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La musica degli anni '80 e '90, secondo SEGA

Scopriamo i generi musicali che influenzarono alcune grandi colonne sonore della casa giapponese.

SPECIALE di Francesco Petraglia   —   23/10/2024
Sonic suona la chitarra

Cosa sarebbero i nostri amati videogiochi senza le colonne sonore? Decine e decine di ricordi associati alle nostre esperienze videoludiche non possono essere dissociate da melodie, ritmi e motivetti indimenticabili, impressi a fuoco nelle nostre memorie al pari dei colori, dei personaggi e dei fondali che si stagliano sullo schermo.

Si sa, i videogiochi da sempre non nascono in un vuoto storico-culturale: sin dagli anni '70 l'intrattenimento elettronico e i movimenti culturali si influenzano reciprocamente in una costante osmosi, e le colonne sonore non fanno eccezione. Trovo personalmente molto affascinante constatare come le opere dei compositori videoludici siano state spesso capaci di fotografare il panorama musicale dal quale emergevano in quel momento storico, nonché di palesare le influenze artistiche che toccavano gli autori. L'esempio più lampante resta sempre, a mio parere, la colonna sonora di Tekken 3, un capolavoro di jungle e drum 'n' bass, perfetto specchio del panorama elettronico di metà anni '90. Ci sono tuttavia anche casi di suggestioni probabilmente involontarie, frutto di intuizioni artistiche parallele, come nel caso delle musiche di Tim Follin: con le sue colonne sonore per NES e Commodore 64 (incredibile la sua versione delle musiche di Ghouls 'n' Ghosts per C64), sul finire degli anni '80 portava avanti una riscoperta del rock progressivo del decennio precedente, contemporaneamente messa in atto dai gruppi cosiddetti "neoprogressive" come Marillion e IQ.

In ogni caso, se volessimo identificare la maestra nell'intercettare ed innestare nei propri titoli il mutare delle correnti musicali, non ci sarebbero dubbi: si tratta indiscutibilmente di SEGA.

Un suono unico

La casa di Sonic, Virtua Fighter, Shinobi e tantissimi altri classici ha infatti accolto tra le sue fila, fin dagli anni '80 del secolo scorso, una sfilza di nomi che ci hanno donato colonne sonore non solo ancora oggi spettacolari, ma anche capaci di ritrarre in maniera nitidissima ciò che accadeva in quegli anni nel mondo della musica sia giapponese sia mondiale. Andiamo allora a ricordare una manciata di titoli che vi faranno viaggiare nel tempo a suon di note, tra jazz, techno e hip-hop. Una delle colonne sonore più iconiche della libreria SEGA è sicuramente quella di Outrun. Le musiche firmate da Hiroshi Kawaguchi per il classico arcade di Yu Suzuki sono semplicemente perfette per il senso di "esotismo" che pervade l'intero gioco: la nostra Ferrari TestaRossa sfreccia infatti in una versione tutta idealizzata dell'Occidente europeo, attraversando senza soluzione di continuità scenari come la riviera francese, le Alpi e i prati olandesi, in un miscuglio di suggestioni geografiche verso cui il popolo giapponese nutre notoriamente una certa fascinazione.

Poche cose gasano come sentire le prime note di 'Magical Sound Shower' sulla linea di partenza di Outrun
Poche cose gasano come sentire le prime note di "Magical Sound Shower" sulla linea di partenza di Outrun

Coerentemente con questa bizzarra ma armoniosa ibridazione geografica, Kawaguchi partorì una colonna sonora di sole quattro, indimenticabili tracce, che rifletteva un'ulteriore forma di incrocio culturale all'epoca molto in voga nella musica giapponese, e in particolare nel mondo del jazz fusion. Tra gli anni '70 e gli anni '80 si ebbe infatti l'epoca d'oro della fusion giapponese, grazie a gruppi ancora oggi molto amati tra gli appassionati, come i T-Square e i Casiopea.

