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Pax Romana sotto inchiesta

La distribuzione italiana di Pax Romana sta generando molto caos nella comunità dei videogiocatori. Vediamo insieme i motivi della polemica che sta crescendo in intensità e una prima soluzione in dirittura d'arrivo.

SPECIALE di Pierpaolo Greco   —   31/03/2004

La soluzione

Come abbiamo appena accennato, tutto questo è in via di risoluzione. Atari infatti, contattata da Multiplayer.it con qualche giorno di anticipo rispetto alla pubblicazione di questo articolo, si è prodigata nella ricerca di una soluzione e non si è fatta attendere inviando alla nostra redazione una comunicazione ufficiale che riportiamo di seguito in forma parziale.

"Abbiamo ricevuto risposta solo in queste ore da DreamCatcher. Quando si parla direttamente con una software house i tempi di risposta sono sempre pachidermici. Comunque è già disponibile una patch, ma non è la migliore a disposizione. Per risolvere la situazione almeno in parte, la metteremo sul sito domani in giornata [oggi, ndR]. Entro 48 ore [24 da oggi, ndR] avremo una data definitiva e precisa sul rilascio di tale patch. Si parla comunque di pochissimo tempo."
Naturalmente cercheremo di essere i primi ad avere notizie su questa prima patch provvisoria (che a tutt'ora non è ancora disponibile) e soprattutto sulla patch definitiva, per informarvi quanto prima sugli sviluppi della situazione. Quindi non mancate di visitarci con costanza perchè forse, grazie anche al nostro aiuto, riusciremo a farvi vedere la luce in questo buio.

Ed effettivamente Atari ha rispettato tutte le sue promesse, rilasciando dopo un paio di giorni di beta testing interno, la patch definitiva in grado di funzionare correttamente con l'edizione italiana di Pax Romana. Noi non ce la siamo certo lasciati sfuggire e l'abbiamo prontamente inserita in Area Files. Buon download!

Il problema

Pax Romana è il chiodo fisso che in queste settimane sta perseguitando ad oggi tutti gli infelici possessori della versione italiana di questo strategico in tempo reale dal grande fascino tattico, ambientato nella magnifica epoca romana. E paradossalmente un gioco con questo retroscena di grande rilievo è riuscito a penalizzare pesantemente proprio il pubblico italiano che più di tutti si sente vicino moralmente, psicologicamente, fisicamente e soprattutto geograficamente alle vicende raccontate in Pax Romana.
Ma andiamo con ordine e vediamo di riassumere brevemente cosa è accaduto.
Lo strategico al centro di questo piccolo articolo di denuncia è stato sviluppato da Antik Games, prodotto da Dreamcatcher e distribuito sul nostro territorio da Atari. Si tratta di un titolo di punta nel catalogo Atari, venduto quindi a prezzo pieno (poco meno di 50€) anche per l'ottima localizzazione che vanta scatola, manuale e software interamente in italiano. Ma allora dov'è il problema che rende infelici gli acquirenti del titolo, riprendendo proprio l'incipit della notizia? Semplicemente, come ormai capita fin troppo di frequente, Pax Romana è letteralmente ingiocabile nella versione inscatolata: pieno di bug, poco bilanciato, e colmo di exploit che lo fanno crashare addirittura durante il caricamento iniziale. Ovviamente Dreamcatcher nella cura verso il cliente che da sempre l'ha contraddistinta, è stata velocissima a distribuire una patch in contemporanea all'arrivo del titolo nei negozi americani e inglesi in grado di correggere tutti questi errori dovuti probabilmente ad un beta testing fin troppo veloce, tralasciando però di aggiornare anche la versione italiana.
E qui sorge infatti un ulteriore problema: la patch in questione (che tra l'altro è disponibile nella nostra Area Files) non è compatibile con l'edizione italiana del gioco distribuita sul nostro territorio (a causa della localizzazione è probabile) e compromette ulteriormente il funzionamento del titolo se installata sulla versione italiana.
E da questo problema nel problema è partita la polemica che con forza sempre crescente sta coinvolgendo i forum internazionali di Dreamcatcher, Antik Games e Atari stimolando persino l'intervento di stranieri che nulla hanno a che vedere con l'edizione localizzata sul nostro territorio.