Progressi dall’E3 invero se ne son visti pochi, e dire che l’uscita del gioco è ormai imminente. Si continua a parlare, e con insistenza, di fine anno in Europa, una data che ormai viene considerata praticamente certa, per la gioia di tutti i fans del ‘real driving simulator’ per eccellenza. Ma del resto da quel poco che si è visto il gioco ha tutte le carte in regola per sfondare, e non solo dal punto di vista tecnico.
Come già avevamo segnalato in occasione della fiera losangelina il miglioramento delle routine che gestiscono la fisica delle vetture è evidente, a tutto vantaggio del puro realismo di guida. Che è cresciuto certo, ma il sapore è sempre quello, inconfondibile, di ogni Gran Turismo che si rispetti. Ora non ci resta, tra qualche mese, che mettere le mani sulla versione finale: le premesse sono ottime, una bella scrittona Network Game capeggia nella schermata principale, e non ci resta che vedere quali nuove trovate Yamauchi deciderà di inserire nel suo nuovo capolavoro annunciato. Caldamente consigliato in abbinamento al gioco l’acquisto del nuovo volante GT Force. Merita, e aggiunge non poco all’esperienza di gioco: basta poi solo munirsi di un paio di guantini da guida e sostituire la poltrona in salotto con un sedile Sparco e l’illusione di trovarsi in pista è perfetta.
Siamo decisamente negli anni della maturità per PlayStation 2. Negli anni in cui, dopo un adeguato training, i programmatori iniziano a spremere la macchina oltre ogni limite, tirando fuori cose prima assolutamente impensabili. E sul monolite nero, la cui difficoltà di programmazione è da sempre proverbiale, la cosa risulta ancor più evidente. Ormai è chiaro che la diabolica creatura di Kutaragi in mano a gente capace e che conosce l’hardware a dovere è un vero e proprio mostriciattolo, in grado di rivaleggiare a testa alta con le rivali e, talvolta, di superarle. E’ il caso ad esempio del puro realismo delle immagini: il particolare rendering di PS2, crudo, quasi brutale, assicura risultati di un’attienza alla realtà spaventosa. E basta dare uno sguardo a Gran Turismo 3 (no, non ci siamo sbagliati…) per rendersene conto: al di là del numero di poligoni, delle texture, ciò che impressiona è la resa delle superfici, il metallo delle lucide carrozzerie che è davvero metallo e l’asfalto che è vero asfalto. Per fotogrammi che, in alcuni replay, è difficile distinguere da riprese filmate dal vero. Gran Turismo 4 non poteva che essere meglio e, ovviamente, è meglio. Yamauchi e i Polyphony d’altronde sanno il fatto loro, conoscono tutti i segreti di EE e GS, e i risultati si vedono. Certo il salto rispetto al già stellare GT3 non è abissale, ma le migliorie sono più che evidenti già da queste prime versioni demo del gioco. Le vetture sono ancora più definite, il LOD sulle auto, già poco evidente, è stato del tutto eliminato, e le fisiche sono state riviste per assicurare movimenti delle sospensioni ancora più attinenti alla realtà. Le piste poi sono dei veri gioiellini. Non tanto i classici circuiti (due nella demo), eccelsi per carità ma non sono l’ideale per mettere alla frusta l’engine grafico, ma basta dare una rapida occhiata ai palazzoni di New York per rimanere di sasso. Evabbè che in lontananza c’è un pochino di pop-up ogni tanto, ma glielo perdoniamo volentieri visto che si tratta pur sempre di una demo. E poi il frame rate spacca sempre il sessantesimo, qualunque sia il numero di poligoni, e di effetti, su schermo. Per il resto sempre spettacolari le piste da rally, con una notevole tappa cittadina (chiamata nella demo Città di Aria), con viuzze che attraversano l’incantevole paesaggio di quello che parrebbe essere il classico paesino abbarbicato sulle colline toscane.