In quegli stessi anni (appena precedenti all'arrivo di Outrun, nel 1986), nell'ambito di quel genere si venne a creare una sorta di filone parallelo fortemente connesso all'immaginario sudamericano e tropicale, ovviamente filtrato attraverso i sognanti occhi degli artisti giapponesi dell'epoca. Per avere un assaggio di questo affascinante momento della musica nipponica, potreste sicuramente dare un ascolto agli album di Masayoshi Takanaka e di Masaru Imada, la cui influenza si avverte forte e chiara nella colonna sonora del racing di SEGA. Se a questo aggiungete che in quegli stessi anni la fusion giapponese era in fissa con tutto ciò che riguardasse il motorsport (date un'occhiata alla copertina del primo album dei Casiopea), il gioco è fatto: Hiroshi "Hiro" Kawaguchi non poteva che associare in modo spontaneo il meraviglioso jazz caraibico delle sue "Magical Sound Shower", "Splash Wave" e "Passing Breeze" allo sfrecciare spensierato della nostra Ferrari tra palme, lidi e cartelloni pubblicitari.

Strade di rabbia

Quando si parla di musiche targate SEGA, non si può certo ignorare un gigante della storia delle colonne sonore videoludiche, ossia Yuzo Koshiro. Se la sua firma può essere associata a classici come The Revenge of Shinobi, ActRaiser e Shenmue, il suo capolavoro sarà tuttavia sempre quanto fatto con la trilogia di Streets of Rage per Mega Drive, e in particolare con il favoloso Streets of Rage 2 del 1992. Composta insieme a Motohiro Kawashima (pur essendo il nome del solo Koshiro a campeggiare addirittura sulla schermata iniziale del gioco, cosa all'epoca abbastanza straordinaria), la colonna sonora del classico picchiaduro a scorrimento di SEGA era un chiaro manifesto di cosa stava accadendo in quegli anni nella musica elettronica. Koshiro riuscì infatti a portare nel mondo dei videogiochi il ribollente mondo della cosiddetta "Detroit techno", successivamente evolutasi nell'hardcore techno. La Detroit techno rappresentò la nascita vera e propria del genere techno: si affermò sul finire degli anni '80, avendo poi il suo apice proprio negli anni della trilogia di Streets of Rage, e trae il proprio nome dall'essere nata dalla mente di svariati DJ dell'area di Detroit, nel Michigan. La Detroit techno è caratterizzata da atmosfere e ritmiche dal feeling cerebrale e futuristico, ponendosi in continuità con la musica elettronica di area tedesca, e riuscì a rivoluzionare la scena musicale dei club di tutto il mondo, giungendo anche alle orecchie del giapponese Koshiro. E quest'ultimo ha certamente appreso benissimo la lezione dei colleghi statunitensi: la colonna sonora di Streets of Rage 2, già a partire dalla favolosa traccia di apertura "Go Straight", è un tripudio forsennato di melodie ruvide e distorte di sintetizzatori, drum machine impazzite e bassi perforanti, tutto riprodotto spremendo fino al midollo il chip audio Yamaha del Mega Drive.

Buona parte del fascino immortale di Streets of Rage è ancora oggi connessa alla sua colonna sonora
Buona parte del fascino immortale di Streets of Rage è ancora oggi connessa alla sua colonna sonora

Ancora oggi brani pazzeschi come "Spin on the Bridge" e "Alien Power" potrebbero essere ballati nelle discoteche, ed infatti Koshiro ancora oggi porta dal vivo le musiche dei suoi picchiaduro SEGA in dei veri e propri DJ set danzerecci. Le opere di Yuzo Koshiro sono senza dubbio da ascoltare e riascoltare non solo per gli appassionati di musica videoludica, ma per i fan della musica elettronica tutta.

Arriva Sonic

Le vicende dietro la colonna sonora originale di Sonic The Hedgehog 3 non solo rappresentano l'ennesima prova di una SEGA capace di stare al passo con quanto accade nell'industria musicale, ma sono anche poi divenute uno dei più noti misteri della storia dei videogiochi. È infatti ormai un "segreto di Pulcinella", risaputo da decenni, che dietro la colonna sonora del gioco del 1994 ci sia stato il contributo di Michael Jackson e dei suoi collaboratori, come il tastierista Brad Buxer. Sul perché tale collaborazione tra il Re del Pop e SEGA (collaborazione che aveva le sue radici già nella precedente pubblicazione di Michael Jackson's Moonwalker su Mega Drive e Master System) non sia mai stata chiaramente esplicitata per circa tre decenni, si sono spese tante speculazioni e tante dichiarazioni su cui sorvoleremo in questa sede; è tuttavia sempre buffo ricordare come Yuji Naka, il "papà" di Sonic, abbia goffamente confermato il tutto con un innocuo tweet, due anni fa, a cui fece seguito una rapida e nuova smentita.

