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Endless Dungeon: scopriamo il nuovo roguelike hardcore dalle fucine di Amplitude

Abbiamo provato Endless Dungeon, l'erede spirituale di Dungeon of the Endless che vira verso l'azione mantenendo intatta l'anima da roguelike tattico.

Endless Dungeon: scopriamo il nuovo roguelike hardcore dalle fucine di Amplitude
PROVATO di Lorenzo Mancosu   —   29/03/2023

Dodici anni fa una costola di veterani di Ubisoft ha deciso di staccarsi dall'immensa casa madre per riappropriarsi della libertà creativa smarrita, fondando in quel di Parigi una piccola fucina indipendente. Da quelle timide radici è sorto Amplitude, studio oggi noto ai più per la pubblicazione del più solido fra i contendenti al trono di Civilization, ovvero l'innovativo Humankind. L'anima della casa risiede infatti nella passione per la formula strategica, in origine presentata al mondo attraverso Endless Space ed Endless Legend, una coppia di titoli che in tempi non sospetti hanno scolpito nella pietra le mire della neonata compagnia. Il nome di Amplitude, tuttavia, è giunto all'attenzione del grande pubblico solamente in seguito al successo di Dungeon of the Endless, un frizzante e complesso roguelike che è letteralmente esploso grazie allo straordinario peso specifico della sua componente multigiocatore.

Più di ogni altra cosa, Dungeon of the Endless ha cristallizzato i confini di quello che potremmo definire "l'universo Endless" nella sua variante sci-fi, un'ambientazione fantascientifica che fa da sfondo alla maggior parte delle creazioni dello studio, una folle interpretazione dello spazio profondo segnata dall'ingombrante lascito di un'avanzata civiltà aliena ormai scomparsa.

Ed è proprio da queste premesse che ha preso forma Endless Dungeon, il sequel spirituale di quell'eccellente roguelike che vuole esplorare una dimensione inedita, decisamente più vicina all'azione che alla formula tattica dura e pura.

Nel corso delle ultime settimane siamo stati ospiti nella sede parigina di Amplitude Studios, abbiamo esplorato gli uffici, seguito gli artisti all'opera e, cosa ben più importante, abbiamo giocato a Endless Dungeon. L'erede di Dungeon of the Endless scommette tutto sulla componente cooperativa, abbracciando una peculiare deriva d'azione nella forma del twin-stick-shooter e mantenendo perfettamente intatta l'anima hardcore che ha sempre contraddistinto la serie.

Si torna nel dungeon

Il Saloon è il classico hub di gioco da roguelike
Il Saloon è il classico hub di gioco da roguelike

Endless Dungeon incarna una formula ibrida fra tower-defense e twin-stick-shooter: è un videogioco d'azione con visuale isometrica nel quale si mira utilizzando il mouse o la levetta analogica destra dei controller, profondamente radicato nell'architettura roguelike e interamente costruito per il multigiocatore cooperativo. In quanto sequel spirituale di Dungeon of the Endless, ne eredita il medesimo fondale narrativo: ci troviamo nello spazio profondo, nel cuore di una galassia che ha conosciuto il passaggio degli Endless, un'avanzatissima e misteriosa specie aliena che ha costellato i sistemi di tecnologie indecifrabili. Risale proprio alla loro epoca la stazione spaziale al centro dell'esperienza, un inquietante porto stellare che sta attraendo tutte le navi di passaggio portandole all'inevitabile schianto sulla superficie. Tutti i naufraghi si trovano quindi raggruppati in un piccolo Saloon di fortuna, ed essendo incapaci di riprendere il volo hanno solamente una strada da percorrere: quella che scende verso il basso, fino al nucleo stesso della struttura.

È così che Endless Dungeon introduce l'altra metà della sua anima, ovvero quella basata sugli eroi: dalle stive delle navi arenate sono infatti emersi mercenari, pirati spaziali e droidi d'ogni genere, costretti a collaborare per cercare una quadra e decollare nuovamente il prima possibile. Insomma, si tratta di una "grande fuga" in salsa sci-fi che passa attraverso l'esplorazione di un'antica stazione spaziale costellata di minacce, un costrutto da esplorare un piano dopo l'altro nel tentativo di scoprire cosa si nasconda nelle viscere delle profondità. Anche se la sfida può essere tranquillamente affrontata dal giocatore singolo - che tuttavia si troverebbe a controllare da solo l'intera squadra di tre elementi - Endless Dungeon è interamente ricamato attorno alla componente cooperativa: non solo bisogna collaborare e coordinarsi, ma è necessario farlo dannatamente bene, perché da Dungeon of the Endless è stata recuperata anche l'antica anima hardcore, tratteggiando i contorni di un roguelike tattico che non fa sconti a nessuno.

