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CHANGE: a Homeless Survival Experience, la drammatica storia del primo roguelite a tema homeless

Una serie di sfortune ed esperienze negative hanno portato uno sviluppatore a pensare un rivoluzionario gioco sul tema dei senzatetto: Change.

CHANGE: a Homeless Survival Experience, la drammatica storia del primo roguelite a tema homeless
INTERVISTA di Damiano Gerli   —   04/06/2023

"Il cambiamento non arriva sul binario dell'inevitabilità, bensì si raggiunge attraverso sforzi continui". Martin Luther King si riferiva a come certi eventi che cambiano la propria esistenza si possano raggiungere soprattutto attraverso lo sforzo personale. A volte, però, il cambiamento arriva che lo si voglia o meno, spesso così straripante da spazzar via quelle poche certezze che si avevano. Dopo certi cambiamenti, l'unica soluzione che rimane è quella di rimettersi in piedi e ricominciare. Così è andata a Danny Hayes di Delve Interactive che, dopo un'esperienza difficile che lo ha portato a rivalutare la forza del cambiamento, ha creato CHANGE: a Homeless Survival Experience.

CHANGE: a Homeless Survival Experience è un roguelike a tema senzatetto, in cui controlliamo uno dei personaggi attraverso uggiose giornate, spese a cercare di elemosinare qualche spicciolo ("change", appunto, in inglese) per tirare a campare. Magari quei pochi soldi saranno utili per renderci la vita più semplice, trovare un rifugio che ci ospiti e, con tempo e pazienza, cercare di staccarci da questa quotidianità e ritrovare la speranza perduta. Studiare in biblioteca e trovare un lavoretto sono i primi passi verso la normalità. Naturalmente, può succedere di perdere di vista quella fioca speranza, rinunciando a ogni possibilità di "change", in questo caso cambiamento.

Un titolo così unico doveva proprio esser stato ispirato da una forte esperienza personale. Abbiamo così chiesto a Danny cosa l'abbia portato a dedicare anni della sua vita a CHANGE: a Homeless Survival Experience.

L'esperienza traumatica di Poncho

Un momento da Poncho
Un momento da Poncho

Lo sviluppatore ricorda di aver inseguito sogni di scrittura, inizialmente, ma poi di aver lasciato l'università per iniziare a sviluppare titoli per mobile. "Così è nata l'idea per la realizzazione di Poncho, nel 2011, un platform che sarebbe dovuto essere il mio primo gioco." L'esperienza arriva al culmine con il lancio di un Kickstarter che, purtroppo, non ce la fa a raggiungere la somma prevista. Poncho riesce, però, ad attirare l'interesse di un publisher e da qui inizia un lungo lavoro per portare il titolo su PC e console. Purtroppo, anche qui l'esperienza è stata negativa. Nonostante Danny non voglia rivelare altri dettagli, per paura di conseguenze legali, consiglia a chi volesse imbarcarsi in questa strada di "stare molto attenti se avete davvero bisogno di un publisher per il vostro gioco". A oggi, lo sviluppatore conferma di non aver visto un soldo da tutte le ore spese su Poncho.

Alla fine il gioco esce per PlayStation 4, una versione che Danny ritiene ben lontana da quel che aveva originariamente pianificato. "Così mi sono messo, in solitaria, a lavorare sulla versione Steam di Poncho, volevo che almeno quella fosse completa. Ho finito con il lasciare diversi lavori a metà e prendere prestiti bancari. Tutte cose che non bisognerebbe mai fare con il tuo primo gioco. Alla fine mi sono ritrovato in debito di diverse migliaia di sterline, nonché con lo sfratto. La mia unica fortuna è stata quella di aver avuto amici e famiglia disponibili, mi hanno ospitato fino a quando son riuscito a rimettermi in piedi. Senza di loro, sarei sicuramente finito per strada."

Elemosinando... Change

Il team di Change nel 2017 (Danny a sinistra)
Il team di Change nel 2017 (Danny a sinistra)


Quello sfortunato periodo senza casa, costretto a fare affidamento sulla gentilezza degli altri per sopravvivere, ha aperto gli occhi a Danny. "Desideravo vedere un cambiamento forte nel mondo in cui vivevo, che si dimostrasse più empatia verso chi è stato meno fortunato. Il lato positivo, se così possiamo definirlo, del fatto che il 2015 è stato il peggior anno della mia esistenza, è l'avermi reso così disperato da iniziare a lavorare su CHANGE: a Homeless Survival Experience." Lo sviluppo inizia in estate, con Danny che il 90% del tempo lavora in solitaria, con l'obiettivo di realizzare un titolo snello in cui il messaggio fosse più importante del gameplay.

"Ho lavorato su Change per circa otto anni", sospira Danny con un mezzo sorriso. "Nonostante le mie migliori intenzioni, il gioco ha finito col mangiarsi tutto il resto del tempo che mi era rimasto. Sarà anche perché è un titolo modulare, diventa davvero facile aggiungere nuove cose senza rendersene conto". Ma almeno, dice, il lavoro su CHANGE: a Homeless Survival Experience è ormai giunto al termine, rimane solo da finire la versione per Android. L'ostacolo più grande nel design, dice Danny, è stato sicuramente il dover bilanciare gli aspetti più deprimenti dell'esperienza di un senzatetto con quelli più strettamente "giocosi".

