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Fallen Aces, ci siamo sporcati le mani con un immersive sim ambientato negli Anni ‘30

Disponibile in accesso anticipato, il primo capitolo di Fallen Aces mostra tutte le potenzialità di un immersive sim imperfetto, ma molto intrigante.

PROVATO di Lorenzo Kobe Fazio   —   25/07/2025
Un artwork di Fallen Aces con il protagonista, Mike Thane, in primo piano

Fallen Aces, a ben vedere, è in accesso anticipato da più di un anno. L'ambizioso progetto figlio di due sviluppatori, Trey Powell e Jason Bond, dopo l'esordio nel giugno del 2024 con alcuni livelli del primo capitolo, sembra entrato nella fase finale del suo sviluppo, un processo che si sta rivelando più lungo e complesso di quanto previsto. Se il debutto della forma finale del progetto era previsto proprio in questi giorni, a quanto pare ci vorrà un altro anno prima di potersi finalmente godere un immersive sim che, nonostante il notevole ritardo accumulato, ha più di un buon motivo per farsi attendere.

Del resto, il pedigree del publisher, New Blood, è di quelli buoni, dal momento che vanta nel suo catalogo piccoli successi come Dusk e Amid Evil. Inoltre, in questi giorni, ne abbiamo approfittato per constatare in prima persona le vociferate qualità di Fallen Aces, scoprendo un primo capitolo, oggi completo in ogni sua parte, più longevo e appassionante di quanto potessimo effettivamente aspettarci.

Se volete saperne di più di questo titolo ambientato negli Anni '30, in cui tutto, o quasi, può tramutarsi in un'arma, fareste bene a proseguire nella lettura di questo articolo.

Sax e omicidi

Mike Thane è il più classico degli investigatori mosso da ideali cristallini, ma con il vizio per l'alcool e la violenza più sfrenata. La giustizia viene prima di tutto per il nostro disilluso antieroe, anche se questa deve farsi strada attraverso smembramenti, omicidi più o meno convenzionali e l'utilizzo di armi di ogni genere. È un professionista consumato dalla decadenza della città in cui vive, Switchblade City, metropoli in mano a bande di gangster e dove è la criminalità organizzata a comandare. La task force imbastita per restituire pace e serenità agli abitanti, l'Aces per l'appunto, non solo non ha sortito gli effetti sperati, ma i suoi membri stanno misteriosamente sparendo nel nulla uno dopo l'altro.

Sarà proprio a partire da queste premesse che la strada della squadra speciale e quella del buon Mike, suo malgrado, si intersecheranno drammaticamente. Contattato dal misterioso Nightwave, un vigilante mascherato privo di qualsiasi superpotere, l'investigatore verrà prima imbeccato su un attentato alla sua persona e poi coinvolto in un vortice di assassini e cospirazioni che gettano luci inquietanti su figure di spicco di Switchblade City.

Naturalmente non possiamo ancora conoscere la portata di questo intrigo, ma questa crime story fatta di sigarette mai spente e vicoli oscuri è un contesto sufficientemente intrigante per fungere da degno supporto a quest'avventura in prima persona. Le scene di intermezzo a schermate fisse si affidano allo stile visivo del Ben Day process per richiamare i fumetti degli Anni '30 e, nonostante il doppiaggio, balloon e onomatopee caratterizzano ulteriormente le brevi sequenze. Conversazioni origliate e documenti rinvenuti negli scenari, inoltre, accrescono ed espandono il contesto narrativo, che si farà più ricco e sfaccettato quanto più avrete modo di esplorare ogni anfratto delle mappe a disposizione.

