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Judgment: il provato del “nuovo” gioco di Nagoshi

Partito come spin-off della serie Yakuza, Judgment, alias Judge Eyes, sembra sempre più essere una sorta di evoluzione della saga. Lo abbiamo provato per alcune ore.

PROVATO di Aligi Comandini   —   28/02/2019

Capita spesso che un team di sviluppo si soffermi a lungo su una specifica serie, e divenga riconoscibile quasi esclusivamente per quella. Non è nemmeno una questione di talento: semplicemente questi sviluppatori a un certo punto azzeccano un centro perfetto, e si ritrovano legati a doppio filo a un determinato marchio da cui diventa davvero difficile distaccarsi. Nel caso del team del buon Toshihiro Nagoshi, il segno della serie Yakuza è diventato così indelebile da aver riportato a un rebranding dell'intera software house, e non sembrano esserci stravolgimenti previsti per il futuro. Noi, in parte, lo abbiamo sempre considerato un peccato: lo Yakuza Team è composto da veterani che sanno il fatto loro, e che hanno dimostrato più volte di poter sviluppare ottimi titoli sia dal punto di vista tecnico che da quello narrativo; Binary Domain, ad esempio, ci aveva colpito parecchio, ma il suo scarso successo non ha fatto che uccidere sul nascere i tentativi di trasformazione della squadra, quasi costringendola a soffermarsi esclusivamente sul mondo di Kiryu e dei suoi coloriti comprimari. Forse è proprio per questo motivo che, alla presentazione di Judge Eyes - rinominato Judgment in occidente - abbiamo sperato con forza in un prodotto completamente nuovo e sperimentale, in grado di distaccarsi da Kamurocho e dalle sue follie. Il vento del cambiamento si è però fermato quasi subito: Judgment non è un titolo "nuovo", né un coraggioso stravolgimento; è letteralmente uno spin-off della serie Yakuza, così vicino ai titoli della serie da poter tranquillamente venir considerato un loro seguito a tutti gli effetti. Vediamo perché.

Un protagonista ineccepibile

Se si prende in considerazione la popolarità ormai spaventosa dei personaggi della serie Yakuza, pensare di sostituirli sembra una battaglia contro i mulini a vento. Lo Yakuza Team ha quindi deciso di puntare tutto su un attore che in Giappone vanta una popolarità al limite del divino: Takuya Kimura (meglio conosciuto da quelle parti come Kimutaku), idolo incontrastato della Terra del Sol Levante grazie a un quantitativo mostruoso di successi televisivi e cinematografici, e a un passato "glorioso" in una nota boyband. Proprio lui è il protagonista di Judgment, nei panni del coraggioso avvocato difensore Yagami, e il titolo risulta essere una sorta di suo eccezionale panegirico, lo pone costantemente al centro dell'attenzione e assicura la massima soddisfazione dei suoi fan. Per un blasfemo, ovviamente, l'impatto della presenza di Kimura risulta molto smorzato, ma se non altro si parla di un attore dal notevole carisma, che funziona notevolmente bene come sostituto di Kiryu anche per chi si preoccupa ben poco dei drama televisivi nipponici.

Judgment 3

La centralità degli avvocati nella storia potrebbe, invero, far pensare a una strutturazione narrativa molto diversa dagli Yakuza classici, ma basta ben poco per rientrare nei canoni tipici, come detto in precedenza. Kamurocho è sempre il centro nevralgico dell'avventura, e i collegamenti con i clan locali di Yagami diventano evidenti immediatamente, con tutte le prevedibili conseguenze. La nuova linea narrativa, però, offre se non altro spunti più interessanti e meno orientati al combattimento del solito agli sviluppatori, che hanno quindi lavorato sulle missioni con un po' di sano brio. Tra una sana dose di schiaffi e le solite scene al limite dell'assurdo, dunque, Judgment offre anche fasi investigative (a volte anche alla guida di un drone) inseguimenti con meccaniche dedicate, e tutta una serie di altre attività che spezzano gradevolmente il ritmo. Certo, lì in mezzo non mancano le solite fetch quest e le battaglie ingiustificate, ma si parla comunque di un'evoluzione generale della formula.

Vestito per combattere

"Evoluzione" è la parola d'ordine, perché alla fine di questo parliamo, descrivendo Judgment. Il titolo è letteralmente una versione pompata degli Yakuza in quasi ogni aspetto, con una mappa più definita del solito, una maggior varietà di quest, e una serie di innovazioni al sistema di combattimento e allo sviluppo del personaggio piuttosto interessanti. Da Yakuza Zero, ad esempio, tornano gli stili in battaglia, ma il numero di mosse a disposizione del protagonista è notevole, e sono state aggiunte manovre contestuali che permettono di sfruttare i muri e il movimento complesso. All'interno delle quest sopracitate poi sono presenti meccaniche abbastanza uniche come la capacità di scassinare i lucchetti, o di entrare in copertura per inseguire dei bersagli non visti. Tornano, poi, pure i (non tanto mini)minigame, al solito in gran numero e molto curati. Noi abbiamo solo potuto spulciare qualche arcade, ma nel gioco di tempo se ne può perdere parecchio... non temete.

Project Judge 26

Tutto questo ovviamente arriva con una serie di migliorie tecniche non indifferenti, che vanno a toccare tutto, dal livello di dettaglio di Kamurocho alla qualità delle animazioni facciali (particolarmente curate proprio nel caso di Kimura, vista la sua notorietà). Unico problema? Su PlayStation4 base abbiamo visto arrancare parecchio il framerate del gioco, e abbiamo qualche preoccupazione per l'ottimizzazione finale. Per il resto, ci sembra di essere davanti al tipico prodotto di Nagoshi e compagnia bella: un'avventura eccessiva e ben narrata, con personaggi memorabili e nipponica fino al midollo. Resta solo da vedere quanta voglia abbiate o meno di un nuovo titolo di una serie che ormai va avanti da una vita.

Per chiunque abbia giocato e apprezzato gli Yakuza, Judgment rappresenta una quantità nota: è letteralmente uno spin off che evolve la struttura base della serie in quasi ogni aspetto, con un protagonista abbastanza carismatico da poter sostituire Kiryu (almeno per i giapponesi) e una storia come sempre molto curata e appassionante. Se vi siete stancati della serie, non sarà certo questo il titolo in grado di riaccendere la vostra scintilla, vista la sua similarità ai predecessori. Noi lo aspettiamo comunque con grande curiosità, consapevoli della qualità media dei prodotti del team di Nagoshi, e delle potenzialità della trama.

CERTEZZE

  • Interessanti migliorie a quasi tutti gli elementi della serie Yakuza
  • Storia come sempre molto curata e appassionante
  • Kimutaku funziona come protagonista

DUBBI

  • Qualche problematica tecnica su PS4 base
  • Se vi siete stancati degli Yakuza non è il caso di giocarlo