Pura tattica e strategia

Ciascun personaggio offre opportunità e caratteristiche differenti
Ciascun personaggio offre opportunità e caratteristiche differenti

Una volta raggiunto il Saloon, classico hub di gioco costellato di tutte le funzionalità che ci si può aspettare di trovare in qualsiasi roguelike, arriva il momento di assemblare una squadra d'assalto scegliendo fra le diverse pedine disponibili; in totale, al lancio, saranno presenti otto personaggi giocabili, alcuni dei quali da sbloccare in fasi avanzate e ciascuno dotato di capacità distintive. Ogni eroe, oltre a poter contare su alberi di potenziamento dedicati, può imbracciare determinate categorie di armi e può soprattutto scatenare due diverse abilità, una soggetta a un breve periodo di recupero e un'altra che incarna l'essenza della mossa finale, la classica "ultimate" che scatena effetti devastanti. Una volta costruito il team, tocca selezionare uno fra i tre diversi punti d'accesso al sotterraneo della stazione spaziale, ciascuno dei quali alza il sipario su ambientazioni e minacce differenti, mutando la forma del viaggio in seguito a ogni riavvio forzato.

Improvvisamente ci si trova catapultati nei meandri della struttura, di volta in volta generati proceduralmente, e la prima cosa che salta all'occhio nell'interfaccia sono le risorse a disposizione: scienza, ingegneria e cibo. Come in una classica esperienza gestionale, è infatti necessario accumulare tali risorse al fine d'investirle in corposi potenziamenti: il cibo consente di creare kit medici o di incrementare le statistiche dei personaggi, la scienza apre le porte allo sviluppo di tecnologie per le torrette automatizzate, mentre l'ingegneria è la risorsa fondamentale per costruire tanto le succitate torrette quanto particolari dispositivi. Se ogni volta che si apre una porta, affacciandosi su una nuova stanza, alcune risorse vengono aggiunte automaticamente all'inventario - che è condiviso fra tutti i membri del gruppo - in determinati punti della stazione è invece possibile costruire degli estrattori volti ad incrementare la generazione di una particolare materia prima.

Una volta che si comincia, ogni porta va aperta con estrema cautela
Una volta che si comincia, ogni porta va aperta con estrema cautela

Avrete dunque già capito che, ancor prima di gettarsi nel gameplay nudo e crudo, Endless Dungeon si presenta come un titolo complesso e stratificato che richiede grande cooperazione non solo sul piano puramente meccanico, ma soprattutto su quelli tattico e strategico. Dal momento che le risorse sono limitate e condivise fra tutti i giocatori - e dato il fatto che aprire una porta o acquistare potenziamenti significa andare incontro a ondate di nemici - è a dir poco fondamentale comunicare correttamente e compiere le scelte giuste al momento giusto, perché ogni minimo errore può rivelarsi potenzialmente fatale.

Ancor più importante è la componente da tower-defense: le stanze sono costellate di piccoli supporti sui quali è possibile posizionare ogni genere di torretta, dalle semplici mitragliatrici fino ai lanciafiamme, dalle cupole difensive fino ai generatori di scariche elettriche. Individuando i punti di spawn delle orde aliene è possibile studiare minuziosamente una rete difensiva capace di abbattere in autonomia gran parte delle minacce, ed è proprio allora che ci si rende conto di quanto sia importante la gestione delle risorse. Gli avversari, dal canto loro, punteranno dritti sui nodi nevralgici della linea difensiva, tentando di abbattere gli estrattori di risorse, di distruggere i terminali di potenziamento, insomma di mettere i bastoni fra le ruote alla squadra in ogni modo possibile, rendendo il totale controllo dello scenario un elemento centrale dell'amalgama.

Azione frenetica

Il robottino da scortare è la chiave di tutto
Il robottino da scortare è la chiave di tutto

Lo scopo del trio di personaggi in azione è prima di tutto quello di proteggere il crystal-bot, un piccolo droide che rappresenta la chiave per avanzare nell'avventura, essendo l'unica entità in grado di interagire direttamente con le tecnologie della stazione. Alla fine di ciascun livello, ad esempio, si trova un ascensore che può essere attivato solamente dal robottino, pertanto il fine ultimo della squadra è quello di scortarlo indenne fino a ciascun punto d'interazione. Il problema è che, ogni volta che al crystal-bot viene ordinato di spostarsi e per l'intera durata delle fasi di movimento, enormi orde di nemici iniziano ad attaccare brutalmente tutte le stanze e lo stesso droide, che in caso di distruzione porta all'inevitabile game over.

