Il commento di Andrea Palmisano, Caporedattore Console Nintendo
Vivere la GC di Lipsia è qualcosa di strano. Ti trovi a partecipare ad un evento che richiama le maggiori etichette del mondo dei videogiochi, all’interno di una struttura bellissima, con una affluenza di pubblico enorme e con le carte in regola per prendere il posto dell’ormai defunto E3 di Los Angeles. Poi ti siedi per assistere ad una conferenza o ti metti a parlare con un addetto ai lavori, e tutto avviene incredibilmente in tedesco, non esattamente la lingua più internazionale del globo. L’impressione è quindi che alla fiera tedesca manchi quel fatidico e determinante passo in avanti per diventare davvero qualcosa di importante; la somiglianza con l’E3 il prossimo anno non esisterà, e quindi con ogni probabilità il 2007 rappresenterà un’occasione per la Game Convention da sfruttare in maniera migliore. E magari un trasferimento in una città più importante e meglio servita da collegamenti aerei internazionali e intercontinentali, come Berlino o Monaco, potrebbe dare una mano. Detto questo, personalmente mi sono trovato molto più a mio agio a Lipsia che a Los Angeles, città che francamente non amo (per usare un eufemismo); sarà per i miei gusti più europei che statunitensi in merito a cultura, città, architettura, usi e costumi, sarà perchè 3 ore di aereo sono molto meglio di 14, sta di fatto che non posso fare altro che tifare per questa coraggiosa e promettente manifestazione germanica. E poco importa se dal punto di vista squisitamente giocoso si è visto ben poco di interessante: il 2006 è un anno di transizione sia per il mondo dei videogames che per quello delle fiere ad essi dedicate, e come tale va preso. Posso dire sinceramente di essermi divertito, più che nella caotica esagerazione americana di Los Angeles. Certo, il merito va anche a degli ottimi compagni di avventura (Pierpaolo, Matteo e Alessandro, quante risate che ci siamo fatti)...
Il commento di Matteo Caccialanza, Redattore specializzato PC
La Game Convention di Lipsia si conferma essere un fiera in crescita, che non ha (o aveva) nulla da invidiare all’E3 in termini di dimensioni e i cui unici limiti per ora erano una dotazione gastronomica da dimenticare e un significativo scoglio linguistico che ha reso la maggior parte delle conferenze un difficile esercizio di simulazione d’interesse.
Datele un anno e la ritroveremo sicuramente più anglofona, meglio organizzata (possibilmente con qualche giornata riservata alla stampa in più, a fronte del caotico marasma di visitatori paganti) e magari anche più amichevole nei confronti dei giornalisti che cercano di accedere a buon diritto nel Business Center, dove omaccioni torreggianti con preoccupanti tic all’occhio sinistro ti squadravano minacciosamente alla ricerca di una talpa…
Ma passiamo ai giochi. La Convention si merita un deciso pollice alto da noi del reparto PC, la cui presenza sullo show floor era fortissima, in linea con quanto mostrato all’E3 e decisamente brillante se paragonata al contributo piuttosto contenuto degli espositori console.
Nintendo ha puntato sulle nuove uscite per DS e pochi titoli per Wii e se la principale attrazione del “salotto gigante” marchiato Playstation era stravaccarsi inerti su una beanbag in compagnia di una catasta di PSP, solo Microsoft era presente un po’ più in forze, con molti nuovi titoli giocabili per 360 e un’ottima coreografia. Anche se l’assenza di Gears of War si è fatta sentire.
I grandi del mondo PC invece non si sono fatti pregare e tutti i titoli maggiori della prossima stagione erano visibili e spesso giocabili, da Command & Conquer 3 a Battlefield 2142 a Quake Wars, da World of WarCraft a Warhammer (in tutte le sue diverse incarnazioni), da BioShock a The Witcher ai nuovi titoli Valve.
Il titolo migliore? Team Fortress 2 ci farà perdere il sonno, garantito.
C’è stato spazio persino per qualche piccola soddisfazione, come vedere la grafica del pazzesco Crysis dare la paga a Xbox 360, con buona pace del Barone che non era presente per protestare. Certe cose non hanno prezzo.
