Che Killzone rappresenti un brand importante per Sony è cosa scontata e assodata, ulteriore conferma ne è stata lo spazio dedicato durante il PlayStation Experience 2011 all'imminente terzo capitolo, un'intera giornata che ci ha permesso di provare lo split screen, il 3D, il Move, il multiplayer e una porzione del single player.
In realtà il titolo dei Guerrilla è praticamente già sotto fase di recensione, ma sicuramente le cinque ore passate in compagnia degli sviluppatori, con le prove dirette e le presentazioni, ci ha permesso di avere un quadro più generale di cosa ci aspetta e magari concentrarci maggiormente sugli elementi più importanti o di maggiore criticità del codice finale. A tenere banco ci ha pensato Hermen Hulst, managing director di Guerrilla, che in una prima presentazione ha posto l'accento su uno degli aspetti che ha goduto delle maggiori migliorie rispetto al comparto tecnico: l'impianto narrativo.
Guerra civile
Pur avendo creato infatti un mondo di gioco interessante e ben strutturato, è innegabile come Killzone 2 abbia difettato non poco in termini di narrazione intesa come interpretazione dei personaggi (per non parlare del doppiaggio italiano...) ma anche di momenti topici al di là del bellissimo filmato iniziale in computer grafica e della fine comunque non scontata. Proprio per questo motivo Killzone 3 ha beneficiato del lavoro dello stesso studio artistico che ha messo le mani anche su Uncharted 2, e proporrà un tipo di storia più orientata sui personaggi, integrata con le parti giocate e con una sterzata maggiore verso il genere sci-fi.
A tal proposito ci sono stati mostrati diversi estratti provenienti dalla campagna single player, mediante i quali abbiamo potuto apprezzare la maggiore potenza scenografica delle sequenze di intermezzo e, come dopo le vicende del secondo capitolo, ci sia una forte contrapposizione anche all'interno degli stessi Helghast, tra il capo delle forze militari e Johrman Sthal, l'esponente più carismatico di tutta l'ideologia politica sulla quale "vive" questa razza aliena. Sev e Rico insieme agli ISA saranno ancora una volta i protagonisti principali (salvo sorprese più avanti...), ma in Killzone 3 ad ogni modo lo scontro non sarà focalizzato sulla vittoria di una o l'altra fazione, bensì sulla sopravvivenza di milioni di persone e pianeti differenti. Con questo Hulst si è riallacciato alla seconda critica mossa da una parte degli utenti, ovvero quella della scarsa varietà delle ambientazioni unitamente ad una mappa di gioco piuttosto ridotta in termini di estensione laterale. In questo caso abbiamo potuto subito scorgere la ben nota ambientazione sulla neve, quella urbana, quella spaziale ma anche quella che ci ha portato in una foresta, che abbiamo provato in prima persona.
Sporca guerra
Dopo diverse sessioni di gioco abbiamo notato come il motore grafico di Killzone 3 riprenda l'ottima base, riveduta, corretta e potenziata, del secondo capitolo e proponga mappe di gioco più estese e "aperte" rispetto al passato. Il gioco dei Guerrilla rimane una festa di effetti particellari e di filtri, ma è migliorato anche nel frame rate (seppur non sia sempre ancorato ai 30 frame al secondo) e nella definizione, con toni sempre poco saturi ma con piacevoli contrapposizioni in congiunzione con gli effetti sparati a schermo. Dal punto di vista sonoro la recitazione in inglese ci è parsa più imponente anche in un'ottica prettamente tecnica, aspettiamo quindi con ansia di provare quella italiana, che come detto soffriva sia in fatto di interpretazione che di integrazione con l'audio di gioco. Prima di passare al gameplay vero e proprio ci piacerebbe parlare del supporto 3D, presente ovviamente nel gioco e regolabile su una scala percentuale.
Dobbiamo ammettere che la profondità di campo è interessante e gli occhialini attivi di Sony fanno un ottimo lavoro, purtroppo rimaniamo sempre scettici su questa tecnologia proprio per l'uso degli occhiali di cui sopra ma anche per il fatto che il cervello si affatichi molto più velocemente, sensazione condivisa da tutti i giornalisti presenti, rendendo difficili lunghe sessioni di gioco. Un'ulteriore sessione l'abbiamo disputata in splitscreen, novità assoluta per la serie, all'interno di un livello innevato contro navicelle Helghast al comando di una sorta di veicolo, e di uno urbano, dove abbiamo avuto modo di provare nuovamente il Jet Pack, che aumenta le soluzioni a disposizione. Per questa modalità Guerrilla ha scelto una curiosa implementazione nella quale lo schermo è diviso in verticale, con delle barre nere asimmetriche per preservare le proporzioni. Pur trattandosi di una scelta encomiabile da questo punto di vista, lo spazio sacrificato non è poco ed è necessario un televisore bello grande per avere sempre chiara la situazione di gioco. Anche perché in splitscreen il dettaglio grafico sembra calare, soprattutto in termini di pulizia e di effettistica. Dulcis in fundo, Guerrilla non riuscirà ad implementare il coop anche online, un grosso peccato perché, si sa, l'appetito vien mangiando. Gli sviluppatori non hanno escluso a priori future implementazioni di questa modalità, ma per adesso tutti quanti ne dovremo fare a meno.
