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InKonbini: One Store, Many Stories, abbiamo provato il gestionale ambientato in un minimarket giapponese

Gestire un konbini non significa solo mettere i prodotti giusti sugli scaffali, ma anche ascoltare le storie dei clienti che frequentano il negozio.

PROVATO di Fabio Di Felice   —   08/05/2025
InKonbini ci mette nei panni di Makoto, una studentessa che gestisce un konbini

Sarebbe impossibile iniziare a parlare di InKonbini senza prima spiegare cos'è un konbini. Perfino l'origine della parola in sé è peculiare, dal momento che si tratta della contrazione della pronuncia giapponese di convenience store (che si legge circa come: konbienensu sutoa). Il konbini è uno spazio unico: aperto 24 ore su 24, è l'ancora di salvezza per il turista in Giappone che si sveglia troppo presto a causa del jet lag e il rifugio notturno per chi rientra tardi la sera in albergo. Il konbini è un piccolo teatro del quotidiano, immediatamente riconoscibile tra i grattacieli di Tokyo per via dei suoi colori sgargianti, delle vetrine ben illuminate. Degli scaffali organizzati in maniera rigorosa. Ecco, questo sì, squisitamente giapponese. Ognuna delle grandi catene - 7-Eleven, Lawson, Family Mart - ha i suoi prodotti esclusivi, snack unici e gadget da collezione. Insomma, i konbini sono spazi che tutti amano: tanto i giapponesi, quanto i turisti.

InKonbini, videogioco narrativo sviluppato da Nagai Industries, una piccola azienda con sede a Tokyo, sceglie di raccontare un'altra faccia di questi caratteristici minimarket: ci porta lontano dalla frenesia della metropoli e ci catapulta in un konbini di provincia, gestito dalla zia della protagonista, Makoto. Lei, studentessa universitaria, si trova all'ultima settimana del lavoretto estivo, proprio appena prima di tornare in facoltà. Sta aiutando la vecchia zietta e magari, con l'occasione, si mette in tasca qualche risparmio.

Tutti i prodotti sono realizzati con cura maniacale
Tutti i prodotti sono realizzati con cura maniacale

Quello di InKonbini è un cambio di prospettiva interessante, che restituisce al convenience store la sua dimensione più intima: quella di bottega di fiducia, dove ogni cliente ha un volto, un nome e una storia. Affascinati dalla prospettiva, abbiamo provato la demo di InKonbini, un piccolo assaggio di appena mezz'ora che funziona come prologo e tutorial.

Un negozio, molte storie

Già dal sottotitolo (One store, Many stories), InKonbini manifesta la sua volontà di proporre un classico stilema della narrazione giapponese, ovvero quello di raccontare le persone attraverso i luoghi che frequentano. È un espediente che ho adorato in opere ormai diventate di culto come La Taverna di Mezzanotte di Yarō Abe. Nel manga in questione (e nella serie live action che ne è stata tratta, Midnight Diner) si trattava di un izakaya nel Golden Gai di Kabukicho, nel videogioco è il minimarket della zia. L'essenza però è la medesima: in questi spazi conviviali si annullano alcune delle distanze sociali a cui i giapponesi sono molto attenti, e tendono a venire a galla storie personali estremamente confidenziali.

InKonbini inizia insegnandoci operazioni molto semplici: rifornire gli scaffali, imparare la disposizione degli oggetti, studiare con attenzione le etichette dei singoli prodotti. Come saprà bene chiunque sia mai entrato all'interno di uno di questi negozi, ogni scaffale è organizzato in maniera precisa, quasi convenzionale, tanto che entrando all'interno di uno o dell'altro minimarket, ci si raccapezza piuttosto facilmente. C'è una zona del negozio dedicata alle bevande, una al ramen istantaneo, ai prodotti per la cura personale e alle riviste. Spostandoci da uno scaffale all'altro, ci facciamo un'idea delle disposizione della merce, e impariamo come esporre e sistemare i prodotti. Ci è utile anche per capire l'ubicazione degli stessi, dal momento che sarà fondamentale quando i clienti ci chiederanno una mano per individuare ciò che stanno cercando.

