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Sekiro: Shadows Die Twice, i giochi più significativi del 2019

Torniamo a parlare di Sekiro: Shadows Die Twice di From Software, fresco vincitore del Game of the Year ai The Game Awards 2019

SPECIALE di Davide Spotti   —   16/12/2019
Sekiro: Shadows Die Twice
Sekiro: Shadows Die Twice
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In questi scampoli conclusivi del 2019 è tempo di effettuare un po' di bilanci dell'annata che volge al termine. Gli ultimi dodici mesi sono stati scanditi da una moltitudine di titoli di elevata qualità, tra i quali rientra anche Sekiro: Shadows Die Twice. Disponibile dalla scorsa primavera su PC, PlayStation 4 e Xbox One, la nuova proprietà intellettuale firmata da Hidetaka Miyazaki e dai navigati sviluppatori di From Software ha impreziosito il catalogo dei prodotti action proposti nell'attuale generazione, guadagnando grande credito tra gli appassionati anche in virtù dell'elevato livello di sfida che lo contraddistingue.

Con le sue affascinanti atmosfere orientali e un combat system di altissimo livello, Sekiro: Shadows Die Twice è riuscito persino a imporsi in occasione della cerimonia di premiazione dei The Game Awards 2019, dove ha conquistato l'ambito riconoscimento di Gioco dell'Anno riuscendo ad avere la meglio su altri agguerriti concorrenti tra i quali Death Stranding, Control e Resident Evil 2.

Tutto il fascino del Giappone feudale racchiuso in un action game solidissimo

La trama di Sekiro: Shadows Die Twice prende le mosse nel cuore del Giappone feudale, durante la cosiddetta epoca Sengoku. Rispetto ai precedenti titoli di From Software la struttura narrativa è lineare ma dà un po' più di risalto ai personaggi del racconto. Al contempo continua a far leva sull'utilizzo della narrazione implicita, servendosi di un'ampia mitologia che fa da sfondo a eventi e luoghi visitati. I giocatori vestono i panni di uno shinobi in cerca di riscatto. Dopo essere caduto sotto i colpi del potente clan Ashina e aver perso addirittura l'uso di un braccio nel vano tentativo di difendere il suo signore, il protagonista ha giurato di riparare al torto subito portando in salvo il giovane principe anche a costo della vita. Quest'ultimo è infatti l'unico discendente rimasto di un antico clan e viene considerato la chiave per proteggere il regno dalla minaccia di un'invasione. Diversamente da Dark Souls e Bloodborne, in Sekiro: Shadows Die Twice non si ha a che fare con un semplice alter ego virtuale, bensì con un personaggio dalle caratteristiche ben delineate.

Sekiro 7

Peraltro Sekiro: Shadows Die Twice non rientra tout court nell'ambito del genere soulslike, pur recuperando una serie di caratteristiche ludiche e interattive che lo studio giapponese ha già sperimentato nei titoli sopracitati. Oltre alla narrativa ambientale, ciò che rileva è soprattutto la presenza di un level design di alto profilo, che fa anche in questo caso dell'interconnessione uno dei suoi tratti vincenti e caratteristici. C'è di più però, visto che rispetto alle opere precedenti di From Software è stata valorizzata la verticalità delle mappe, resa possibile dall'implementazione del salto e dalla presenza del particolare rampino a disposizione del protagonista. Queste caratteristiche hanno permesso anche l'implementazione di meccaniche stealth, che costituiscono un'interessante variazione di approccio pur non rappresentando l'elemento principale dell'esperienza ludica.

Un fattore di grande interesse è legato alle meccaniche di gestione della Postura, che identifica la condizione del protagonista e quella dei nemici presenti sul campo di battaglia, attraverso un indicatore che può rigenerarsi solo quando ci si trova al di fuori delle fasi di combattimento. Ogni volta che si viene attaccati tale livello diminuisce, perciò si rende necessario bloccare gli attacchi avversari con perfetto tempismo.

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Anche in Sekiro: Shadows Die Twice non è presente la selezione del livello di difficoltà, pertanto l'estrema dedizione rimane un fattore imprescindibile per poter pensare di proseguire nella propria partita. Il gioco ha inoltre il pregio di dare accesso a una gran varietà di armi trasformabili veicolate dal particolare braccio meccanico a disposizione dello Shinobi, permettendo di fruire di gadget molto interessanti. L'altro tratto caratteristico che ha reso l'opera così apprezzata tra i giocatori più smaliziati è correlato alla presenza di un'ampia gamma di boss e mini boss che contribuiscono a mettere un bel po' di pepe ad ogni partita, a patto chiaramente di avere una buona dose di pazienza e abnegazione per apprendere dai propri errori e individuare i punti di debolezza di ciascun avversario, così da poter superare indenni qualsiasi ostacolo si frapponga verso i titoli di coda.