Il commento di Fabio Palmisano, Redattore specializzato Console
Quella appena conclusasi è stata la mia prima esperienza alla Games Convention, e mi sentirei di promuovere lo show di Lipsia, ma con riserva. Il paragone con l’E3 è inevitabile, e sotto certi aspetti la GC mi è piaciuta di più: gli spazi sono organizzati in maniera razionale e senza gli eccessi tipici degli americani, la presenza del Business Center permette agli addetti ai lavori di operare con più facilità e in generale lo stile e i metodi di lavoro sono più discreti ed “europei”. Tuttavia, è inutile negare come la GC non sia ancora riuscita totalmente ad imporsi come un grande evento a livello mondiale: tante cose già viste a Los Angeles, tanti nomi eccellenti che mancavano all’appello, troppo tedesco a scapito del più consono inglese. La GC mi è sembrata costretta tra la voglia di emergere in chiave internazionale e un forse inopportuno collocamento temporale: con l’E3 a maggio e il TGS a settembre, agosto è un terreno probabilmente poco fertile per uno show con tali ambizioni. Ad ogni modo, le buone premesse ci sono tutte, c’è solo bisogno di sfruttarle al meglio. La GC è stata comunque un’ottima occasione per rivedere alcuni titoli più da vicino ed approfondirne così la conoscenza, e con nomi del calibro di BioShock e Crysis (a mio avviso i migliori di questa edizione 2006) un bel “ripasso” faceva senz’altro piacere. All’interno di una fiera tutto sommato molto gradevole non sono mancate però le delusioni, nello specifico riguardanti lo stand Sony -sostanzialmente orfano di PS3- e, in misura minore, PES 6 per Xbox 360, il cui upgrade grafico mi è sembrato sinceramente troppo modesto in relazione all’hardware su cui gira.
Il commento di Pierpaolo Greco, Caporedattore Sezione PC
Esprimere un giudizio su una fiera a cui ho assistito per la prima volta quest'anno in così poche righe scritte è un compito piuttosto arduo. Soprattutto quando sono passati appena due mesi e mezzo dall'evento videoludico per eccellenza, quell'E3 che, almeno nell'edizione 2006, ci ha sorpreso davanti ad una PS3 e ad un Wii completamente giocabili.
Faccio questo piccolo prologo per accentuare il confronto con una fiera che, purtroppo, era estremamente povera di novità su schermo: i giochi mai visti prima d'ora erano veramente ridotti al lumicino e soprese non ce ne sono praticamente state.
Certo è bastato vedere e toccare con mano un Pro Evolution Soccer 6 per ricompensare l'intera trasferta, questo è vero, ma pur sempre di un gioco di calcio si tratta, le innovazioni si appiattiscono sulla grafica e sull'ennesimo ritocco al gameplay.
Mi sarebbe piaciuto personalmente vedere un Gears of War o un Crysis interamente giocabili, una nuova build di World of WarCraft: The Burning Crusade, The Witcher in qualche postazione a cui poter accedere liberamente. Potrei continuare con altri mille esempi per sottolineare che tutto sapeva di già visto e, troppo spesso ERA quello che già avevamo visto all'E3.
Ma la mia critica forse eccessiva si ferma qui e lascia spazio ad un giudizio che è però nel complesso molto positivo. La fiera era molto ben organizzata, estremamente tranquilla nel giorno riservato alla stampa (perchè non farne almeno due visto che la fiera durava 5 giorni?), chilometri avanti rispetto alla controparte losangelina per quanto riguarda l'accoglienza agli stand e la disponibilità di publisher e sviluppatori. E proprio questa enorme rilassatezza consentiva la visione dei titoli a porte chiuse con grande dettaglio, in slot temporali che molto spesso si dilatavano senza problemi e dove a partecipare era uno degli inviati ed il producer del gioco: proficui e interessanti incontri 1 a 1 (ed anche questi all'E3 potevamo solo sognarceli).
Su questa strada, a mio parere, la fiera deve potenziarsi: va bene non vedere niente di particolarmente inedito a patto però che il materiale disponibile sia commentabile con un designer o un producer, senza fretta e con la tranquillità di scambiarsi il joypad o la tastiera per analizzare più in profondità tutti quei dettagli che durante l'estrema fretta dell'E3 si perdono di vista.
Se in qualche modo la Games Convention di Lipsia non sarà in grado di offrire quest'altro tipo di esperienza, il confronto con un E3 2007 che, da quanto si preannuncia, seguirà proprio lo stile tranquillo e approfondito inaugurato con la GC, sarà assai arduo da vincere.