinato che avranno specifiche statistiche, come la velocità o la gittata, un grado di rarità ed eventualmente anche abilità attive e passive esattamente come siamo abituati a vedere in un qualsiasi gioco di ruolo. Potremo potenziare non solo la nostra capacità di portarci dietro quantitativi differenti di munizioni ma anche, ovviamente, la resistenza del nostro equipaggiamento e quindi la robustezza dell'armatura che indossiamo.
Dolce menare
E cotanto parlare di armi non può che aprire la strada al dibattito sul combattimento, senza ombra di dubbio l'elemento del gameplay che richiedeva il più importante ripensamento fin da quando la serie ha iniziato a mostrare i primi segni di cedimento. Niente più azione "turnificata" con il classico balletto degli avversari pazienti e precisi nell'attaccare il giocatore uno per volta; niente più contromossa infallibile; niente più abilità e gadget pronti a farvi fuggire in qualsiasi istante con il massimo dell'efficacia. Ora il sistema è più lineare e anche in questo caso sentiamo che Origins si sia ispirato al capolavoro di CD Projekt senza disdegnare qualche innesto dai vari soulslike. Quindi due attacchi leggeri e pesanti, un sistema di targeting molto rapido ed essenziale per non perdere di vista il bersaglio e cambiarlo rapidamente, una parata da utilizzare al momento giusto per sbilanciare il nemico o addirittura stordirlo. E immancabilmente una schivata per allontanarsi rapidamente dai fendenti di chi ci vuole morto.
Possiamo infatti già dirlo: Origins è il nuovo Assassin's Creed che i fan stavano aspettando.
Manca una eventuale barra della stamina ma adesso ci troviamo davvero davanti a un action RPG a tutti gli effetti. Avere un'arma lunga vuol dire colpire tutti quelli che ci circondano rimanendo però esposti nel momento in cui ci si lancia in attacchi pesanti. Allo stesso modo avere tra le mani brevi e rapide lame ci permette di esibirci in toccate e fughe molto efficaci contro i nemici standard ma in grado di fare soltanto il solletico agli avversari più coriacei. La reattività è enorme e finalmente si percepisce un grado di sfida importante che pone questo Origins allo stesso livello delle produzioni action più moderne. Almeno sulla carta visto che le nostre impressioni, pad in mano, le potrete leggere in un altro articolo decisamente più approfondito su questo fronte. Spendiamo le ultime due righe sull'aspetto tecnico che ovviamente deve tenere conto dello stato di alfa del codice visto e provato. Innanzitutto a stupirci è stato l'orizzonte visivo davvero incredibile e soprattutto ricco di elementi in movimento. Ci sono apparse buone anche le strutture, la vegetazione e la fauna che popolavano gli scenari. Ci hanno convinto meno le animazioni e soprattutto abbiamo notato una sporcizia di fondo che rendeva piuttosto ingessati e poco definiti i personaggi e alcuni oggetti dell'ambiente che tendevano ad apparire soltanto a determinate distanze. Bisogna però anche dire che il titolo era già giocabile senza alcun tipo di bug particolarmente vistoso e soprattutto con una buona fluidità di fondo. E questo è già un gran risultato per un titolo appena rivelato.
Assassin's Creed Origins appare già come l'attesa rinascita di un brand che aveva bisogno di una sonora svecchiata. E a quanto pare Ubisoft potrebbe davvero farcela a portare sul mercato un capitolo divertente da giocare, in grado finalmente di offrire un tasso di sfida adeguato e soprattutto ricco di novità per quello che concerne la gestione del personaggio, dei combattimenti e dell'inventario. Il tutto all'insegna di un sistema ruolistico che dovrebbe avere conseguenze anche sull'ambiente esplorabile e sulla vita dei personaggi non giocanti. Appuntamento al 27 ottobre per l'uscita del gioco su PC, PlayStation 4 e Xbox One ma rimanete sintonizzati sulle nostre pagine perché ci saranno diversi altri contenuti per approfondire la vostra conoscenza del sequel.
CERTEZZE
- Un'ambientazione molto affascinante e particolarmente vasta
- Il combat system appare finalmente fresco e con un soddisfacente grado di sfida
- La componente ruolistica ha una interessante profondità e potrebbe modificare sensibilmente l'evoluzione del gameplay
DUBBI
- Il gioco appare sporco nelle animazioni e negli elementi secondari dello scenario
- La qualità della narrativa è tutta da verificare