Giochi come Animal Crossing sono perfetti per la salute mentale: le ricerche li paragonano alla meditazione Giochi come Animal Crossing sono perfetti per la salute mentale: le ricerche li paragonano alla meditazione

Chiaramente tutto entra davvero nel vivo solo nel momento in cui il primo cliente mette piede nel negozio. Quella che viviamo nella demo è una brutta serata di pioggia battente. Makoto è convinta che non arriverà nessuno a fare compere, ma poi un uomo di mezza età ci saluta cordialmente e afferra uno dei cestini all'ingresso. Si chiama Chief, è un signore con dei baffetti ispidi e una grossa collana attorno al collo. Dice a Makoto che è la prima volta che la vede, e che è contento, perché pare avere qualche trascorso non proprio piacevole con la zia. Ci chiede infatti di non fare menzione della sua presenza in negozio alla proprietaria. Mentre Chief si fa un giro tra gli scaffali, non si lascia sfuggire l'occasione di commentare il modo in cui abbiamo disposto i prodotti (a volte in maniera non proprio lusinghiera), poi si ferma, richiamando la nostra attenzione. Ha bisogno di una mano, perché non riesce a vedere le scritte piccole sulle confezioni di cibo per gatti. Gliene serve una particolare, ipoallergenica e con un certo tipo di farina. Dobbiamo trovarla noi, studiando le etichette e suggerendogli quella più adatta.

Chief è il primo cliente del videogioco, ci chiederà subito una mano
Chief è il primo cliente del videogioco, ci chiederà subito una mano

Arrivati in cassa, poi, bisogna scansionare i prodotti, ruotando il modello 3D per svelare il codice a barre, e infine dare a Chief il resto corretto. Il tutto senza che ci sia un timer o un punteggio di alcun tipo. InKonbini ci invita infatti a prenderci tutto il tempo necessario. A rallentare il ritmo. Non c'è alcuna fretta nel servire Chief, nell'individuare i croccantini per il gatto o nelle altre operazioni di cassa. La filosofia è quella del genere dei cozy: un'esperienza rilassante in tutto e per tutto.

Dopo la pioggia

Dalla nostra prova, in effetti, emerge che non è tanto la gestione del konbini in sé il cuore dell'opera, quanto piuttosto quello che vi si affianca in termini narrativi. In questo caso il racconto che Chief sembra prometterci a proposito del suo rapporto con la proprietaria, la possibilità di riappacificare gli animi, e magari anche l'affezione che svilupperà per Makoto. InKonbini sembra voler raccontare proprio una fetta dell'estate della protagonista, un'occasione per crescere e conoscere gli altri. Per aiutarli magari. Sul finale della demo ci troviamo accanto al signor Chief, mentre guardiamo il sole che si riprende lo spazio al di là delle nubi. Il cielo si rischiara alla fine dell'acquazzone.

In cassa bisogna scannerizzare e battere tutti i prodotti del cliente
In cassa bisogna scannerizzare e battere tutti i prodotti del cliente

Questo piccolo, dolcissimo, titolo non ha ancora una data d'uscita, ma ci auguriamo che arrivi entro la fine dell'anno. InKonbini ci sembra un'esperienza pensata con in testa un pubblico ben preciso, che ama i videogiochi rilassanti e le storie colme di buoni sentimenti, ma è capace di evocare una nostalgia universale in chiunque abbia visitato il Giappone. Non solo per i suoi ritmi gentili e gli spazi sospesi tra modernità e tradizione, ma anche per i piccoli templi quotidiani che rispondono al nome di konbini.

Attraverso il punto di vista di Makoto, giovane studentessa universitaria che aiuta la zia gestendo il suo convenience store, InKonbini: One Store, Many Stories sembra volersi focalizzare non tanto sulle dinamiche gestionali, quanto piuttosto sullo spaccato intimo di una piccola comunità giapponese di provincia. L'atmosfera così dolce è azzeccata, aiutata da un'estetica tenera e colorata, e l'idea di gestire un minimarket nipponico ci ha catturati sin dall'incipit. La prova che abbiamo avuto è veramente limitata, ma non vediamo l'ora di mettere le mani sul videogioco completo.

CERTEZZE

  • Gestire un konbini è un sogno
  • I personaggi ci sembrano adorabili
  • La cura con cui sono stati realizzati gli oggetti

DUBBI

  • Il sistema per rifornire gli scaffali ci sembra migliorabile
  • Speriamo riesca a mantenere un buon ritmo