Al momento X/Twitter ha dei problemi
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Ciò che qui ci interessa maggiormente è però come SEGA decise di dare una personalità musicale ben precisa a questo ambizioso capitolo di Sonic, imprimendo alla colonna sonora il marchio più autentico di un genere che si sviluppò negli anni precedenti con il nome di "new jack swing". Questo riconoscibile ibrido tra hip hop, R&B e soul fu plasmato principalmente dal produttore Teddy Riley, il quale influenzò con il suo sound artisti come Janet Jackson, Whitney Houston e, ovviamente, Michael Jackson, il cui album "Dangerous" del 1991 rappresenta il massimo esempio del genere. Il Re del Pop e i suoi collaboratori avrebbero quindi colorato con le ritmiche del new jack swing vari brani di Sonic 3, come il tema di Knuckles, quello della Marble Garden Zone e il celebre tema della Carnival Night Zone, contenente dei passaggi presi di peso da "Jam", canzone del sopra citato album del '91.

La Carnival Night Zone non ha lo stesso sapore, senza la musica originale del 1994
La Carnival Night Zone non ha lo stesso sapore, senza la musica originale del 1994

Insomma, la colonna sonora di Sonic The Hedgehog era imbevuta di tutto lo spirito della musica pop di quegli anni, e chi se non l'artista più influente dei quindici anni precedenti poteva firmare dei brani così figli del loro tempo? Peccato che, a causa delle controversie legate all'attribuzione delle musiche, in quasi tutte le successive riedizioni del gioco, inclusa la più recente versione di Sonic Origins, questa eccezionale colonna sonora sia stata sostituita da una versione alternativa decisamente meno memorabile.

DJ set

Chiudiamo in bellezza questa carrellata con uno degli ultimissimi classici dell'era d'oro di SEGA: Jet Set Radio, uno dei must-have della libreria del Dreamcast. Arrivata nei negozi all'alba del nuovo millennio, la coloratissima opera dello studio Smilebit rappresentava un omaggio a tutta l'estetica della sottocultura hip-hop, che nel decennio precedente si era diffusa in giro per il mondo partendo dagli scenari urbani statunitensi: è interessante notare come uno dei primi semi dell'arrivo di tale cultura in Giappone fu rappresentato dall'apertura di un club hip-hop, nel 1986, proprio a Shibuya, dove non a caso si svolgono parte delle imprese di Jet Set Radio. In un gioco tutto a base di graffitaggio, DJ e mosse di breakdance, la colonna sonora non poteva che andare di pari passo: composte principalmente da Hideki Naganuma, le musiche di Jet Set Radio sono infatti un tripudio di hip-hop, elettronica e funk, costellate da decine di campionamenti, sulla scia di maestri dei giradischi degli anni '90 come DJ Shadow e il giapponese DJ Krush. Tracce come "Sweet Soul Brother", "Everybody jump around" ed "Electric Tooth Brush" non sfigurerebbero in dei DJ set dei tardi anni '90! I brani di Naganuma sono ancora una volta rappresentativi della capacità degli studi SEGA di assoldare compositori abilissimi nell'infondere nei loro giochi tutto lo spirito delle tendenze musicali, radiofoniche o di nicchia che siano, in auge nelle rispettive epoche di pubblicazione.

Le vicende di Jet Set Radio sono narrate proprio da un DJ, il Professor K
Le vicende di Jet Set Radio sono narrate proprio da un DJ, il Professor K

Una capacità di intercettare le correnti culturali sempre più complesse in una realtà volatile come quella odierna, in cui la stessa SEGA, pur portandoci ancora ottime colonne sonore, sembra meno volenterosa di stare sul "pezzo" rispetto agli stili musicali che si succedono nel corso degli ultimi anni.