Tutti contro tutti
Prima di passare a PlayStation Move e multiplayer ci preme parlare del gameplay, altra caratteristica (davvero?) estremamente importante. Abbiamo già detto degli spazi più ampi e dell'aspetto narrativo che sembra avere più mordente, dalla nostra prova abbiamo potuto confermare anche come i controlli siano più reattivi e come permanga al contempo il senso di fisicità che è stato uno dei punti di forza del secondo capitolo. Un buon mix quindi, che si avverte nel cambio arma, nella copertura ma anche quando il proprio giocatore deve saltare un ostacolo, aspetti che oggettivamente erano un po' pesanti nel capitolo precedente. Lo schema di controllo sembra essere completamente personalizzabile, così come la sensibilità sui vari assi e la scelta quindi di dove posizionare la mira di precisione piuttosto che le coperture. Non abbiamo avuto modo di approfondire a dovere quest'ultimo aspetto, ma Guerrilla ha assicurato che saranno presenti praticamente ovunque e il loro utilizzo sarà più immediato che in passato. Una novità però l'abbiamo subito notata, ovvero quella della copertura preceduta dalla scivolata, un buon modo per muoversi velocemente da un punto di riparo all'altro.
A beneficiarne quindi è tutto il fluire dell'azione, anche perché con Killzone 3 gli sviluppatori hanno introdotto tutta una serie di combattimenti corpo a corpo contestuali alla posizione del giocatore e dell'avversario, alcuni dei quali piuttosto cruenti ma anche utili per approcciare il gameplay in maniera più varia. Pensate che poi anche il multiplayer beneficerà di una modalità dedicata a questo aspetto, oltre che essere potenziato in toto rispetto a quello se vogliamo sottovalutato del secondo capitolo. In realtà e in maniera strana durante il PlayStation Experience 2011 abbiamo provato l'unica modalità presente già in Killzone 2, quella denominata Warzone che prevede sei diverse tipologie di multiplayer combinate in sequenza, per una durata di almeno trenta minuti. Siamo comunque riusciti ad apprezzare il sistema di controllo migliorato, e la nostra fazione si è imposta 4 a 2 con il sottoscritto in prima posizione e con il nostro PR Sony massacrato senza appello.
E le novità?
Visto che siamo buoni comunque vi illustriamo anche le caratteristiche inedite che abbiamo appreso durante la presentazione dedicata. Innanzitutto il sistema di carriera sarà più bilanciato e il matchmaking migliorato per non spaventare mai l'utente, tutte le classi saranno finalmente disponibili da subito e non sarà necessario ad esempio arrivare al livello 14 per accedere al cecchino. Le mappe saranno otto, più due del precedente capitolo gratuite per chi ha ordinato il gioco, mentre le ulteriori modalità di gioco sono denominate Guerrilla Warfare, il classico deathmatch personalizzabile con una miriade di filtri, e Operation Mode, all'interno del quale sedici giocatori si sfidano in due fazioni durante alcune missioni divise in diversi step, dove un gruppo deve avere la meglio sull'altro. A rendere il tutto più coinvolgente ci saranno anche sequenze non interattive legate al completamento di una parte importante della missione, diverse ovviamente per ognuno schieramento. Il nostro articolo si chiude con due considerazioni riguardo PlayStation Move, Guerrilla insieme ad alcuni ingegneri ha ideato un controller/fucile specifico per il gioco, che posiziona il Navigation Controller davanti (per il movimento del giocatore) e il Move Controller in alto, collegato al resto dell'arma tramite porta mini usb.
In tal misura è possibile impugnare l'arma come se fosse un fucile "vero" e utilizzare il grilletto apposito per sparare. Come per il 3D anche in questo caso siamo abbastanza critici sul fatto che utilizzare il gioco in questo modo possa essere più divertente anche per utenti meno smaliziati. Seppur sia possibile modificare tutta una serie di parametri legati alla sensibilità oppure all'aggancio automatico dei nemici, muoversi, sparare e girare la visuale velocemente è piuttosto difficile, sospettiamo quindi che sarà necessaria molta pratica che si sposa poco col concetto user friendly di PlayStation Move. Questo è quanto per Killzone 3, in attesa della recensione definitiva possiamo dire che Guerrilla sembra aver potenziato e migliorato tutti gli aspetti critici del secondo captiolo. L'unica cosa da "temere" sono tutte quelle implementazioni accessorie (3D e Move in primis) che speriamo non abbiano levato troppo lavoro alla cura del resto.
CERTEZZE
- Impianto narrativo migliorato
- Gameplay più fluido
- Multiplayer ai massimi livelli
DUBBI
- Le nuove periferiche non sembrano essere così "user friendly"
- Purtroppo la cooperativa online non è presente