La notizia è di cronaca: in un carcere cinese sono stati trovati dei secondini che costringevano i detenuti a fare i gold farmer su World of Warcraft. In realtà non c'è niente di granché nerd in tutto questo, WoW è solo una fonte di guadagno come un'altra e si sa che quando girano i soldi sorgono in fretta comportamenti scorretti.
Quello che ha colpito la mia immaginazione però, è il quesito se si riescano a distinguere questi operai coatti del videogame dai semplici appassionati, se i primi abbiamo una determinazione e dei volumi di gioco effettivamente superiori ai secondi. Se, insomma, le punizioni di galera possono spingere oltre quello che fa già normalmente la semplice passione.
Venite alla tana, siamo ancora a piede libero. E se finiremo dentro sarà sicuramente per qualche casino su Facebook.