0

Il ritorno del witcher

I lunghi capelli bianchi raccolti in una coda, il volto segnato da innumerevoli battaglie, Geralt di Rivia è tornato per tener fede alle proprie promesse.

ANTEPRIMA di Tommaso Pugliese   —   31/03/2010

Spuntato fuori praticamente dal nulla, The Witcher ha avuto il merito di portare una boccata d'aria fresca nel genere degli RPG. L'importanza del suo contributo è stata riconosciuta tanto dalla critica di settore quanto dalla comunità dei videogiocatori, che gli hanno conferito più di cento premi e ne hanno decretato il successo commerciale con circa un milione e mezzo di copie vendute nella sola versione PC.

Il ritorno del witcher

La cosa più straordinaria è che dietro un progetto così ben realizzato non si cela un'enorme multinazionale americana, bensì un team di sviluppatori esordiente, il CD Projekt RED, società satellite di un'azienda (CD Projekt, appunto) che da alcuni anni si occupa di localizzare e distribuire videogame per il mercato polacco. Parte del successo di The Witcher è dovuto senz'altro alla sua particolare ambientazione, ispirata a una serie di romanzi scritti da Andrzej Sapkowski, che sullo sfondo dell'oscuro regno di Temeria racconta le gesta dei witcher, mutanti incapaci di procreare nati solo per combattere i mostri. Geralt di Rivia è uno di loro, un guerriero abile con la spada ma al contempo capace di utilizzare la magia. Nel primo episodio della saga l'abbiamo visto risvegliarsi da un misterioso torpore, completamente privo di ricordi, impegnato in un lento e faticoso recupero della propria identità e delle proprie facoltà. In questo sequel non ci troveremo a fronteggiare il medesimo espediente narrativo: Geralt potrà godere fin dall'inizio delle sue abilità e svilupparle attraverso tre differenti categorie: spada, magia e alchimia. Avremo modo di veicolare i punti esperienza acquisiti al termine di ogni combattimento per migliorare l'una o l'altra caratteristica, ottenendo dunque un personaggio disegnato attorno al nostro modo di approcciare la partita.

Gli assassini dei re

La trama di The Witcher 2: Assassins of Kings vede il cacciatore di mostri dai capelli bianchi investigare circa l'uccisione di alcuni re che governavano i territori del nord. Gli assalti, perpetrati con un'indicibile violenza, sono opera di un misterioso gruppo di assassini che sembrano in qualche modo collegati ai witcher. Ma qual è la verità? Per scoprirlo, Geralt dovrà viaggiare fino ai confini che separano il regno di Tameria da Kaedwen e Aedrin, e lì confrontarsi con le più grandi e pericolose forze dell'universo.

Il ritorno del witcher

Chi ha giocato con The Witcher sa bene che una delle peculiarità di questo RPG è costituita dalla presenza di "bivi" e scelte che influenzano la trama e provocano avvenimenti alternativi. Lo stesso sistema è stato adottato per il sequel, solo che stavolta avremo a che fare con ben tre trame differenti e parallele, in grado di condurci ad altrettanti finali e di produrre chiaramente una serie di eventi basati su ciò che decidiamo di fare nei momenti "chiave". Gli sviluppatori parlano di un tempo di gioco effettivamente più corto rispetto al primo episodio, ma meno dispersivo e più ricco di accadimenti, all'insegna del ritmo e dei colpi di scena. L'espediente dei flashback è stato ripreso e modificato per meglio amalgamarsi con il gameplay, rendendo l'esperienza più fluida e scorrevole in tutte le sue sfaccettature. Tutta la fase esplorativa è stata potenziata: se già visitare i territori del regno di Tameria in The Witcher si traduceva in un'esperienza di grande impatto, nel sequel godremo di una libertà di movimento ancora maggiore, fortemente orientata alla tridimensionalità dell'interazione con l'ambiente. Potremo insomma scalare delle pareti, superare ostacoli di varia natura, discendere da rupi e quant'altro, quasi azzerando i limiti spesso imposti da questo genere di prodotti. La qualità dello scenario è stata anch'essa migliorata, e non di poco: i filmati disponibili in rete, peraltro appartenenti a una versione ancora largamente incompleta del gioco, ci mostrano non solo un'efficace quanto spettacolare implementazione del ciclo giorno / notte, ma anche la presenza di numerosi personaggi non giocanti con cui interagire, che reagiscono alle nostre azioni in modi differenti e ci restituiscono la sensazione di trovarci davvero nel mondo inventato da Sapkowski. Il lavoro fatto in questa direzione risulta molto simile a quanto visto nello splendido Assassin's Creed 2, con cui la nuova avventura di Geralt sembra condividere la ricchezza dei dettagli, pur facendo riferimento a un mondo di fantasia.

Il ritorno del witcher

A caccia di mostri

Non sono ancora stati resi noti i dettagli circa il sistema di combattimento, che da quanto è stato possibile vedere sembra basarsi sulla medesima struttura vista in The Witcher. Sono però aumentate in modo esponenziale le variabili che ai combattimenti vengono applicate.In primo luogo si parla di una maggiore corrispondenza fra il livello di potenza del nostro personaggio e le conseguenze delle sue manovre offensive: eliminare gli stessi avversari diventerà più semplice una volta che avremo arricchito Geralt con nuove abilità o armi, ma in breve tempo il gioco cercherà di adattarsi alle nostre capacità per tenere sempre alta la sfida. Nel primo episodio della serie potevamo contare qualcosa come dieci armi, mentre il sequel promette circa duecento fra armi, armature e oggetti vari.

Il ritorno del witcher

Di più: ogni singolo elemento potrà essere potenziato, portando il concetto di personalizzazione ai suoi estremi e creando i presupposti per un'esperienza che cambia in modo sostanziale in base alle nostre decisioni. Non bastasse tutto questo, c'è anche la variabile costituita dalle pozioni mutagene, in grado di potenziare determinate abilità piuttosto che altre. Aumentando il numero degli oggetti, si è pensato bene di eliminare il limite dell'inventario e di riorganizzarlo in modo da poter gestire rapidamente tutto ciò che costituisce il nostro equipaggiamento. Per quanto concerne l'aspetto tecnico, i miglioramenti sono evidenti: i personaggi sono molto più dettagliati e godono di una migliore caratterizzazione, le animazioni sono estremamente curate e gli scenari appaiono ricchi di elementi, straordinariamente definiti e arricchiti da un sistema di illuminazione convincente. Il RED Engine promette prestazioni eccellenti, anche se a questo stadio di sviluppo è ancora prematuro parlare di configurazioni minime e di un eventuale supporto delle DirectX 11. La qualità di The Witcher e la passione con cui CD Projekt RED sta portando avanti lo sviluppo di questo sequel costituiscono delle vere e proprie garanzie sulla bontà del risultato finale. The Witcher 2: Assassins of Kings sarà più vasto, più vario e più sfaccettato del primo episodio, con scenari mozzafiato e una grande attenzione per i particolari. Non vediamo l'ora di provarlo. E voi?

CERTEZZE

  • Fase esplorativa più ricca
  • Grafica spettacolare e attenzione ai dettagli
  • Maggior spessore rispetto a The Witcher

DUBBI

  • Sistema di combattimento da verificare
  • Dichiaratamente più corto del primo episodio