Quando il morale è alle stelle...
Quasi tutte queste meccaniche erano presenti nella demo giocabile che abbiamo avuto il piacere di provare in occasione del Midway Gamers' Day 2007. Sebbene ridotta a soli cinque minuti, la demo offriva una serie di situazioni diverse in cui interagire con la propria squadra, concentrate in particolare sul sistema di gestione del morale dei propri compagni.
Migliore è la propria performance sul campo di battaglia, più i membri della propria squadra si sentono motivati al combattimento. Al contrario, voltare le spalle al nemico significa ritrovarsi con un gruppo di uomini poco agguerriti, le cui statistiche di mira e resistenza fisica sono pericolosamente abbassate.
Dettagli, insomma, che dovrebbero costituire la differenza rispetto ad altri titoli dello stesso genere, considerato anche il fatto che partecipano al progetto nomi di tutto rispetto come Harvey Smith, vecchia presenza in Deus Ex, e la sceneggiatrice Susan O'Connor, che ha curato la trama di Gears of War.
Migliore è la propria performance sul campo di battaglia, più i membri della propria squadra si sentono motivati al combattimento.
Quando il morale è alle stelle...
Nei cinque minuti a nostra disposizione non è stato possibile appurare il discorso multiplayer, dal momento che la demo presente all'evento ospitava esclusivamente la modalità per giocatore singolo.
Oltre a un co-op online e offline, sappiamo però che i giocatori potranno divertirsi con tutte le modalità tradizionali come Deathmatch e Capture the Flag, oltre a un paio di interessanti aggiunte basate sul rapporto tra esseri umani e Reborn.
In Siege sarà richiesto a ogni squadra di controllare un certo numero di territori, con la possibilità di catturare i propri avversari e addirittura di liberare i compagni prigionieri della fazione opposta.
Abduction, invece, trasformerà ogni essere umano sconfitto in un alieno, rendendo la sopravvivenza dei "buoni" sempre più difficile.
Marines in arms
Nella più pura tradizione americana, solo un gruppo di soldati esperti guidati da un leader d'acciaio può arrivare al cuore del problema ed eliminarlo alla radice. Inutile dire che ancora una volta il giocatore prenderà il ruolo del leader, assumendosi il diritto e il dovere di impartire specifici ordini alla sua squadra.
Anche in questo caso, Midway ha cercato di realizzare il sistema della gestione della squadra in modo originale, senza prendere spunto da serie notoriamente complicate come Rainbow Six e Ghost Recon
Basterà infatti puntare a un qualsiasi oggetto per attivare il comando corrispondente, che a seconda della situazione può variare dall'aprire una porta al muoversi verso una locazione diversa, fino al piazzare una carica di plastico o all'eliminare silenziosamente un nemico di guardia in una torretta.
La gestione della squadra si spingerà fino al prendere possesso dei numerosi veicoli presenti nell'area di gioco e guidarli per spostarsi da una locazione all'altra o fare fuoco sul nemico. La scelta spazierà dai più comuni mezzi di trasporto civili a macchine militari sofisticate come i moderni Hummvee o gli ATV.
In alcuni casi si potrà perfino spostarsi a bordo di elicotteri per sorprendere il nemico dall'alto con una pioggia di proiettili... ammesso, ovviamente, che si riesca a sopravvivere.
Massive D
Un altro punto ancora parzialmente oscuro è l'effettivo livello di distruttibilità dell'ambiente circostante, che a detta del team di sviluppo dovrebbe essere piuttosto alto.
BlackSite sfrutta infatti il Massive D, lo stesso motore fisico che ritroveremo in Stranglehold, il cui maggiore punto di forza è la possibilità di infliggere pesanti danni agli oggetti presenti sullo schermo.
Da un punto di vista puramente visivo, invece, il gioco è già in una fase molto avanzata e presenta ampi livelli in cui ogni singolo elemento ha un incredibile livello di dettaglio. Insomma, se tecnicamente c'è poco da aggiungere a BlackSite, il team di sviluppo dovrebbe invece concentrarsi sul sistema dei comandi, che al momento appare ancora un pò troppo generico.
La semplicità è decisamente il suo punto di forza, ma qualche tocco originale aiuterebbe il gioco a distinguersi alcora di più dagli altri esemplari dello stesso genere.
Considerando il fatto che l'uscita di BlackSite è prevista per la prossima estate, c'è ancora tutto il tempo di lavorare su questi piccoli dettagli e fare in modo da offrire ai giocatori un'esperienza davvero unica, che riesca in qualche modo a distinguersi dall'invasione di generici sparatutto di cui siamo vittime negli ultimi anni.
Un seguito del tutto diverso dall'originale
Gli sparatutto in soggettiva sono un genere che non passerà mai di moda, ma ogni tanto anche in questo settore si sente il bisogno di rinnovarsi. Staccandosi dal filone di massa dei giochi ambientati durante la seconda Guerra Mondiale, Area 51 è stato uno dei primi titoli a esplorare il tema della guerra contro gli alieni e l'idea è piaciuta a tal punto che in breve tempo abbiamo visto nascere giochi come Resistance e Gears of War.
Ora che anche la minaccia aliena rischia di diventare una tematica banale e già vista, gli studios Midway di Austin hanno deciso di prendere una strada completamente diversa per questo secondo capitolo della serie.
La famosa Area 51, presente nel sottotitolo, è infatti l'unico elemento che lega questo gioco al titolo originale, ma sia la storia che le meccaniche sono profondamente diverse rispetto a quanto visto in passato.
BlackSite è ambientato in un futuro in cui gli Stati Uniti sono lontani da quelli che oggi conosciamo. Il governo si è infatti servito dell'astronave ritrovata decenni prima nell'Area 51 per lanciarsi in una serie di spietati esperimenti su alieni ed esseri umani, finendo per dare vita a una razza ibrida chiamata Reborn e decisamente poco rassicurante.
Le vicende del gioco partono proprio dal momento in cui i Reborn riescono a liberarsi dallo stato di prigionia in cui sono stati confinati per anni e diventano una seria minaccia per gli esseri umani che vivono nelle tranquille cittadine del Nevada in prossimità della segretissima Area 51.
BlackSite parte quindi da Rachel, piccolo centro abitato assolutamente ignaro di ciò che sta succedendo, e poco a poco lo stravolge fino a farlo diventare un luogo dell'orrore che non ha nulla da invidiare a Silent Hill o Raccoon City.
Da Rachel ci si muoverà successivamente in altre zone, fino a raggiungere ancora una volta l'Area 51, il centro in cui agire per eliminare una volta per tutte la minaccia aliena.