Una risposta a Bum Simulator

Una fredda notte in CHANGE: a Homeless Survival Experience
Una fredda notte in CHANGE: a Homeless Survival Experience

Danny continua a parlare del design e del messaggio di CHANGE: a Homeless Survival Experience, menzionando un comprensibile scetticismo da parte del pubblico verso certi titoli a sfondo sociale. "I videogiochi raramente sono riusciti a trattare certi argomenti sensibili in maniera adulta. Per quanto mi riguarda, desidero solo che le persone si siedano e provino il gioco per qualche minuto: penso sia facile rendersi conto del messaggio che c'è dietro CHANGE". L'obiettivo, continua il programmatore, è stato quello di presentare alcuni dei tipici malintesi che la maggioranza delle persone hanno nei confronti dei senza tetto, così da mostrarne le conseguenze. "Non volevo deprimere i giocatori, per carità, però bisogna tener presente che la realtà di queste persone è questa. Non hanno altra scelta che cercare di stare attenti a quel che li circonda e stare alla larga, quanto più possibile, da eventi negativi."

CHANGE: a Homeless Survival Experience, per quanto crei un forte senso d'isolamento e depressione per il personaggio principale, abbandonato da amici, famiglia e società, non risulta mai monotono. "Volevo che avesse un ritmo" continua Danny, "così da non esser sempre tutto nero o bianco, ma attraverso un semplice breve testo in cui si narra degli eventi successi durante la notte, riesco facilmente a modificare l'umore del giocatore". Con gli sviluppatori che oggi hanno molta più responsabilità che nel passato, il messaggio socio politico di CHANGE: a Homeless Survival Experience splende nettamente in un panorama desolante. "Aver visto titoli come Bum Simulator mi ha fatto venire ancora più voglia di sviluppare il mio gioco, ha sicuramente in comune con CHANGE gli stessi argomenti, ma resi ridicoli e alquanto lontani dalla realtà" dice lo sviluppatore.

Trattare argomenti difficili

A volte, abbiamo tutti bisogno del cambiamento...
A volte, abbiamo tutti bisogno del cambiamento...

Oltre ad aver affrontato un argomento che si vede raramente nel medium videoludico come l'essere senza tetto, CHANGE è anche uno dei pochissimi giochi ad affrontare gli abusi sessuali e il ciclo mestruale dei suoi protagonisti femminili. Lo fa in maniera rispettosa, senza fornire troppi dettagli, ma facendo comunque presente al giocatore che si tratta di una realtà che esiste ed è futile ignorare. "Inizialmente, avevo disegnato personaggi androgini, ma ho notato che molti giocatori li scambiavano per soli maschi, così li ho diversificati. La mia ricerca è stata nettamente sul campo, scambiando sigarette con diverse persone senzatetto e ascoltando i loro problemi e quel che hanno passato ogni giorno. La difficoltà del trovare articoli per l'igiene femminile per una persona senzatetto è venuta fuori spesso" racconta Danny.

CHANGE: a Homeless Survival Experience esce dall'Early Access dopo qualche anno, con una pubblicazione ufficiale nel maggio del 2020. Tre anni dopo, CHANGE rimane ancora un titolo poco conosciuto, solo l'anno scorso è stato preso in considerazione da alcuni content creator. "All'epoca della pubblicazione ufficiale, ho provato a mettermi in contatto con vari streamer e youtuber, così anche vari membri della stampa. Ho notato un generale disinteresse verso il gioco. Dopo esser stato stato nominato per alcuni premi, si è risvegliata un po' di curiosità, anche se la stampa continua sostanzialmente a ignorarlo" lamenta il programmatore.

La beneficenza e il futuro

Danny con il laptop usato per lo sviluppo di CHANGE: a Homeless Survival Experience
Danny con il laptop usato per lo sviluppo di CHANGE: a Homeless Survival Experience

Nonostante il mancato successo commerciale, Danny dice che CHANGE: a Homeless Survival Experience ha generato dei discreti ricavi, utili non solo per rialzarsi da una brutta situazione, ma anche per donare parte di quei soldi in beneficenza. "Fino a oggi siamo riusciti a donare 7500 sterline, appena finisco di aggiornare il gioco, ritornerò a donare quanto più possibile". La soddisfazione più grande del progetto? "Beh, nonostante CHANGE sia stato sviluppato al 90% con la mia schiena piegata sul computer in treno, tra un lavoretto e l'altro, la soddisfazione di aver avuto il lusso di dire di no a un publisher interessato, quella mi ha scaldato il cuore. Specie considerando quel che ho passato con Poncho" sorride Danny.

Quali altri cambiamenti ci saranno nel futuro di Delve Interactive? "Adesso che ho finito con CHANGE, voglio sicuramente lavorare su qualcosa di diverso, per rifarmi la bocca per così dire. Ho un titolo ambizioso su cui sto lavorando da un po', un RPG fantasy di cui darò notizia appena possibile". Alla fine, il programmatore è felice di aver avuto la possibilità di sviluppare il gioco, anche se si rende conto di come questo rapporto sia legato a un doppio filo. "Penso non ci sia alcun dubbio, CHANGE: a Homeless Survival Experience ha stravolto completamente la mia vita, in positivo. Ma, di certo, ha anche finito col consumarne una buona parte."