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Dragon Ball: dalle origini a Super - Monografie

L'uscita dell'attesissimo picchiaduro ci dà l'occasione di ripassare la storia del famosissimo manga di Akira Toriyama

RUBRICA di Christian Colli   —   29/01/2018

Monografie è una rubrica aperiodica che racconta i momenti essenziali nella storia di alcune società, franchise o personaggi di spicco che hanno lasciato il segno nel mercato videoludico.

In questo periodo, Dragon Ball è tornato sulla bocca di tutti i videogiocatori grazie all'uscita di Dragon Ball FighterZ, il picchiaduro sviluppato da Arc System Works che ha attirato l'attenzione dei media e del pubblico grazie alla cura che la software house nipponica ha riposto nella sua realizzazione: dei videogiochi di Dragon Ball abbiamo già parlato alcuni mesi fa, però questo non è il solito tie-in prodotto alla buona per lucrare sul marchio, ma un titolo di tutto rispetto che potrebbe diventare un caposaldo del genere. Le generazioni si sono susseguite e la storia della mitica opera firmata da Akira Toriyama si è espansa sempre di più, perciò oggi vogliamo raccontarvi come tutto è cominciato.

Prima di Goku c'era Arale

Akira Toriyama esordì nell'affollato panorama dei fumettisti giapponesi nel 1978 con la storia breve Wonder Island, durante un concorso della rivista Jump. Toriyama non vinse ma incoraggiò il suo redattore a dargli un lavoro e poco tempo dopo cominciò la pubblicazione del suo primo manga di successo, Dr. Slump & Arale, che proseguì fino al 1984. Trasmesso ripetutamente anche in Italia, il cartone animato segue fedelmente le vicende del manga e racconta le peripezie di uno scienziato un po' pervertito e della sua forzuta aiutante robot. Poco dopo la conclusione di Dr. Slump & Arale, Toriyama cominciò a disegnare Dragon Ball e la nuova serie divenne immediatamente famosissima: inizialmente voleva essere una parodia avventurosa del romanzo cinese Il viaggio in Occidente, ma poi si trasformò in un susseguirsi di combattimenti e nemici fantascientifici. Pochi sanno che però, intorno al 1995, Toriyama dovette supplicare i suoi editori di lasciarlo concludere una serie che lo stava portando all'esaurimento nervoso a causa dei ritmi serrati e delle aspettative dei lettori, anche perché l'autore doveva supervisionare le serie animate, i lungometraggi e ogni altra opera collegata. La collana originale conta infatti 42 volumetti, 519 capitoli e più di cinquecento puntate animate.

Dragon Ball: dalle origini a Super - Monografie

Dragon Ball

Toriyama comincia a disegnare Dragon Ball nel 1984, ma in Italia il fumetto arriva solo nel 1995. La serie animata invece, iniziata in patria nel 1986, viene trasmessa per la prima volta nel nostro Paese intorno al 1989 su una rete televisiva locale. Mediaset acquistò i diritti soltanto più tardi, quando in Giappone stava per concludersi Dragon Ball Z e in Italia gli anime stavano appena uscendo dalla nicchia in cui erano rimasti tanti anni, diventando un fenomeno culturale. Il manga è un'opera unica, ma la serie animata si divide in due tronconi intitolati Dragon Ball e Dragon Ball Z. La prima serie, per così dire, inizia con l'incontro tra un bambino di nome Son Goku e la giovane Bulma, che sta cercando le sette sfere del drago capaci di esaudire i desideri.

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Il mondo di Toriyama è pittoresco e comprende animali antropomorfi trasformisti, esperti di arti marziali pervertiti, eserciti malvagi e demoni ancestrali. Goku partecipa tre volte a un grande torneo: perde le prime due finali, salvando il mondo al tempo stesso, ma vince solo la terza volta proprio perché Toriyama voleva dare un taglio più originale al suo fumetto. A questo punto si verifica quello che oggi chiameremmo un "time skip" e quando ritroviamo Goku scopriamo che nel frattempo si è sposato e ha avuto pure un figlio, Gohan. È in questo momento che l'anime cambia titolo. Comincia anche la deriva fantascientifica: viene svelato infatti che Goku è un extraterrestre - un Saiyan, per la precisione - e che è arrivato sulla Terra da neonato.

