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The Last Faith, abbiamo provato un nuovo metroidvania soulslike

Abbiamo giocato la nuova demo di The Last Faith, il metroidvania soulslike in arrivo a novembre: ecco le nostre impressioni.

The Last Faith, abbiamo provato un nuovo metroidvania soulslike
PROVATO di Christian Colli   —   26/08/2023

Mettiamola così: se un giorno Castlevania: Symphony of the Night e Bloodborne dovessero incontrarsi e trascorrere una scatenata di passione senza stare attenti, dal loro incontro nascerebbe The Last Faith. E se poi, un giorno, Castlevania dovesse annunciare a un pubblico di amici e colleghi che Bloodborne l'ha cornificato in gran segreto, il terzo incomodo probabilmente sarebbe Blasphemous. Tutti - beh, quasi - parlerebbero di questo scandalo per qualche giorno, e poi arriverebbe un nuovo clone a polarizzare l'attenzione: diciamo che così va la vita da quando molti sviluppatori, piccoli e grandi, hanno cominciato a cavalcare la corrente soulslike, ibridandola nei modi più imprevedibili.

Quelli di Kumi Souls Games, tutto sommato, sono rimasti fedeli alla tradizione. Abbiamo provato la demo di The Last Faith, in arrivo a novembre, che dai metroidvania eredita la struttura e dai soulslike un sistema di combattimento che fa del posizionamento e della precisione i suoi punti cardine. Ma è davvero tutto qui o c'è di più?

Una demo breve ma intensa

Le boss fight di The Last Faith promettono bene
Le boss fight di The Last Faith promettono bene

Vi anticipiamo subito che la demo pubblicata in occasione della Gamescom 2023 è davvero troppo breve e sguarnita per formulare un giudizio anche soltanto approssimativo sulla bontà del titolo: Kumi Souls Game ha promesso che nelle prossime settimane arriverà un'altra versione di prova più lunga, con una classe aggiuntiva, altre armi e un'impegnativa boss fight, ma per adesso dobbiamo accontentarci di una versione di prova basilare che si conclude un attimo prima che un alchimista pazzo si trasformi in un mostro orribile, presumibilmente quello che dovremo affrontare nella futura demo estesa.

Purtroppo nella beta attuale di boss fight ce n'è soltanto una, ma più che altro si tratta di un miniboss con letteralmente due movimenti: partiamo da qui, allora, perché nella sua semplicità il Cold one Shielder - così si chiamava, è una sorta di vampiro mannaro - spiega l'approccio degli sviluppatori britannici.

In pratica, il miniboss colpisce il terreno, generando una ridotta onda d'urto che colpisce a distanza ravvicinata, oppure carica nella direzione del nostro personaggio per sferrare un attacco. Frontalmente, il vampiro è invulnerabile, perché si protegge con la sua ala massiccia, perciò si può scavalcare con un salto mentre carica, per attaccarlo alle spalle durante l'animazione del suo attacco, oppure lo si può attirare verso il muro, in modo che ci si schianti e resti stordito per qualche secondo, subendo anche danni maggiorati. Una boss fight molto semplice, che si chiude in pochi secondi, ma che fa capire che Kumi Souls Game ha qualche asso nella manica.

Il protagonista di The Last Faith, Eryk, si sveglia nella città di Mythringal, che sembra Yharnam in 2D, senza sapere perché. La demo non ci racconta la storia in modo didascalico, che va invece interpretata attraverso le descrizioni degli oggetti o i dialoghi coi personaggi che incontreremo in alcune schermate: la scrittura ci è sembrata maldestra e un po' troppo irruente, ma abbiamo intuito che questi dialoghi - peraltro doppiati molto bene - potrebbero aprire delle missioni secondarie, senza che l'interfaccia o i menu le registrino. Bisogna ricordarsi chi ha bisogno di cosa, magari registrando la posizione sulla mappa, per tornarci al momento opportuno.

La scrittura è così così, ma il doppiaggio è molto buono
La scrittura è così così, ma il doppiaggio è molto buono

Purtroppo nella demo non abbiamo potuto verificare la nostra teoria, anche perché abbiamo incontrato solo pochi altri personaggi, ma ci ha affascinato l'ambientazione, che s'ispira sicuramente a Bloodborne, come dicevamo prima: la pixel art è curata nei minimi dettagli, sia negli scenari che negli sprite. Abbiamo combattuto una buona varietà di nemici, tutti animati molto bene e che ci hanno ricordato i videogiochi menzionati in precedenza: matrone impazzite, demoni alati, nanetti armati di pugnali, artiglieri, segugi e altro ancora. Per essere una demo che si completa in 1 ora scarsa non c'è male, anche perché quasi tutti i nemici attaccano con uno o due movimenti diversi, che bisogna memorizzare.

