Quanto è difficile oggi trovare un concept originale nei videogiochi horror? Alcuni ci riescono, giocando con gli stilemi del genere e inserendo inaspettati elementi metareferenziali. Altri scelgono di appoggiarsi sulle spalle dei giganti come Silent Hill e Resident Evil, a volte con risultati anche apprezzabili. Poi ci sono Andres Borghesi e Tobias Rujan che hanno un'idea fenomenale: la propongono allo studio argentino Sabot Studio, coinvolgono una produzione cinematografica con attrici come Clara Kovacic e Yael Tesouro, ne parlano in un podcast, realizzano una demo. Ecco come Tenebris Somnia diventa reale: un'avventura 2D vecchio stile che è anche un film horror.
E lo è davvero dal momento che la trovata di Borghesi e Rujan finisce per diventare crossmediale: Julia e Ivan, i due protagonisti del videogioco, hanno lavorato su un cortometraggio dal macabro titolo Devora, che nel mondo di Tenebris Somnia ha riscosso un certo successo tra gli appassionati. Ma Devora esiste realmente: è stato girato dalla stessa troupe che cura gli inserti live action di Tenebris Somnia ed è attualmente in tour nei festival di genere, dove sta raccogliendo un grande successo. Il mondo virtuale e quello reale si inseguono già prima di avviare Tenebris Somnia.
Questa formula magica - come nella sequenza che risvegliava il Necronomicon in La Casa - sembra aver donato a Tenebris Somnia tutti gli ingredienti giusti: c'è, in effetti, una casa, un appartamento che era condiviso, una storia d'amore tormentata e soprattutto due mondi, materiale e immateriale, filmico e videoludico, che parlano attraverso lo schermo e attraverso la pellicola.
L'inquilino del terzo piano
Julia fa sempre lo stesso incubo: delle orribili creature fanno breccia nell'appartamento del suo ex, Ivan, e lo uccidono. Per di più, Julia non sente Ivan da un po' di tempo. Non le risponde nemmeno al telefono. Così, non le resta che fare una cosa: tornare in quel vecchio appartamento che condividevano e del quale ha ancora le chiavi, per vedere se va tutto bene. Quando ci arriva, però, non trova Ivan: le finestre sono barricate da assi di legno inchiodate alle pareti, il poster di Devora - il corto cinematografico che Ivan ha girato - è distrutto, la porta dello studio è sigillata da uno strano simbolo esoterico e da una sostanza rossa, simile a sangue rappreso. Non c'è traccia del ragazzo. Forse si è chiuso in quello strano studio, ma Julia deve trovare il modo di sciogliere la colla rossa che lo tiene chiuso.
Inizialmente Tenebris Somnia pesca dalle classiche avventure grafiche in 2D: lo stile scelto per rappresentare Julia e il mondo che la circonda è un 8 bit molto colorato, che mette ben in evidenza ogni oggetto con cui interagire. Non si fa fatica a definirlo retrò fino al midollo. Anche le musiche, tutte molto incalzanti e squisitamente inquietanti, sono un viaggio indietro nel tempo fino a Clock Tower. L'idea è molto semplice: si esplora la casa, si combinano strumenti nell'inventario, si leggono e rileggono vecchi libri che contengono indizi a proposito di come superare i pochi enigmi utili a entrare dentro quello studio. Le combinazioni di oggetti non sono molte. Tutto è facile. Fin troppo.
Poi arriva il twist che non ti aspetti: entrati nello studio, l'appartamento di Ivan cambia. Compaiono strani simboli sulle pareti, la carta da parati ha un altro colore. Le finestre non sono più sbarrate, e fuori una notte senza Luna ha avvolto il mondo in un'oscurità totale. E soprattutto la porta di casa è aperta. Quando Julia cerca di uscire dall'appartamento, in un lampo il videogioco cambia pelle e diventa iper realistico. Diventa a tutti gli effetti un film.
La prima volta che si vive questo passaggio è straniante, è come fare un salto in una dimensione differente. Non è certo il primo horror recente a far utilizzo di filmati reali (senza nemmeno sforzarci troppo, il bellissimo Immortality di Sam Barlow, lo faceva egregiamente), ma è proprio il passaggio dall'estetica stilizzata alla realtà che ti prende per i capelli e ti raddrizza sulla poltrona. L'effetto di sentirsi risucchiati altrove è perfettamente riuscito. Aiutano di certo regia, tempi, e un immaginario non banale, per una produzione video che è di grande livello.
La nona porta
Che tipo di videogioco diventa, quindi, Tenebris Somnia? Non è facile dirlo, dal momento che oscilla a più non posso tra l'avventura grafica e il survival horror. La prima volta che ti viene consegnata un'arma in mano, e che scopri di poterla sventolare a destra e a manca per affrontare i nemici, fa perfino uno strano effetto. Memori di quelle vecchie avventure dove il personaggio è inerme, la prima reazione quando ci si trova davanti a queste inquietanti creature che sembrano vampiri è pensare di dover scappare, salvo poi rendersi conto che Tenebris Somnia ti dà tutti gli strumenti per difenderti. È fondamentale imparare i movimenti dei mostri, perché proseguendo nell'esplorazione di questo condominio infestato, i nemici da affrontare diventano sempre di più. Fortunatamente basta poco per entrare in possesso anche di armi da fuoco.
È però il continuo passaggio tra i due mondi a esaltare. Viverlo la prima volta non cancella la sorpresa di trovarselo, senza soluzioni di continuità, sempre davanti agli occhi per sottolineare i passaggi più magici come l'arrivo di nuovi personaggi o di nuovi mostri da affrontare. C'è persino un momento in cui questo espediente viene utilizzato in maniera molto intelligente, quando si esamina una vecchia fotografia e lo stile grafico stilizzato non può certo rendere giustizia ai particolari. Nel momento in cui ci si avvicina alla foto, Tenebris Somnia scivola dolcemente dal mondo dei pixel a quello in carne e ossa, regalandoci una visione più intima, più precisa, sfruttando in maniera eccezionale il passaggio.
La demo di Tenebris Somnia è molto breve, dura giusto mezz'ora e non dà nemmeno la possibilità di salvare per mantenere i salvataggi. Ma in quei trenta minuti presenta già un carattere unico. È un horror di evocazioni, di dimensioni che si sovrappongono, unisce la grana ruvida e spregiudicata delle produzioni indipendenti videoludiche e cinematografiche per dar vita a un risultato che ha una voce tutta sua.
Tenebris Somnia è un esperimento assai interessante: unire un survival horror 8 bit, con un'estetica e una fattura volutamente retrò, a una produzione cinematografica di livello professionale. Il risultato è un continuo scivolare tra due mondi per sottolineare dettagli, personaggi, incontri, creature, tenendo sempre il videogiocatore sulle spine e intrigandolo tanto con il ritmo, quando con il continuo dialogo tra le dimensioni. C'è ancora poco del gioco finale, ma anche solo questo frammento parla una lingua tutta sua, e racconta un'idea molto originale.
CERTEZZE
- Ondeggia tra il virtuale e la realtà in maniera perfetta
- Gli inserti live action sono molto ben realizzati
- Tutta l'operazione crossmediale è interessante
DUBBI
- Gli scontri con i nemici ci sono sembrati troppo semplici
- L'equilibrio tra survival horror e avventura 2D dovrà essere dosato alla perfezione