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Gli ultimi Saiyan ancora in vita, però, intendono conquistare il nostro pianeta, ed è così che Goku incontra un rivale che, in seguito, diventerà uno dei suoi migliori alleati e uno dei personaggi più famosi dell'intrattenimento nipponico: Vegeta. Dragon Ball Z si divide idealmente in vari archi narrativi. Nel primo Goku scopre le sue origini e salva il mondo dai Saiyan al costo della sua stessa vita. Nel secondo, dopo essere risorto, Goku raggiunge il pianeta Namek per sconfiggere un potentissimo despota alieno, Freezer. Nel terzo arco, Goku e i suoi alleati devono combattere il sofisticatissimo Cell, un androide che causerà la seconda morte di Goku. A questo punto il protagonista della serie sarebbe dovuto diventare Gohan, ma Toriyama fu letteralmente costretto a riportare in scena l'eroe originale per affrontare un antichissimo mostro chiamato Majin Bu.

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Il successo internazionale di Dragon Ball Z convinse Toei Animation a serializzare un seguito che Toriyama non aveva mai disegnato, ma che comunque supervisionò nella sua forma animata. Dragon Ball GT (starebbe per Grand Tour) cominciò in Giappone nel 1996 e in Italia arrivò nel 1999. Nella nuova serie, Goku torna bambino per via di un malinteso e parte per lo spazio insieme a Trunks e alla nipotina Pan. L'anime voleva inizialmente rievocare lo spirito avventuroso e goliardico del primo Dragon Ball, ma ben presto diventa anch'essa una baraonda di trasformazioni e combattimenti che si conclude nell'arco di 64 puntate.

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L'autore lo ha definito Dragon Ball GT una specie di spin-off ambientato praticamente in un universo parallelo. Il vero sequel di Dragon Ball Z è infatti Dragon Ball Super, cominciato in Giappone nel 2015, diciotto anni dopo la conclusione di Dragon Ball GT. Anche in questo caso Toriyama, pur supervisionando il progetto, non ha disegnato personalmente il manga, affidato invece alle cure dell'autore Toyotaro. Inoltre, è questa volta il manga a essere ispirato all'anime, e non viceversa, e infatti racconta le stesse vicende, seppur riassunte. Nella nuova serie, Goku e gli altri incontrano il dio della distruzione Beerus, combattono il redivivo Freezer e, dopo aver affrontato un sosia malvagio di Goku nel futuro, si trovano loro malgrado costretti a partecipare a una grande battle royale su scala multiversale.

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Non solo TV

Dragon Ball è considerato oggi l'opera di intrattenimento giapponese più famosa in assoluto: lo stile di Toriyama è diventato praticamente lo standard imitato da tutti i fumettisti nipponici moderni. Se siete curiosi di vedere qualche episodio per capire come mai è tanto apprezzato, la serie TV intitolata Dragon Ball Kai potrebbe fare al caso vostro, anche se non è mai stata tradotta ufficialmente in italiano: si tratta di una serializzazione riveduta e corretta dell'originale Dragon Ball Z, senza le puntate riempitive che la rallentavano. Poi ci sono sempre i lungometraggi e gli speciali animati che raccontano le avventure autoconclusive slegate dal fumetto o dell'anime e che quindi possono essere guardate in qualunque momento.

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E poi ci sono i tre orribili film girati dal vivo. Il primo risale al 1990, è di origine coreana, non è mai stato autorizzato ufficialmente da Toei e ovviamente è tremendo. Il secondo film, realizzato in Cina, segue più da vicino la trama della prima serie di Dragon Ball ed è stato persino tradotto in italiano molti anni fa. Il terzo film è molto più famoso, anche se forse dovremmo dire famigerato: diretto da James Wong, è stato girato negli Stati Uniti e a Hong Kong per 20th Century Fox e rappresenta la prima e probabilmente unica produzione hollywoodiana ad alto budget ispirata alla serie. Pur vantando attori discretamente famosi come Just Chatwin (La guerra dei mondi), Chow Yun-Fat (La tigre e il dragone) e James Marsters (Buffy l'ammazzavampiri) il film è semplicemente una pagliacciata che non condivide molto con l'opera originale, se non alcune tematiche e i nomi dei personaggi, e rappresenta una di quelle operazioni commerciali senz'anima che speriamo di non rivedere mai più.

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