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The Last Case of Benedict Fox: l'anteprima dall'ID@Xbox di un promettente metroidvania

Nel mix di titoli presentati durante l'ultimo showcase di ID@Xbox, The Last Case of Benedict Fox pare sicuramente tra i più promettenti.

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   06/02/2023
The Last Case of Benedict Fox: l'anteprima dall'ID@Xbox di un promettente metroidvania
The Last Case of Benedict Fox
The Last Case of Benedict Fox
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Se si parla di titoli indipendenti, i metroidvania sono senza ombra di dubbio uno dei generi più gettonati; d'altronde parliamo di videogiochi prevalentemente 2D, non particolarmente problematici dal punto di vista tecnico, dove sono le capacità nel design degli sviluppatori a influenzare più di ogni altro fattore la qualità generale del prodotto... non dovrebbe sorprendere che in un ambiente in cui è la creatività a farla da padrone molti "nuovi" team puntino spesso a creazioni simili per dimostrare il loro talento e distinguersi dalla massa.

Anche con premesse simili, comunque, i capolavori indie di questo tipo sono contati e non è certo facile dar forma a un mix in grado di colpire l'utente a vari livelli con il fascino eccezionale, per dire, di un Hollow Knight, la creatività di un Guacamelee, o la genialità di un La Mulana. Eppure di recente un peculiare videogioco sviluppato da un piccolo team polacco di circa trenta sviluppatori è riuscito a creare aspettative notevoli tra i fan di alcuni dei titoli appena citati: The Last Case of Benedict Fox ha catturato l'attenzione generale con il suo look a metà tra l'horror e il cartoonesco, e un livello tecnico ben superiore a quello che normalmente ci si aspetta dalle produzioni minori.

Grazie a una recente anteprima organizzata da ID@Xbox, abbiamo finalmente visto un gameplay approfondito del gioco presentato dal creative director del team Bartek Lesiakowski. E tanto vale anticiparvelo subito: l'ultimo caso del buon Benedict non è solo impressionante dal punto di vista tecnico e artistico, ma sembra anche aver molto da offrire in ogni singolo altro aspetto.

Nel limbo dei ricordi

L'abitazione del padre di Benedict è molto elegante, finché non si scende in profondità...
L'abitazione del padre di Benedict è molto elegante, finché non si scende in profondità...

La presentazione mostrata non è entrata eccessivamente nel dettaglio della narrativa, anche perché partiva già dalla seconda ora della campagna, tralasciando l'introduzione e concentrandosi su una specifica quest. L'opera di Plot Twist (il nome del team, ovviamente) sembra però vantare una trama piuttosto complessa, incentrata sul protagonista - Benedict Fox, appunto - e sulla misteriosa figura di suo padre, trovato morto nella dimora di famiglia.

Benedict non è un comune investigatore, considerando che il suo "partner" altro non è che un demone indissolubilmente legato a lui da un patto, e all'apparenza galvanizzato da qualunque azione allontani il giovane dalla sua natura umana. La misteriosa creatura maligna che lo accompagna, però, offre parecchi vantaggi, tra cui la capacità di sostare in una misteriosa dimensione chiamata limbo e popolata da spiriti e ricordi, assolutamente indispensabile per ricostruire quanto accaduto nell'abitazione e indagare sui suoi misteri. La quest mostrata, in particolare, richiedeva al giocatore di trovare varie parti del corpo artificiale di un golem, creato proprio dal padre di Benedict per motivazioni ignote; quella che è cominciata come una missione abbastanza banale ha tuttavia mostrato immediatamente spunti inattesi legati alla storia, tra cui temi piuttosto pesanti - alcuni ricordi della nonna di Benedict, con uno storico di abusi nei confronti del padre, per dirne una - e la comparsa di una pericolosa organizzazione che vuole eliminare il ragazzo per via dei suoi atipici poteri.

