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Fango e arena

Milestone ci invita a sporcarci le mani con una simulazione di Motocross dall'anima fortemente arcade; facciamo una prova un po' più approfondita del nuovo MUD: FIM Motocross World Championship

PROVATO di Giorgio Melani   —   21/02/2012
MUD: FIM Motocross World Championship
MUD: FIM Motocross World Championship
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Versione testata: Xbox 360

L'etichetta italiana Milestone si è specializzata in giochi di guida che da tempo oscillano tra caratteristiche simulative e derive arcade, come a manifestare la persistenza di un filone, una sorta di particolare visione del racing game che lega le produzioni della casa milanese dai tempi di Screamer - il primo grande successo targato 1995 all'epoca sotto il marchio "Graffiti" - ad oggi. Dopo le velleità simulative, comunque ibridate dalla vena dinamica, veloce e intuitiva del gioco di corse arcade, pienamente afferente a quest'ultima idea del racing sembra essere

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MUD: FIM Motocross World Championship, che pur sfruttando in esclusiva la licenza sui campionati FIM di Motocross MX1, MX2 e MxoN non rinuncia ad una sua particolare interpretazione della popolare, seppure poco sfruttata in termini videoludici di questi tempi, disciplina motociclistica. La prova precedente, effettuata a dicembre, si era concentrata maggiormente sulla modalità Campionato, che è poi quella che sfrutta in maniera più estesa la licenza ufficiale, presentando i 12 tracciati ufficiali del Campionato Mondiale FIM e gli 84 piloti afferenti alle categorie, ma questo è solo un aspetto di quanto il gioco ha da offrire tra singolo e multiplayer (online per un massimo di 12 giocatori in gara).

Fango e arena

Oltre alla modalità ufficiale, che consente di affrontare gare veloci o interi campionati nelle categorie mx1, mx2 o Motocross Nations utilizzando piloti ufficiali e versioni reinterpretate delle 12 piste su licenza, l'esperienza più pregnante nel single player è indubbiamente legata al MUD World Tour, che si caratterizza per una progressione quasi "ruolistica" del pilota tra una corsa e l'altra e consente di provare un assortimento delle varie sfide presenti nel gioco con la successione dei diversi eventi. Abbandonando il clima da seriosa simulazione, il World Tour sintetizza bene lo spirito infuso da Milestone in questa interpretazione, facendo leva sulla spettacolarità della disciplina ma trovando il giusto mezzo tra spinta arcade, caratterizzazione fumettistica e attaccamento alla realtà.

Tra salti e fango

A prima vista il modello di guida può sembrare improntato su una dinamica esclusivamente arcade e poco realistica, ma in verità, dopo qualche minuto con il controller in mano, ci si rende conto di come si tratti di un giusto mezzo tra realismo e necessità di rendere divertente l'esperienza di gioco. Effettivamente la gestione della fisica applicata a moto e piloti solleva qualche dubbio, tra innocui rimbalzi in occasione di scontri minori e un certo scollamento tra il comportamento piuttosto stabile e costante della moto e la conformazione della pista con tutte le sue asperità e variazioni di aderenza, ma si nota e risulta poi evidente avanzando nel gioco, un taglio particolare scelto dagli sviluppatori per la costruzione di un videogioco che possa ben ricreare l'atmosfera del motocross e renderlo anche godibile in termini di gameplay.

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L'accessibilità si nota dunque fin dalle prime partite e consente un immersione diretta nel gioco senza enormi frustrazioni: un tasto per l'accelerazione, uno per il freno, un tasto per eseguire lo "scrub" e lo stick analogico per indirizzare la moto, questi i comandi fondamentali che ci consentono fin da subito un controllo completo del mezzo. Se gli scontri con gli altri motociclisti solitamente si risolvono in innocue sgomitate che non influiscono sul comportamento della moto e i colpi a velocità moderata contro i cartelloni a bordo pista non rappresentano eccessivi problemi per la performance, bisogna stare attenti al momento di stacco nei salti per essere certi di atterrare all'interno dei bordi della pista e c'è la necessità costante di dosare la velocità per sfruttare le giuste traiettorie tra le curve più tortuose. Aggiunte del tutto particolari sono date dalla possibilità di effettuare lo "Scrub" (inclinare la moto, essenzialmente) durante i salti e utilizzare bevande energetiche in corsa per ottenere momentanei incrementi di velocità. È chiaro che un gioco di motocross non possa sfruttare il medesimo modello di guida di una simulazione di Superbike, pertanto il lavoro svolto da Milestone è stato non solo votato alla creazione di tracciati e sfide a tema, ma anche ad una riconcettualizzazione del gameplay in modo da adattare uno sport poco trattato dal medium videoludico, oppure interpretato solo nei suoi elementi esageratamente acrobatici, ad un videogioco quanto più completo possibile, contenente sia le gare di velocità in senso stretto, che le corse a cronometro fino alle sfide incentrate esclusivamente sui trick.

