Dopo un'estate decisamente tranquilla, priva di grandi scossoni in termini di uscite esclusive o novità particolari, si prospetta un autunno alquanto caldo per il mondo di Xbox, soprattutto con il lancio di Xbox One X fissato per il 7 novembre 2017. Considerando che il prossimo arrivo di Forza Motorsport 7 è stato già introdotto nei titoli gratuiti di settembre con la proposta del quinto capitolo, l'offerta di ottobre appare alquanto slegata dalla contingenza degli eventi del panorama Xbox. Com'è noto, il nuovo hardware non cambia l'assetto attuale della console Microsoft, rimanendo perfettamente compatibile con l'offerta Xbox One e non costituendo dunque un nuovo standard in termini di supporto, ma restituisce una nuova dimensione a Xbox all'interno di quella questione tecnologica che ha segnato il percorso di Xbox One fin dalla sua presentazione, ponendola in una sorta di posizione subordinata rispetto alla concorrenza, almeno nell'immaginario comune. Con il nuovo "mostro" di potenza made in Redmond, non cambia l'attuale organizzazione della piattaforma online Xbox Live né la strutturazione dei suoi servizi, ci troviamo solo di fronte a una versione parecchio potenziata della console che dovrebbe garantire la migliore interpretazione possibile dei videogiochi multipiattaforma su console. Tutto questo, in ogni caso, non andrà a variare l'organizzazione dei Games with Gold o di Xbox Game Pass, servizi ormai ben stabiliti nell'organizzazione del Live e anzi probabilmente destinati a ricevere sempre più attenzione nella visione del gaming come servizio che si sta sempre più affermando all'interno dell'attuale panorama videoludico, dove l'offerta di giochi su abbonamento si sta affermando come uno standard non più così strano come un tempo. Come quasi sempre accade, l'elenco ufficiale dei titoli gratuiti per i Games with Gold ha colto un po' tutti di sorpresa, smentendo ampiamente le voci di corridoio emerse in precedenza e senza nemmeno fare gran riferimento al periodo di Halloween, su cui molti si aspettavano che Microsoft avrebbe fatto leva nella lista dei giochi di ottobre. Possiamo piuttosto definirlo un mese all'insegna degli enigmi, del mistero e dell'esplorazione in prima persona, visti i titoli coinvolti soprattutto su Xbox One.
Gone Home - Xbox One (dal primo al 31 ottobre)
Non è facile trovare un gioco in grado di polarizzare le valutazioni come Gone Home, titolo paradigmatico dell'ascesa alle luci della ribalta di uno strano genere come quello dei "walking simulator". Da parte della critica, il particolare titolo di Fullbright ha goduto di un consenso quasi unanime, esaltato soprattutto per il suo innovativo stile narrativo e la capacità di creare atmosfere e caratterizzare i personaggi pur senza metterli mai fisicamente in scena. La spaccatura più evidente, tuttavia, è emersa nel pubblico, dove il gameplay ridotto assolutamente al minimo non è passato sotto-traccia, nascosto alla vista dalle atmosfere e dall'interessante storia stratificata. La controversia rispecchia precisamente quella che si è venuta a creare sui walking simulator in generale - definizione di genere che di per sé sembra già contenere un'implicita connotazione negativa - sebbene Gone Home sia stato in effetti uno dei primi rappresentanti di questa tipologia di gioco. Per chi non lo conoscesse, lo diciamo subito: in Gone Home a tutti gli effetti c'è ben poco da fare e il livello di sfida è quasi inesistente.
Nei panni di Kaitlin Greenbriar, tornata una notte a casa dopo un lungo viaggio, ci ritroviamo a dover indagare sull'apparente e misteriosa sparizione della famiglia esplorando la gigantesca magione nelle vicinanze di Portland, una casa storica che nasconde parecchi segreti sedimentati nel corso di generazioni. Ci si trova dunque a camminare e interagire con oggetti, ascoltare nastri, leggere documenti e comporre un ampio puzzle che si estende dai problemi della sorella ribelle ai segreti dei genitori, tutto attraverso un sistema di narrazione ambientale che lascia molto all'interpretazione dei giocatori senza mai risultare banale. Ad arricchire il tutto c'è la geniale idea di ambientare la storia negli anni 90, riprendendo perfettamente le atmosfere dell'epoca tra estetica generale, musiche e riferimenti culturali. Potremmo dire che amandolo o odiandolo, Gone Home è comunque un gioco che non può lasciare indifferenti, e già per questo merita di essere giocato, per il suo riuscire a toccare alcune corde che difficilmente vengono raggiunte dai videogiochi e rimanere dentro con un bel carico di pensieri e interrogativi.
The Turing Test - Xbox One (dal 16 ottobre al 15 novembre)
Dai misteri dell'Oregon passiamo agli enigmi su Europa, una delle lune di Giove dove si svolge la storia di The Turing Test. C'è un filo conduttore che si ritrova nella scelta della soggettiva e nell'impostazione generale dei due giochi, dando un certo tono intimista e riflessivo a questa mandata ottobrina dei Games with Gold, almeno per quanto riguarda l'offerta dedicata a Xbox One. Il titolo di questo particolare puzzle game di Bulkhead non si riferisce al test di Turing con il solo richiamo al nome della protagonista, Ava Turing. Avanzando tra gli enigmi si capisce che c'è un effettivo legame con le teorie del matematico britannico quando emerge la necessità di risolvere i puzzle combinando ragionamento umano e intelligenza artificiale.