In The Last Case of Benedict Fox si combatte spesso, ma non crediate che il titolo sia privo di enigmi o momenti più calmi e ragionati
In The Last Case of Benedict Fox si combatte spesso, ma non crediate che il titolo sia privo di enigmi o momenti più calmi e ragionati

Lo stesso Bartek ha definito il gioco un metroidvania con un twist lovecraftiano; è chiaro come l'intento del team non sia solo quello di creare un'esperienza forte dal punto di vista ludico, ma anche ricca di tensione, eventi inquietanti e indizi su cui indagare. Per la cronaca, al di fuori della raccolta di alcuni documenti e oggetti non abbiamo notato vere e proprie fasi investigative durante la demo, eppure i puzzle non mancano e vi è in particolare una curiosa macchina (ottenuta durante la demo) che funziona come una sorta di cifrario di simboli necessario per tradurre certi documenti o aprire passaggi. Insomma, qui non dovrete solo brutalizzare mostruosità nate dalle più profonde paure umane, ma anche spremere le meningi ogni tanto.

Oscurità versatile

Il demone indissolubilmente legato al protagonista offre vari poteri in The Last Case of Benedict Fox. Questi tentacoli d'ombra sono solo alcuni di quelli a vostra disposizione
Il demone indissolubilmente legato al protagonista offre vari poteri in The Last Case of Benedict Fox. Questi tentacoli d'ombra sono solo alcuni di quelli a vostra disposizione

Non che il combattimento sia trascurabile, per carità. Il "buon" Benedict ha parecchie abilità a sua disposizione per via del suo patto demoniaco, e sembra in particolare in grado sia di usare con precisione varie armi - un coltello e una pistola, per il momento - sia di materializzare in più modi una sorta di energia oscura in battaglia. La varietà mostrata, peraltro, ci è parsa nettamente maggiore rispetto a quando di norma offrano i metroidvania classici dopo solo un paio d'ore; Benedict era difatti già in grado di eseguire parry all'ultimo momento, indurire il suo corpo con una sorta di armatura di pietra (utilizzabile sia offensivamente in corsa sia difensivamente per proteggersi), sfruttare un comodo doppio salto, e scagliare i nemici in aria con tentacoli d'ombra. Si tratta di un bel numero di manovre, ottenibili livellando da una tatuatrice nell'hub di gioco e utilizzabili in modo alquanto tecnico durante i combattimenti, dato che alcuni rallentamenti dell'azione dopo certe manovre facilitano l'esecuzione di combo o colpi di grazia. Certo, gli avversari iniziali non ci sono sembrati nulla di speciale dal punto di vista dei pattern e della varietà, ma si trattava solo di un gameplay limitato, ed erano comunque abbastanza aggressivi da costringere chiunque stesse giocando ad usare tutti gli strumenti a sua disposizione per non soccombere.

Dal canto suo il map design non sembra da meno: la villa del padre di Benedict nasconde innumerevoli segreti e passaggi sotterranei, da aprire gradualmente con la risoluzione dei puzzle sopracitati o sbloccando degli orridi lucchetti organici (con l'ausilio di specifici grimaldelli acquistabili); sembra esserci una discreta cura nella varietà delle zone e nella progressione generale, e quando questi aspetti colpiscono fin dalle prime mappe è generalmente un ottimo segno per il valore complessivo di un metroidvania.

L'aspetto più impressionante, ad ogni modo, è indubbiamente la sua direzione artistica. Il lavoro di Plot Twist ci tiene a sottolineare le sue ispirazioni orrorifiche con ambientazioni in bilico tra un vivido incubo, il laboratorio di un folle scienziato e un monumento decadente, grazie a una varietà di colori e ambientazioni davvero impressionante se si considera che abbiamo visto sì e no una quindicina di minuti di gameplay. Di rado ci siamo trovati davanti a opere così curate graficamente nel genere. Certo, bisognerà capire se questa cura sia andata o meno a discapito dei contenuti, e se The Last Case of Benedict Fox sia quindi una produzione più contenuta rispetto ai metroidvania classici; queste, però, sono domande da tenersi per l'inevitabile recensione.

Abbiamo visto pochi minuti di The Last Case of Benedict Fox, ma il lavoro di Plot Wist ci ha impressionato positivamente per via di un'art direction eccelsa, di un gameplay più complesso e interessante di quanto ci aspettassimo e di una narrativa ricca di spunti potenzialmente notevoli. Non c'è che dire, il progetto è stato ben selezionato e al momento rappresenta uno dei giochi più promettenti parte del programma ID@Xbox.

CERTEZZE

  • Artisticamente e graficamente curatissimo, oltre che ricco di personalità
  • Gameplay ricco di meccaniche interessanti
  • Narrativa ricca di potenziale

DUBBI

  • Contenuti e valore complessivo di storia e campagna ancora da definire