Chi ama gli Anni '30 e quelle atmosfere viste al cinema, troverà immediatamente interessante l'art design di Fallen Aces
Chi ama gli Anni '30 e quelle atmosfere viste al cinema, troverà immediatamente interessante l'art design di Fallen Aces

Narrativamente, insomma, il gioco ha una sua dimensione ben specifica e che, tra l'altro, fa il paio con una soundtrack dominata dal sax, a suggellare ulteriormente il periodo storico scelto, e con l'art design in cel shading con contorni netti, campiture monocrome e un interessante utilizzo del billboarding per quanto riguarda elementi dello scenario e personaggi su schermo. Ciò significa che, se gli scenari sono interamente in tre dimensioni, determinati elementi sono in 2D e sono sempre rivolti o frontalmente o posteriormente verso il punto di vista del protagonista.

La tecnica è sicuramente interessante e caratterizzante, ma in alcune situazioni Fallen Aces va incontro a stranianti giochi prospettici in cui nemici od oggetti sembrano ora più grandi del normale, ora invece estremamente rimpiccioliti rispetto al contesto. Si tratta di una sbavatura fastidiosa, ma che non influenza più del dovuto il giudizio globale sul comparto grafico che, pur senza chissà quali tocchi di classe, riesce a risultare gradevole e a filare liscio senza alcun tipo di problematica sul piano prestazionale.

Dishonored ma negli Anni ’30 e senza magie

Come detto, Fallen Aces abbraccia uno stile di gameplay che potremmo definire immersive sim, un approccio che ricorda i vari Bioshock, Dishonored e Deus Ex. Ciò significa che, a partire da una visuale in prima persona, vi ritroverete a esplorare ampie mappe, con obiettivi primari e secondari specifici e la totale libertà di scegliere come e con quale strategia completare le missioni.

Ogni arma ha il suo indicatore di integrità e dovrete fare bene i vostri calcoli se non vorrete trovarvi disarmati nel momento peggiore possibile
Ogni arma ha il suo indicatore di integrità e dovrete fare bene i vostri calcoli se non vorrete trovarvi disarmati nel momento peggiore possibile

Il gioco, ovviamente, impone dei paletti. Mike è un buon incassatore, ma bastano poche coltellate o un colpo di fucile ben assestato per eliminarlo. Complice la barra della stamina che limita la corsa e la successione di ganci che può sferrare il nostro, un approccio troppo sfrontato si traduce in un game over quasi assicurato. Non solo, ma anche le armi disponibili influenzeranno pesantemente le vostre scelte strategiche. Pistole e fucili, pur presenti, scarseggiano. Fallen Aces non è un FPS e ogni proiettile non solo pesa sul già ridottissimo inventario, ma va utilizzato solo in casi di estrema necessità. Molto più spesso, difatti, vi affiderete ai pugni, alle mazze, ai coperchi dei bidoni dell'immondizia. Quasi ogni oggetto può tramutarsi in un'arma e a volte si tratta più di utilizzare l'ingegno, che non la forza bruta.

Come in ogni immersive sim che si rispetti, del resto, il level design è proteso a mettere in risalto la curiosità e la creatività del videogiocatore. Una molotov può fare bei danni, ma si tramuta in un'arma di distruzione di massa se lanciata su una pozzanghera di benzina. Una bottiglia vuota è utile sia per infliggere danni extra ai nemici, sia per distrarre le guardie dalle loro ronde. Un tubo di metallo è un'arma piuttosto affidabile e resistente, ma può anche essere lanciato per sbilanciare e far cadere uno sgherro appostato sul bordo di un burrone.

A mani nude o con un'arma contundente Mike può difendersi parando, effettuando una parata o esibendosi in un'efficace finisher
A mani nude o con un'arma contundente Mike può difendersi parando, effettuando una parata o esibendosi in un'efficace finisher

La scarsa resistenza ai colpi di Mike, unitamente alla quantità spesso soverchiante di nemici, insomma, vi costringerà a muovervi di soppiatto, a valutare soluzioni alternative e, soprattutto, ad esplorare attentamente ogni centimetro della mappa. Da questo punto di vista, Fallen Aces non fa alcuno sconto. Le porte bloccate, i vicoli ciechi, le stradine che non portano da nessuna parte abbonando. Inesperienza e sfortuna conducono inevitabilmente a qualche game over. Per esempio, nel porto, ambientazione del secondo livello, ci è capitato di finire in mare circondati dagli squali, di essere presi di mira da cecchini inizialmente nascosti, di ritrovarci accerchiati da avversari armati di tutto punto. Bisogna salvare spesso e prepararsi all'idea che solo l'esperienza permette il superamento di alcune sfide.