Prendete tutte le meccaniche strategiche che abbiamo descritto fino a questo momento, mescolatele con una caotica formula da twin-stick-shooter, aggiungete una spolverata di aracnidi alieni o robot assassini, e otterrete un perfetto quadro dell'esperienza offerta da Endless Dungeon. Ciascuno dei livelli generati proceduralmente dev'essere prima di tutto esplorato in cerca di risorse, magari di qualche forziere contenente armi preziose o di un mercante ramingo che venda potenziamenti. Fatto ciò, è necessario potenziare i membri essenziali del gruppo ed erigere una linea difensiva capace di rispondere agli improvvisi assalti delle orde; a quel punto arriva il momento di avviare le grandi traversate che trasformeranno l'intera stazione spaziale in un inferno di proiettili, nel tentativo di condurre il bot fino ai cancelli del piano successivo.

Anima roguelike

Endless Dungeon ha un'anima profondamente hardcore
Endless Dungeon ha un'anima profondamente hardcore

Nel pieno rispetto della tradizione del genere, l'avventura di Endless Dungeon non giunge al termine in caso di game over. Il ritorno forzato al Saloon spalanca infatti i cancelli su un corposo apparato di potenziamento permanente dei personaggi, dell'arsenale e anche del crystal-bot, che possono essere migliorati tramite la valuta e le Cells, particolari risorse celate nei sotterranei. Anche se non abbiamo avuto occasione di testare neppure un singolo boss, soprattutto in ragione dell'elevato grado di difficoltà e di cooperazione richiesta per arrivare fino in fondo ai piani, abbiamo ricevuto conferma che saranno anch'essi presenti nella struttura. A margine, pur avendo visto in azione tutti e otto i personaggi giocabili, sappiamo che alcuni di essi saranno disponibili solamente dopo aver rispettato determinate condizioni.

Per il resto, Endless Dungeon mette sul piatto anche una componente narrativa strettamente legata alla storia della stazione spaziale degli Endless: nei sotterranei procedurali capita d'imbattersi in una serie di documenti, e raccogliendo un set completo di informazioni è possibile assistere a piccoli filmati che svelano diversi retroscena dell'universo di gioco. Resta tuttavia da verificare quanto sia efficace la spinta alla rigiocabilità, un elemento essenziale per questo genere di produzioni, nonché l'anima nascosta capace di trainare opere come Hades o Dead Cells fino al grande successo internazionale.

Non manca l'apparato dei potenziamenti
Non manca l'apparato dei potenziamenti

Insomma, anche se abbiamo solamente scalfito la superficie dell'esperienza e si tratta indubbiamente di un progetto che per sua stessa natura può mostrare i primi punti deboli solamente nel lungo periodo, il prossimo videogioco di Amplitude ha tutte le carte in regola per raccogliere l'eredità del predecessore spirituale. L'anima tattica dello studio è rimasta perfettamente intatta nonostante la virata verso la formula d'azione, e il medesimo discorso vale per l'etichetta puramente hardcore. Allo stesso modo, il design e soprattutto il comparto sonoro sono riusciti a traghettare nel futuro l'ingombrante lascito del passato, stendendo un tappeto artistico di tutto rispetto.

Tutti questi elementi, dal livello di sfida alla componente strategica, dalla marcata importanza della cooperazione fino alle derive gestionali, rendono Endless Dungeon una produzione unica nel suo genere, destinata a una nicchia di utenti ben consapevoli di cosa li stia aspettando nei meandri della stazione spaziale. I puristi della strategia potrebbero storcere il naso di fronte alla nuova dinamicità della formula d'azione; se a costoro possiamo garantire che le atmosfere hanno mantenuto tutta l'ostilità e la complessità del passato, non possiamo fare altro che mettere in guardia tutti gli altri: Endless Dungeon è un'esperienza che sa mettere a dura prova anche i giocatori più preparati.

Endless Dungeon si pone come sequel spirituale di Dungeon of the Endless: è un'opera sospesa a metà fra roguelike e twin-stick-shooter con delle fortissime contaminazioni tower-defense e gestionali. A differenza del "predecessore", l'intera esperienza è stata costruita per accomodare il multigiocatore in cooperativa, trasformando le mappe procedurali dell'oscura stazione spaziale in un inferno di piombo e acciaio nel quale è costantemente necessario guardarsi le spalle a vicenda. Se già di per sé il genere si rivolge a una nicchia di videogiocatori, il prossimo gioco di Amplitude ha mantenuto intatta l'anima profondamente hardcore, posizionando l'asticella della difficoltà ben al di sopra della media del mercato. Le premesse meccaniche sono ottime, lo stile estetico e il sonoro convincenti, ma per sapere se l'avventura sia effettivamente senza fine è necessario aspettare di mettere le mani sul prodotto finito.

CERTEZZE

  • Tantissime meccaniche di gioco, tutte ben architettate
  • Tattica e strategia sono sopravvissute alla formula d'azione
  • Design grafico e sonoro di ottimo livello
  • Un sogno per gli appassionati dei cooperativi hardcore

DUBBI

  • Chi non ama la sfida rischia di lanciare il pad già dal primo livello
  • Rigiocabilità ancora tutta da valutare
  • Non sappiamo se la proceduralità sarà come in passato