Un tour mondiale

Il World Tour sintetizza tutte le diverse sfaccettature di MUD: FIM Motocross World Championship in un'unica esperienza di gioco. In questa modalità ci troviamo a partecipare a gare di varia tipologia e gestire il proprio pilota con tanto di accumulo di punti e acquisto di caratteristiche aggiuntive. Lasciando da parte i nomi su licenza e le strettoie necessariamente imposte dall'utilizzo di persone reali, nel World Tour gli sviluppatori si sono sbizzarriti presentando una caratterizzazione di contorno pienamente fumettistica e una serie di elementi che trascendono la rappresentazione realistica dello sport per arricchire l'esperienza di gioco. Si parte con la scelta di un "Eroe", un personaggio di fantasia dotato di alcuni valori di base in termini di resistenza, istinto, agilità e forza, tutti in grado di influire sulle prestazioni in gara e passibili di modifiche e miglioramenti attraverso la spesa di crediti conquistati progredendo nel gioco.

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Il tour presenta vari eventi all'interno delle diverse tappe che ci troviamo ad affrontare, anche queste sbloccabili progressivamente investendo i crediti: la gara normale nella quale conta il piazzamento finale, la gara a eliminazione nella quale ad ogni giro viene eliminato il pilota rimasto ultimo, la gara a checkpoint basata sul cronometro e la sfida acrobatica sono le specialità principali. L'ultima in particolare si distacca dalle altre essendo ambientata in varie e pittoresche arene irte di rampe e salti, nelle quali ci troviamo ad esibirci in trick e acrobazie alla ricerca del punteggio più alto. Le manovre acrobatiche si basano su vere e proprie combo di tasti da eseguire in volo, a difficoltà crescente, che possono essere anch'esse sbloccate con la spesa dei soliti crediti. In sostanza, ogni performance nei vari eventi viene premiata da un numero variabile di crediti in base al raggiungimento o meno di obiettivi prestabiliti e al piazzamento in classifica, e fungono poi da vera e propria moneta di scambio per l'acquisto di nuovi livelli, eroi, equipaggiamenti e per l'incremento delle caratteristiche dei personaggi, aggiungendo in tal modo un elemento gestionale - seppure semplice - e quasi "ruolistico" alla struttura da racing game.

Fango e arena

Fumetti e schizzi di fango

Trattandosi di motocross, l'ambientazione pone notevoli limiti alla creatività dei grafici, pertanto il lavoro effettuato da Milestone in questo senso risulta già encomiabile per aver cercato di caratterizzare quanto più possibile i tracciati in modo da renderli piacevoli e distinguibili. Certo, il marrone del fango regna sovrano per buona parte dello schermo, ma a bordo pista si notano elementi naturali o architettonici che cercano di richiamare certe caratteristiche tipiche delle varie location geografiche che fanno da sfondo alle tappe dei campionati. Gli interrogativi si addensano più che altro sul comportamento delle moto in pista, come rilevato in precedenza, anche se bisogna vedere quanto la versione testata sia significativa rispetto a quella finale.

Fango e arena

L'impressione è che le moto in certi casi scorrano sulla pista senza far percepire la sensazione di un vero contatto con il fondo stradale, con le asperità del terreno e le reazioni delle ruote sul fango, così come la rigidità del mezzo in volo durante i salti risulta "finta" rispetto alla sensazione che dovrebbe dare una moto lanciata in aria in velocità. Tuttavia ribadiamo come la sensazione generale sia quella di un modello di guida comunque omogeneo, modellato per essere godibile in un contesto decisamente più arcade che simulativo. Seguendo questo principio risulta particolarmente azzeccata la caratterizzazione data ai menù e a tutti gli elementi di contorno in perfetto stile "fumetto action", che ben si accorda con il taglio dato al gioco, con icone, avatar e artwork vari che sembrano tratti da vignette, comics e stickers dal gusto un po' trash ma decisamente piacevole e a tema con l'argomento. Perfettamente in linea con l'azione anche la colonna sonora, con tracce appartenenti a generi tra rock, punk e hardcore più o meno melodico che ben si adattano al clima generale delle competizioni, mentre per quanto riguarda gli effetti sonori pare esserci ancora qualcosa da registrare, soprattutto per evitare l'effetto "alveare" che impera durante le gare. Altro punto da sistemare è l'intelligenza artificiale, che al momento non dimostra particolare creatività nell'affrontare le piste e nell'ostacolare il giocatore, ma è anche vero che si tratta di un titolo probabilmente destinato a dare il meglio di sé nel comparto multiplayer.

CERTEZZE

  • La tendenza arcade aumenta il divertimento
  • Tante modalità di gioco ed eventi differenziati
  • Simpatica caratterizzazione colorata e fumettistica

DUBBI

  • Un certo "scollamento" tra moto e tracciato
  • Intelligenza artificiale da aggiustare
  • Grafica un po' da raffinare