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Gravelord, abbiamo provato il boomer shooter fra Duke Nukem e Quake

Disponibile da alcuni giorni in accesso anticipato su Steam, Gravelord è un boomer shooter "infernale" a metà strada fra l'irriverenza di Duke Nukem e la velocità di Quake: lo abbiamo provato.

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   18/03/2025
Il protagonista di Gravelord

"Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra", diceva nel 1978 il personaggio interpretato da Ken Foree in Zombi di George Romero. Si tratta di un tema ricorrente in tutte le opere che parlano di zombie e che nel Dellamorte Dellamore di Tiziano Sclavi veniva applicato alle vicende di un uomo che conosceva molto bene l'argomento, essendo un becchino.

Lo stesso lavoro svolto dal il protagonista di Gravelord, come suo padre prima di lui e suo nonno prima ancora. Grande e grosso, munito di un vocione tipico di questo genere di protagonisti, Queedo la prende sul personale se un cadavere che ha provveduto a seppellire con cura si permette di strisciare fuori dalla sua tomba nel tentativo di sovvertire l'ordine naturale delle cose.

E così quando succede, magari per mezzo di uno dei tonici miracolosi prodotti dalla maledetta azienda di quel farabutto di Keron Husk (dubitiamo che l'assonanza sia casuale), l'uomo non può fare altro che imbracciare la doppietta e scatenare la propria furia.

Scherza, corri e spara: il gameplay di Gravelord

Sono fondamentalmente due i punti di riferimento di Gravelord: Duke Nukem 3D e Quake. Il titolo di Fatbot Games attinge a entrambi questi classici per portare sullo schermo l'azione run & gun tipica del genere, alcune sequenze platform all'insegna della velocità e le immancabili meccaniche legate alla raccolta di chiavi e all'azionamento di interruttori.

A questo impianto si aggiungono, naturalmente, le battute da eroe dei film d'azione degli anni '80 che Queedo pronuncia subito dopo aver ammazzato determinati nemici, con quel vocione che emerge prepotente dal mix audio (che andrebbe ribilanciato, in verità) e finisce per scandire un po' la progressione di una campagna che al momento è composta da otto livelli e può essere completata in meno di tre ore.

Il gameplay è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un boomer shooter, e sebbene allo stato attuale manchi ancora il supporto per il controller (una pessima notizia per chi ha il PC collegato al televisore, ma gli sviluppatori hanno detto che rimedieranno a breve), utilizzando mouse e tastiera l'esperienza scorre estremamente liscia e il reticolo di mira (privo naturalmente di iron sight) possiede una tolleranza generosa durante gli scontri a fuoco.

La devastante doppietta di Queedo in Gravelord
La devastante doppietta di Queedo in Gravelord

Le armi vanno dalla pala da becchino alla pistola, dalla doppietta alla mitragliatrice pesante, dal lanciagranate al cannone elettrico, con un sistema di munizionamento che non prevede la necessità di ricaricare e rende dunque ancora più immediata l'azione di gioco mentre affrontiamo diverse tipologie di nemici, che includono zombie vaganti, cacciatori armati, creature volanti, demoni che lanciano palle di fuoco, topi e pesci non-morti.

L'impianto si rivela piacevole, ma piuttosto derivativo, non fosse per l'impiego di un paio di variazioni sul tema: un meccanismo di proiezione votato alla risoluzione di puzzle ambientali, ma anche all'attacco e un sistema di carte molto simile a quello di cui vi abbiamo parlato nel provato di Soulslinger: Envoy of Death, che consente di raccogliere ed equipaggiare fino a tre carte per donare al personaggio delle abilità extra.

Il sistema delle carte di Gravelord
Il sistema delle carte di Gravelord

I potenziamenti in questione sono passivi, ma hanno un'incidenza importante nell'ambito del gameplay, aggiungendo ad esempio un danno da fuoco ai nostri colpi, producendo piccole ricariche energetiche dal cadavere di ogni nemico, migliorando l'efficacia dell'attacco in determinate situazioni e così via, consentendoci di fatto di creare delle build differenti per il burbero protagonista di Gravelord.

Tecnica e struttura: un prodotto chiaramente indipendente

Le mappe di Gravelord sono caratterizzate da un design che si fa man mano più complesso e intricato, pur senza mai lasciarci davvero spaesati: come detto, sono presenti i classici interruttori e le chiavi da raccogliere per accedere alle diverse zone di ogni scenario, ma non mancano passaggi segreti da scoprire e sezioni differenti, magari subacquee, per mischiare un po' le carte in tavola.

Uno degli avversari più coriacei di Gravelord
Uno degli avversari più coriacei di Gravelord

A proposito di carte, l'idea dei tarocchi dona effettivamente un pizzico di freschezza e di spessore strategico all'esperienza, visto che gli slot sono limitati e a un certo punto bisogna dunque selezionare quali carte tenere e quali scartare. Allo stesso modo, la Pala Oscura che consente di proiettarsi rapidissimamente verso determinate superfici svolge una duplice mansione, esplorativa e offensiva, donandoci un'accattivante risorsa extra da utilizzare.

Tecnicamente il valore produttivo è quello di un indie e l'utilizzo di Unity pone dei limiti anche sul fronte dell'effettistica: l'uso di texture "vintage", geometrie piuttosto semplici, effetti sonori strambi e animazioni tutt'altro che sorprendenti rientra un po' nel repertorio dei boomer shooter, ma i ragazzi di Fatbot Games sembrano aver preso un po' troppo alla lettera questa definizione.

Gravelord è un boomer shooter molto tradizionale, forse anche troppo, che tuttavia ha il merito di introdurre un paio di idee relativamente fresche e interessanti, ovverosia il sistema di potenziamento a base di carte e il meccanismo di proiezione che si sblocca una volta entrati in possesso della Pala Oscura: due aggiunte fondamentali per un'esperienza altrimenti troppo derivativa, incapace di sorprendere anche sul piano tecnico o stilistico.

CERTEZZE

  • Sistema di carte interessante
  • Il meccanismo di proiezione aggiunge varietà
  • Si lascia giocare con piacere

DUBBI

  • A parte un paio di idee, è parecchio derivativo
  • Tecnicamente datato e privo di uno stile particolare
  • Alcune funzionalità mancanti, ma verranno aggiunte