La crisi del picchiaduro è ormai cosa nota e ampiamente analizzata in questi anni, sebbene le pur valide giustificazioni a volte decadano di fronte a eccezioni come Street Fighter IV, che dimostrano come ancora ci sia spazio per prodotti confezionati con una cura particolare e un po' di lavoro promozionale aggiuntivo. Certo, l'appartenenza ad una serie che di fatto ha contribuito a creare il genere rappresenta sicuramente un vantaggio, a partire dal richiamo di un titolo così altisonante e dalla forte comunità di appassionati (o almeno conoscenti) su cui il gioco Capcom ha potuto contare.
Per il resto, valgono i medesimi principi: l'essenza puramente arcade, il gameplay austero e primordiale del picchiaduro a incontri sembra non riuscire a trovare una propria collocazione tra le opulente produzioni di maggior spessore di questa generazione. Quello che rimane al genere è affidarsi al lavoro di qualche artigiano nostalgico o, male che vada, a qualche conversione o rifacimento di idee, codice e suggestioni tratte dalla pur gloriosa tradizione passata. SNK Playmore di tale tradizione può vantare una fetta importante (almeno per quanto riguarda la prima delle due compagnie facenti parte della partnership), dunque è normale attendersi dal publisher qualche nuova introduzione nel campo, ormai piuttosto desolato, del beatem'up uno contro uno. Dopo la via tradizionale riportata in auge con The King of Fighters XII, maggiormente vicino alla tradizione classica del genere, se non altro per la riproposizione della grafica in 2D come uno degli elementi fondanti di questa tipologia di gioco, SNK Playmore ripropone un altro dei suoi franchise di maggior successo con questo Samurai Shodown Sen. Sviluppato da XSEED, il titolo in questione è in verità un porting piuttosto diretto di Samurai Shodown: Edge of Destiny uscito in versione arcade su scheda Taito Type X2, trasportato in esclusiva su Xbox 360 senza variazioni sostanziali in termini di contenuti e realizzazione tecnica.
Scontro all'arma bianca
La caratteristica distintiva della serie Samurai Shodown (o Samurai Spirits) è sempre stata l'introduzione dell'arma bianca come principale sistema di attacco. Prima dell'arrivo di Soul Edge e derivati, non erano moltissimi i picchiaduro uno contro uno che proponevano un approccio simile allo scontro, solitamente impostati secondo la classica tradizione di Street Fighter e delle tecniche marziali o di lotta assortite a mani nude. L'ambientazione in stile nippo-medievale tra samurai e spadaccini ha consentito a SNK da una parte di poter disporre di un fascino particolare nella caratterizzazione dei personaggi, dall'altra di introdurre uno stile di combattimento alternativo. La dinamica dello scontro non è poi molto diversa da quella degli altri picchiaduro, ma varia quel tanto che basta a discostarlo dalla massa: sostanzialmente, invece dei soliti attacchi con pugni e calci, abbiamo a disposizione l'attacco con la lama e quello con il corpo, quest'ultimo solitamente rappresentato da varie tipologie di calcio, oltre alle classiche prese e attacchi aerei. Combinando i vari colpi è possibile inanellare varie combo, mentre l'esecuzione di particolari sequenze di movimenti dello stick e pressione di tasti consente di liberare i colpi speciali, caratteristici per ogni personaggio. Per quanto visto finora, Samurai Shodown Sen, nella sua struttura, sembra aver risentito del passaggio dalla rappresentazione in 2D a quella in 3D, che evidentemente non ha coinvolto solo l'aspetto estetico.
Su quest'ultimo ci riserviamo di giudicare avendo di fronte la versione finale e in ogni caso la valutazione può essere fortemente soggettiva, ma è difficile negare una certa banalizzazione della grafica data probabilmente dalla perdita del fascino classico della grafica in bitmap. La conseguenza sul piano strutturale è una certa uniformità dello stile di combattimento con quello tipico di altre serie di picchiaduro in 3D: maggiore staticità dei personaggi e ruolo marginale o comunque non perfettamente implementato della fase aerea in primis. Si avverte una certa "pesantezza" dei modelli poligonali con movimenti e animazioni che, necessariamente più realistiche e legate fra loro, perdono quel dinamismo e quella spettacolarità tipici dell'originale. Sembra mancare, in buona sostanza, quella caratteristica che ha reso un successo Street Fighter IV, ovvero la (quasi) perfetta trasposizione delle dinamiche classiche 2D in un contesto tridimensionale.
Guerrieri a tre dimensioni
Nella valutazione del comparto tecnico è difficile non rientrare nella diatriba ormai anacronistica tra 2D e 3D. D'altra parte, trattandosi di un genere che fa della tradizione il suo punto di forza, la discussione non è del tutto fuori luogo: come riferito in precedenza, seppure la questione si ponga forse su un piano più soggettivo che altro, non si può non notare un certo calo di fascino e di caratterizzazione sopravvenuto con la rappresentazione tridimensionale del gioco.
Intendiamoci, il lavoro svolto nel recupero dei personaggi e nel loro adattamento a nuovi modelli poligonali è lodevole, ma si è persa gran parte della magia tipica dei vecchi episodi, le cui animazioni cartoonesche, zoomate continue e scenari disegnati erano elementi fondanti e d'altra parte il motore grafico appare piuttosto datato rispetto alle più moderne produzioni del genere con rappresentazione tridimensionale. Permane la caratterizzazione in stile Giappone feudale che sicuramente contribuisce a distinguere Samurai Shodown Sen dagli altri picchiaduro, in ogni caso, mentre i combattenti sono qui molti e variegati, con un assortimento che non mancherà di soddisfare sia l'utente affezionato alla serie che il neofita. I personaggi sono 26 in totale, dei quali circa la metà sono nuove introduzioni, pertanto il lavoro effettuato sul rinnovamento del roster è notevole, mentre i protagonisti storici (Haohmaru, Galford, Charlotte, Tachibana Ukyo e altri per un totale di 13) sono comunque presenti ad assicurare una continuità con la tradizione della serie. Nella norma il comparto audio, che conta sulle solite musiche d'accompagnamento senza troppa storia e sulle classiche frasi parlate che scandiscono gli scontri. L'uscita di Samurai Shodown Sen è attesa per primavera, non manca dunque molto ad avere un visione un po' più completa di questa produzione SNK Playmore.
CERTEZZE
- Il ritorno di un brand storico
- Di spazi vuoti lasciati dal genere ce ne sono
- Belle atmosfere
DUBBI
- Realizzazione tecnica non eccelsa
- Più macchinoso dei vecchi capitoli
- Non sembra offrire nulla di più dei concorrenti