Qualcosa di terribile sembra successo sulla base di ricerca dell'International Space Agency su Europa, e Ava viene svegliata dal sonno criogenico da parte dell'intelligenza artificiale Technical Operations Machine (T.O.M.), che ha lo scopo di supervisionare i lavori del team di scienziati e tecnici inviati dall'I.S.A. Ben presto, Ava si rende conto che qualcosa è andato molto male e che i suoi compagni che l'hanno preceduta alla base sono in pericolo, o peggio, ma per avanzare all'interno dell'intricato sistema di stanze e corridoi è diventato necessario risolvere una lunga serie di enigmi e puzzle incentrati sulla distribuzione di energia, l'attivazione di oggetti e l'utilizzo di strani manufatti che la spingono piano piano verso la scoperta progressiva dei misteri della base. Il tutto, inoltre, con l'indispensabile supporto dell'intelligenza artificiale T.O.M., creando dunque la particolare situazione di interazione tra umano e macchina che è alla base di alcune teorie di Turing e infittendo ulteriormente il mistero di altri colpi di scena e punti di vista inaspettati.
Rayman 3: Hoodlum Havoc HD - Xbox One e Xbox 360 (dal primo al 15 ottobre)
Rispetto ai primi due Rayman, con il primo ricordato ancora oggi per la splendida grafica in 2D e il secondo per la sua ottima struttura in 3D, entrambi sotto la direzione sempre attenta di Michel Ancel, il terzo capitolo ha incontrato pareri piuttosto discordanti. Il passaggio alla tridimensionalità d'altra parte non è mai indolore, a meno che non ci si chiami Mario, e sebbene Rayman 2: The Great Escape sia ricordato comunque come un titolo ottimamente riuscito, il terzo destò qualche perplessità in termini di meccaniche di gioco e atmosfera generale. Non è un caso se la serie è riuscita a ritrovare la propria anima e il giusto riconoscimento da parte di critica e pubblico solo con il ritorno al 2D e di Ancel al timone, con i nuovi capitoli. Tuttavia, Rayman 3: Hoodlum Havoc può essere considerato parzialmente deludente se confrontato con gli altri capitoli ma resta comunque un'interessante testimonianza del periodo in cui i platform 3D con digressioni action adventure più o meno marcate dominavano la Terra. D'altra parte, la tipica atmosfera cartoonesca e umoristica della serie c'è tutta, e anche se risulta meno brillante come meccanica platform e level design rispetto agli altri capitoli, questo è un tipo di gioco che al giorno d'oggi non si trova più tanto facilmente e fa sempre piacere tornare a certe meccaniche. La versione "HD", in particolare, presenta semplicemente un riadattamento grafico in alta definizione del gioco originale, con risoluzione portata a 720p ma senza grandi aggiunte in termini di contenuti. La storia vede Rayman e Globox ancora una volta impegnati nel salvataggio del mondo, questa volta contro i piani malvagi di André, un Lum divenuto oscuro e malvagio. Una giusta premessa per dare l'avvio alla classica scorribanda dei buffi personaggi nel bizzarro mondo di Rayman, a volte è quello che ci vuole.
Medal of Honor: Airborne - Xbox One e Xbox 360 (dal 16 al 31 ottobre)
Tanto tempo fa, prima del duopolio Call of Duty vs Battlefield, il mercato vedeva una quantità di serie di sparatutto ad ambientazione bellica più ampia di quella che si vede attualmente, e tra i franchise principali c'era Medal of Honor. Chi fine avrà fatto questa serie Electronic Arts? C'è la possibilità che venga ripresa prima o poi dal gigante americano, ultimamente concentrato esclusivamente su Battlefield come titolo di punta nel settore FPS? Chissà, fatto sta che l'ultimo capitolo, "Warfighter", uscito nell'ormai lontano 2010 come quattordicesima iterazione della serie, al momento rappresenta ancora la conclusione di Metal of Honor. Per rispolverare i vecchi tempi, può dunque far piacere tornare sui campi di battaglia di Medal of Honor: Airborne, ora poi che a quanto pare l'ambientazione storica è tornata di moda. Il titolo risulta subito abbastanza esplicito per quanto riguarda la particolarità principale di questo capitolo: protagonisti della storia sono infatti gli uomini di una Divisione Aviotrasportata statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale e il fatto che si tratti di paracadutisti introduce una dinamica particolare nell'approccio alle mappe. Facendo iniziare ogni missione da un lancio col paracadute, l'avvio risulta estremamente variabile perché non c'è un punto prefissato da cui partire, cosa che si riflette anche nell'andamento non lineare delle varie missioni distribuite sulle macro-mappe che compongono gli scenari, ovviamente tutte tratte dai fronti di battaglia europei della guerra. Per il resto, si tratta di uno sparatutto in soggettiva ad ambientazione bellica piuttosto classico, che racconta ancora una volta la Seconda Guerra Mondiale dalla prospettiva degli Alleati, ma la caratteristica del paracadutismo risulta ancora effettivamente azzeccata come variante.