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Prova su strada per Midnight Club 3: Dub Edition

Rombo di motori e gare notturne ai limite della legalità vi aspettano nel terzo episodio della saga di Midnught Club. Lo abbiamo testato per voi nello scenario suggestivo di Londra.

SPECIALE di Matteo Caccialanza   —   30/08/2004
Midnight Club 3: DUB Edition
Midnight Club 3: DUB Edition
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London Panic

Quando ci si prepara a una breve trasferta per testare un gioco, si tende ad aspettarsi la classica saletta di prova tutto sommato anonima, magari con giusto l'aria condizionata per evitare l'incidentale e prematura frittura dell'hardware ivi stipato. Difficilmente si immagina di ritrovarsi sprofondati nel lussuoso divano di una suite con vista sull'interno di uno degli stadi più famosi del mondo, nonchè la "casa" del Chelsea. Ma più che la visita nella Millennium Suite dello Stanford Bridge, a stuzzicare la nostra curiosità son stati gli uffici londinesi di Rockstar, di un'autoironia eccentrica davero spiazzante. [C]

L'ingresso degli uffici
L'ingresso degli uffici
C'è forse bisogno di commentare?
C'è forse bisogno di commentare?

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Prova su strada per Midnight Club 3: Dub Edition
Prova su strada per Midnight Club 3: Dub Edition

Per avere una chiara percezione dello spirito di questo gioco non possiamo che partire dal curioso sponsor che campeggia già nel sottotitolo: "Dub Edition".
Dub Magazine è forse la più famosa testata dedicata alla personalizzazione automobilistica e negli USA è seguita da un vero e proprio culto di appassionati, interessati non solo ai consigli e alle recensioni degli ultimi ammenicoli da tuning, ma anche - o soprattutto - per gli estesi speciali dedicati alle automobili delle celebrità, in particolare dell'attuale panorama Hip-Hop.
Quanti insomma desiderano un carro armato in stile Snoopy Dogg o Eminem/D12, non ha che da acquistare la relativa copia di DUB e ripodurre il mezzo presso il proprio carroziere di fiducia.
A facilitare le cose ci ha pensato Rockstar, offrendoci la mesima possibilità giocando a Midnight Club 3, che vanterà oltre 50 vetture distruttibili, questa volta sotto licenza ufficiale, con alcuni outsider quali moto da corsa e un divertentissimo chopper.
L'anima del gioco, al di là dell'ovvia modalità carriera, è infatti rappresentata dal sistema di personalizzazione delle auto, che sebbene ricordi estremamente da vicino quello presente in NFS: Underground (di chiara ispirazione, anche se i ragazzi di Rockstar negano pacificamente) si rivela più profondo e versatile. E non potrebbe essere altrimenti in un gioco che prevede la possibilità di giocare in rete e affiancare al semaforo le auto degli altri giocatori, in modo da poter dar sfoggio delle nostre esclusive sospensioni idrauliche impennando la vettura e sobbalzando come ossessi...
Preso atto di questa iniezione di contenuti, è comunque chiaro che MC3 non vuole modificare la formula artefice del buon successo del predecessore e come i ragazzi di Rockstar hanno tenuto a precisare, le priorità sono state grafica e gameplay.
Le tre città di Detroid, Atlanta e San Diego saranno liberamente circolabili e potremo alternare allo stress delle gare ufficiali, qualche solitaria scorrazzata a 300 km/h contromano, alla scoperta di scorciatoie, bonus e quant'altro.
Potremo inoltre realizzare noi stessi i circuiti preferiti su cui basare le nostre sfide online, semplicemente posizionando i checkpoint nella posizione desiderata nella città prescelta.
Ci è stato assicurato che il traffico cittadino è stato reso completamente dinamico e non ci sarà modo che due gare identiche presentino la stessa combinazione di automobili a intralciare la nostra corsa.
Da notare che al contrario del secondo capitolo, per accedere a una nuova città non saremo più costretti a completare tutte le gare ufficiali di quella precedente (molti giocatori di Midnight Club 2 non sono mai arrivati a vedere Tokio!) e la modalità single player prevede continui viaggi da un teatro delle corse clandestine all'altro, tali da dare offrire subito al giocato il 100% del gioco.
Come da tradizione il titolo è ambientato esclusivamente di notte, ma forse per ovviare al'effetto di "appiattimento" e monotonia che questo comportò in NFS Underground, potremo ora notare lo scorrere delle ore, arrivando ad assistere alle prime luci dell'alba o agli ultimi raggi del sole al tramonto.

Prova su strada per Midnight Club 3: Dub Edition
Prova su strada per Midnight Club 3: Dub Edition

Tecnicamente il gioco è davvero un bel vedere, saldamente ancorato a 35-40 frame al secondo su una Ps2 in gran spolvero per quel che concerne questa prestazione.
Su Xbox il titolo avrà un aspetto senza dubbio migliore, ma siamo già più che soddisfatti dalla nitidezza dell'immagine e dalla velocità dell'engine, così come dalle soluzioni stilistiche adottate: lampioni, semafori e fanali lasciano bellissime strisce evanescenti sullo schermo, che assieme all'esaltante aumento di profondità della telecamera dovuto all'accelerazione, danno origine a un "effetto velocità" appagante e mai confusionario.
Le città inoltre sembrano realizzate con minuziosa attenzione per i particolari come per la visione d'insieme: nonostante siano state realizzate dal team inglese di Rockstar, l'influenza di GTA è evidente e ci è stata persino confermata dagli stessi sviluppatori.
Midnight Club 3 si prospetta essere non un semplice sequel, ma un prodotto con molto da offrire a quanti decideranno di continuare la carriera del corridore notturno alla corte Rockstar Games. Da parte nostra restiamo in attesa di visionare una build più completa che ci lasci trarre qualche conclusione in merito all'audio (la colonna sonora Hip-Hop è ancora in fase di completamento) e alle diverse modalità di gioco (ancora da definire).
In uscita entro Natale per Xbox e Ps2.

Follow the trend

C'è qualcosa nei racing arcade - in particolare nella sottocorrente "outlaw" - che negli ultimi anni li ha resi di gran lunga il genere più popolare fra i titoli a quattro ruote, su console come su PC.
Serie come Need for Speed, Burnout e Test Drive godono tutt'ora di ottima salute, ciascuno con nuovi capitoli in preparazione o in dirittura di arrivo, cui va ad aggiungersi l'ultimo nato di un'altro classico filone, Midnight Club.
Tutti titoli il cui denominatore comune sono un'ampia disponibilità di autovetture sportive, l'organizzazione di competizioni più o meno illegali e una sconcertante noncuranza nell'infrangere il codice della strada. Oltre naturalmente a un modello di guida esemplificato da due semplici parole: velocità e immediatezza.
C'è chi - come Alex Ward di Criterion - ammette che questa sia l'unica strada per creare un gioco di corse di successo, senza rischiare il confronto con Poliphony e il suo Gran Turismo.
Altri, come i ragazzi di Take 2 Interactive, si limitano a sorridere e fare spallucce, dichiarando che questo tipo di giochi è semplicemente "più divertente". Avendo cura di sottilineare, che il loro Midnight Club offre qualcosa che gli altri non hanno: la totale libertà d'azione, la possibilità di correre in vere e proprie città rese circuiti per "ganassa" su quattro ruote e non viceversa.
[C]

Alla Rockstar amano il loro lavoro, non c'è che dire
Alla Rockstar amano il loro lavoro, non c'è che dire
Uno scorcio del Chelsea Village nei pressi dello Stanford Bridge
Uno scorcio del Chelsea Village nei pressi dello Stanford Bridge

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