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L'oscurità nell'anima

Dark Souls è oramai in dirittura d'arrivo, il nostro doppio provato su PlayStation 3 e Xbox 360!

PROVATO di Marco Perri   —   15/09/2011
Dark Souls
Dark Souls
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Versioni testate: PlayStation 3 e Xbox 360

Purtroppo (o per fortuna, potrebbero dire alcuni) i tempi in cui videogiocare comportava affrontare e superare vere e proprie dimostrazioni di perfidia dei vecchi game designer sono veramente lontani. Questa generazione, escludendo ciò che di buono e fresco ha portato il sistema di obiettivi/trofei in termini di competizione, non ha certo brillato per picchi di sfida elevati.

L'oscurità nell'anima

Da questo punto di vista è innegabile che la perversione minimalista dei ragazzi di From Software abbia rappresentato una sorta di spartiacque in un trend quasi assoluto di semplificazione del software disponibile, facendo in breve tempo diventare il proprio Demon's Souls un piccolo totem della sfida, una sorta di maledizione tentatrice. Vediamo insieme grazie al nostro avanzare nelle prime ore di gioco in che modo questo seguito spirituale si propone di migliorare ed incattivire ancora di più quanto già offerto dal primo episodio di questa particolare saga.

Se non è tragico non ci piace

Poteva il mondo non essere reduce da una guerra campale che ha messo a ferro e fuoco montagne e foreste? Assolutamente no, e in questa devastata situazione noi non saremo altro che una semplice, umile e malcapitata anima prescelta, protagonista di un misterioso disegno che si traccerà sfida dopo sfida. Ma andiamo con ordine: è grazie ad un ottimo video e a un'affascinante voce femminile narrante che impariamo della guerra avvenuta in passato tra i Draghi, vecchi abitanti delle terre conosciute e i Lord, gloriosi combattenti e guide militari di eserciti dei più variegati. Abili strateghi, maghi, mostri e cavalieri si frapposero al dominio delle potenti creature e solo grazie alle loro abilità e potenza la razza umana riuscì a reclamare il territorio dove avrebbe poi costruito il proprio caotico regno, luogo delle nostre future peripezie. La creazione del personaggio vi permetterà di caratterizzare il vostro alter ego virtuale nei modi e nei lineamenti che più vi aggradano; tornano classi come il chierico, il cavaliere, il ladro, il barbaro, il mago e altri ancora, con ovvie differenze nei titoli e nelle abilità ma senza stravolgere quanto già visto nel primo episodio. Siete pronti per l'esodo? Strizzando l'occhiolino alla saga The Elder Scrolls è all'interno di una raccapricciante prigione che inizia la nostra avventura, dove tra lamenti, ruggine e soffusi bagliori di torce ci rendiamo conto che è ora di affrontare gli orrori del luogo.

L'oscurità nell'anima

La malefica volontà degli sviluppatori viene subito a galla, fornendo con un tutorial iniziale estremamente scarno una finestra sui comandi base, una concessione di errore data solo dall'evidente livellamento verso il basso dei danni che i primi nemici possono infliggerci. Sin dai primi passi è palpabile la sensazione di soffocamento di ogni luogo e angolo, con una costante richiesta di cautela e attenzione nell'effettuare ogni passo. Come da spietata tradizione, sarà proprio quando meno ve lo aspettate che un rumore sospetto vi suggerirà l'involontaria attivazione di una trappola, gettandovi irrimediabilmente nel panico. Il sistema delle anime riprende quanto ampiamente visto nel prequel, senza apporre particolari modifiche, permettendoci di recuperarle sconfiggendo i nemici e grazie a esse salire di livello e potenziare le nostre armi.

Tanti, troppi modi per morire

Morti croniche, cadute accidentali, nemici invincibili, sembra quasi un muro invalicabile. Non preoccupatevi, all'inizio sembrerà esattamente così, ma è questo il bello, no? Superate le prime stanze veniamo finalmente a contatto con le vere novità importanti. Nonostante il resto dei comandi sia rimasto pressoché invariato, è l'aggiunta di una nuova animazione in corsa a farci capire che, anche se sommessamente, qualcosa è cambiato nella strategia globale del gioco. Alla maestria tecnica e certosina richiesta in ogni combattimento per evitare fendenti frontali e di spalle dovremo infatti unirvi una perfetta abilità nell'utilizzare il salto in corsa per fuggire da situazioni non proprio convenienti, o attacchi di nemici che ci devasterebbero senza complimenti.

L'oscurità nell'anima

Altra novità è il colpo speciale, inferto in questo caso al primo boss, sorpreso in uno dei nostri molteplici tentativi di abbatterlo grazie ad una mazzata in salto dal piano superiore che l'ha pesantemente danneggiato, aiutandoci nell'ardua missione di camminare sul suo cadavere. Unici punti di ristoro, i falò che troverete sparsi qua e là per le mappe (ricordiamo, è stato rimosso l'hub principale di Demon's Souls in favore di ambienti collegati tra loro e strutture più grandi da esplorare), che permetteranno di recuperare l'energia, attivare un checkpoint e salire di livello grazie alle nostre anime. Idillio infinito? Neanche per sogno, poiché ogni volta che ci siederemo attorno al fuoco per riprenderci dalle fatiche fatte, tutti i nemici che avremo abbattuto torneranno magicamente in vita, resettando ogni sforzo mentale e fisico compiuto e rendendo dubbia anche la più ovvia delle scelte. Bisogna agire con saggezza, poiché una volta allertati, i nemici vi seguiranno fino in capo alla mappa, quindi abbandonate l'idea di correre tra gruppi di scheletri sperando rimangano lì, ve li ritroverete dietro più combattivi che mai.

L'oscurità nell'anima

Tecnicamente, il motore di gioco è lo stesso del primo episodio, con particolare enfasi riposta nell'espansione delle mappe e le molteplici vie che potremo seguire, a nostro rischio e pericolo. La direzione artistica è come sempre tremendamente ispirata con ambienti, castelli, torri e montagne perfettamente disegnati e accompagnati da una scelta cromatica sempre azzeccata ed emozionante. L'arrangiamento sonoro è puntuale, con tracce d'atmosfera che ci gettano di prepotenza nell'oscura ambientazione fantasy, complici effetti che sfruttano bene il Surround permettendoci di capire da dove arrivano frecce, nemici e infernali palle infuocate. Manca ormai pochissimo all'uscita del gioco prevista per il 6 ottobre quindi il prossimo appuntamento è con la recensione di Dark Souls.

Durante il TGS 2011 abbiamo avuto modo di provare per la prima volta in assoluto la versione per Xbox 360 di Dark Souls, in uno stato presumibilmente prossimo a quello finale. Il gioco ovviamente è identico in tutto e per tutto alla controparte PlayStation 3 e non siamo ancora in grado di fare un confronto più approfondito su eventuali differenze in termini di texture e fluidità (abbiamo scorto qualche rallentamento sporadico su entrambe le versioni, ma non abbiamo provato sezioni identiche) se non confermare la migliore gestione della creazione del personaggio rispetto a Demon's Souls, con più classi a disposizione, la possibilità di cominciare l'avventura con un oggetto a scelta da una rosa di diversi tipi, la bellissima sequenza di computer grafica iniziale e la difficoltà che aleggia su tutta la produzione: al primo boss serio che abbiamo incontrato siamo durati pochissimi secondi.

CERTEZZE

  • Nuove ambientazioni
  • Ancora più tecnico
  • Maggior profondità di gioco

DUBBI

  • Gameplay identico al predecessore
  • Oltre i limiti della frustrazione
  • Vorrà la vostra anima