Annunciato un paio di anni or sono in pompa magna, Borderlands si è nel tempo eclissato, facendo diminuire le proprie apparizioni di pari passo alla qualità di quanto mostrato,
finendo per convincere sempre meno tanto la stampa quanto, evidentemente, gli sviluppatori stessi che hanno infine deciso di riportare ai box la loro creatura, rivederla e posticiparla all'ultima parte del 2009. L'appena conclusasi Electronic Entertainment Expo è quindi stata l'occasione per vederne la nuova versione, su Xbox 360, rivista e corretta in molte delle sue caratteristiche senza però perdere lo spirito che fin da subito ha animato il progetto, quel misto di elementi presi da più generi diversi in grado, a quanto detto, di disegnare un'esperienza completamente inedita.
Melting pot
Durante la presentazione a porte chiuse Randy Pitchford, il simpaticissimo presidente di GearBox Studios, ha correttamente segnalato quello che probabilmente sarà il principale punto d'interesse della produzione: a differenza di quanto visto in altre occasioni, Borderlands unirà alle dinamiche tipiche di uno sparatutto in prima persona quelle di un gioco di ruolo, compiendo il percorso inverso rispetto, a esempio, a Fallout 3 e sviluppandosi in modo tale da aggiungere profondità all'immediatezza di partenza, e non il contrario. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, il giocatore vestirà i panni di un mercenario impegnato nella ricerca della Cripta, sul misterioso pianeta Pandora - che diventa ufficialmente il nome più inflazionato del 2009 - un luogo dall'ubicazione e il contenuto sconosciuto ma di certo valore, con ogni probabilità contenente qualche tecnologia aliena di inestimabile valore. Si dovrà quindi vagare all'interno di una mastodontica ambientazione free roaming, completando le circa trenta missioni principali e le oltre cento secondarie, accumulando punti esperienza e migliorando le caratteristiche dell'alter ego scelto tra i quattro disponibili. La progressione sarà quindi piuttosto classica e calcherà molti degli stereotipi a cui si è oramai assuefatti, con abilità legate all'uso di armi da varie distanze, al miglioramento fisico come all'accumulo di capacità legate alla cura o al ritrovamento di oggetti speciali;
il tutto avverrà comunque in modo piuttosto immediato, senza che ci si debba rovinare le giornate pensando a come bilanciare le statistiche. Un paio le missioni mostrate: la prima mossa dalla classica richiesta di uccidere un certo numero di esemplari della stessa creatura - una sorta di lupo mutato geneticamente - e il loro capo, mentre la seconda di liberare, cooperativamente in compagnia di altri tre compagni umani, una sorta di impianto di lavorazione mineraria da un gruppo di mutanti. In entrambi i casi l'azione è risultata frenetica, da shooter vero, con in più alcuni elementi secondari ma piacevoli come la necessità di raccogliere il loot - gli oggetti lasciati sul terreno dai nemici - evidenziato in base all'importanza con la stessa scala cromatica scelta da World of Warcraft. Le armi, come oramai dovrebbe essere noto, sono state inserite in quantità astronomiche, tanto che dovrebbero essere presenti in 600'000 tipologie diverse, dalle più semplici fino a spettacolari marchingegni ultra tecnologici, così come non mancheranno i veicoli, a oggi mostrati solo attraverso un dune buggy.
Alla ricerca di una personalità
La grande parte degli ultimi mesi è però stata spesa per dare nuova linfa vitale a un comparto tecnico prima davvero troppo piatto. Si è quindi lavorato per trasportare tutto il lavoro precedentemente fatto in cell shading, colorato e ricco di contrasti, caratterizzando i quattro protagonisti così come gli avversari e i personaggi non giocanti con uno stile simile per risultato a quello di Crackdown e, per restare in tema E3 '09, Brink, vicino a quello dei fumetti americani.
Il risultato è convincente e fluido, per quanto gli ambienti non siano iper popolati, e ben si amalgama al tono scelto per la narrazione e i dialoghi, ricchi d'umorismo; da rivedere, volendo, i menù forse troppo poco personali, piatti addirittura. Sempre sul fronte tecnico non è ancora possibile esprimersi sul netcode, fondamentale vista la presenza della cooperativa per quattro giocatori, durante la quale sarà anche possibile sfidarsi, in giro per le mappe per il semplice gusto di farlo oppure in apposite arene con mappe pensate per il due contro due e per il tutti contro tutti.
In attesa di una prova diretta o di una più corposa visione, Borderlands resta un titolo da tenere d'occhio, aspettando ulteriori sviluppi e certi che il tempo occupato a migliorarne la qualità non è andato sprecato.
CERTEZZE
- Misto tra uno sparatutto e un gioco di ruolo, nonostante tutto piuttosto orginale
- Upgrade grafico riuscito
- Coop per quattro giocatori
DUBBI
- Le missioni mostrate sono sembrate un po' standard
- Si spera che i ritardi non nascondano ben altre problematiche