Certo, non funziona sempre tutto alla perfezione. In alcuni casi è davvero difficile venire a capo di determinate situazioni in mancanza totale di indizi. Ci sono i documenti che indicano la posizione di chiavi o le combinazioni per aprire determinate porte, ma pur raramente vi capiterà di sentirvi fin troppo in balia del caso, tantopiù che l'interfaccia non si prende alcuna briga di indirizzarvi verso i vari obiettivi. Sarete soli con la mappa e con le didascalie relative alle missioni in corso.

Quando dicevamo che tutto può essere utilizzato come un'arma, lo intendevamo proprio letteralmente
Quando dicevamo che tutto può essere utilizzato come un'arma, lo intendevamo proprio letteralmente

Questo disorientamento fa assolutamente parte del divertimento, del resto è ciò che innesca il piacere della scoperta e la soddisfazione del successo dopo una lunga serie di fallimenti, ma qualche indicatore in più, una maggior malleabilità del level design avrebbe reso l'esperienza meno frustrante in certi passaggi.

Altro piccolo difetto di Fallen Aces, che andrà sicuramente sistemato, riguarda il sistema di controllo, che in alcune situazioni va leggermente in difficoltà. Soprattutto in fase di scalata, e quando Mike deve aggrapparsi a una sporgenza, non è raro vedere l'avatar perdere il controllo o mancare la presa, un'eventualità che, manco a dirlo, può costare carissimo.

Tre contro uno non è mai una cosa buona nel mondo di Fallen Aces
Tre contro uno non è mai una cosa buona nel mondo di Fallen Aces

Ciononostante, l'esplorazione del condominio in cui si avvia l'avventura, del porto, del quartiere malfamato, ci ha enormemente divertito e appassionato. Fallen Aces è un gioco raramente generoso e spesso spietato, ma è proprio questa sua intransigenza a renderlo tanto affascinante. Recuperare un medikit dopo aver combattuto lungamente regala un inevitabile sorriso. Trovare finalmente dei proiettili per la propria pistola rimescola le possibilità strategiche. Sbloccare la scorciatoia che riconduce all'area iniziale consente di completare obiettivi secondari con maggior facilità.

Seppur non con la stessa efficacia di un Dishonored o di un Deus Ex, Fallen Aces restituisce effettivamente l'idea di uno scenario come un gigantesco puzzle, in cui sfruttare oggetti e un pizzico di creatività per recuperare le chiavi necessarie e abbattere il più facilmente possibile i tanti avversari che pattugliano ogni zona.

Fallen Aces è un progetto che promette molto bene. Nonostante il ritardo accumulato, ciò che si può provare grazie a questo accesso anticipato regala già una solida esperienza. I cinque livelli a disposizione cedono il fianco a qualche imprecisione nel sistema di controllo e in un level design a volte fin troppo criptico per consentire al videogiocatore di raggiungere tutte le zone e fare affidamento a ogni strategia possibile, ma si tratta di piccole sbavature. Grazie al suo stile artistico, alle tantissime "armi" che potrete sfruttare e all'ampiezza delle mappe da esplorare, il progetto di Trey Powell e Jason Bond ha le potenzialità per essere un affascinante immersive sim ambientato negli Anni '30. Bisogna solo sperare che la formula possa funzionare e reggere per tutta la durata dell'avventura, una volta che questa, finalmente, verrà pubblicata nella sua forma finale.

CERTEZZE

  • Artisticamente molto intrigante
  • Quasi ogni oggetto dello scenario è un'arma
  • Mappe di buone dimensioni, intricate al punto giusto

DUBBI

  • L'effetto billboarding crea dei paradossi prospettici
  • In alcuni casi il senso di smarrimento è davvero eccessivo