E qui, forse, casca l'asino, perché il sistema di combattimento, tutto improntato sulla precisione e la previsione, non funziona bene come forse speravano negli uffici di Kumi Souls Games. Tenete presente che nella demo Eryk - unico personaggio giocabile da una rosa di quattro - impugna solo due armi, che possiamo scambiare al volo quando non stiamo già attaccando: una spada e un'ascia. La prima, ovviamente, è più veloce, e può concatenare quattro attacchi consecutivi invece di tre, ma infligge meno danni dell'altra, che è lenta ma potentissima. Chi lo avrebbe mai detto?

Potenzialità inespresse

Kumi Souls Game promette una pletora di armi e abilità diverse
Kumi Souls Game promette una pletora di armi e abilità diverse

Di ogni arma si può caricare un attacco potente, che infligge molti più danni, e con una combinazione di tasti si può usare una sorta di attacco speciale: per la spada, è una stoccata a media distanza, mentre per l'ascia è un colpo in salto dalla discreta portata. Gli attacchi speciali consumano l'apposito indicatore del Focus collocato sotto la salute di Eryk. In alternativa, possiamo colpire i nemici da lontano con una pistola - che però dispone di munizioni limitate - oppure con una bomba a mano: a quanto pare nel gioco completo troveremo vari oggetti che potremo sperperare per danneggiare i nemici, oltre ai consumabili curativi in puro stile soulslike, con tanto di animazione che precede l'effettiva rigenerazione della salute o del Focus.

In realtà, il sistema di combattimento nella demo è tutto qui. Abbiamo anche una schivata all'indietro o una capriola in avanti con un intervallo di invulnerabilità, e tutto sta nell'imparare i pattern nemici per schivare i loro attacchi e rispondere per le rime al momento opportuno: bisogna stare attentissimi, perché i nemici infliggono tanti - troppi? - danni e se si muore si riparte dal checkpoint più vicino, ma si perde tutto il Nycrux accumulato, praticamente i punti esperienza. Inutile dire che, tornando sul luogo della sconfitta prima di morire una seconda volta, si può recuperare il Nycrux perduto, come in un soulslike che si rispetti.

Le descrizioni aiutano a capire meglio la storia di The Last Faith
Le descrizioni aiutano a capire meglio la storia di The Last Faith

I trailer promettono una gran varietà di armi, attacchi speciali, consumabili e incantesimi, perfino. In più, le schermate dell'equipaggiamento e dell'inventario - che, per inciso, non mettono in pausa il gioco, quindi è perfettamente possibile che vi ammazzino mentre consultate la mappa - rivelano importanti caratteristiche GDR: attributi, danni elementali, resistenze elementali, potenziamenti, qualità delle armi e così via. Le dinamiche del gameplay sembrano solide, ma allora cos'è che non ci ha convinto? In primo luogo, le hitbox dei nemici e di Eryk ci sono apparse estremamente approssimative. Alcuni attacchi vanno a vuoto, altri colpiscono con una precisione inopportuna, e in generale la difficoltà ci è sembrata assai sbilanciata. I movimenti di Eryk sono inoltre piuttosto lenti, almeno in questa demo, ma per quanto possa aver senso in battaglia, nel backtracking si soffre non poco.

The Last Faith è un incrocio tra un metroidvania e un soulslike
The Last Faith è un incrocio tra un metroidvania e un soulslike

Fortunatamente il level design prevede le immancabili scorciatoie, ma anche passaggi segreti e percorsi inizialmente inaccessibili, per raggiungere i quali si devono tirare leve, premere interruttori, sconfiggere boss o apprendere abilità speciali. È tutto molto metroidvania, ma anche molto prevedibile: manca quel guizzo di inventiva e creatività che ha fatto brillare titoli come Hollow Knight, e chiunque abbia un minimo di esperienza coi Castlevania di Konami non avrà la minima difficoltà a orientarsi, sebbene lo sviluppatore cerchi di confondere le acque con suggerimenti criptici. Resta solo da capire quanto possano farsi ingegnose le fasi avanzate dell'avventura, ma questo lo vedremo a tempo debito.

Se Kumi Souls Games riuscirà a limare le spigolosità del sistema di combattimento, questa storia d'amore tra un metroidvania e un soulslike potrebbe anche sapersi distinguere in un panorama che si fa sempre più affollato. Diciamo che il level design non ci ha particolarmente impressionato, ma è funzionale, e l'atmosfera gotica che si respira nelle schermate di Mythringal dovrebbe attirare l'attenzione dei fan di Bloodborne. Più che altro non si capisce bene il senso di una demo così essenziale, che poco esprime le potenzialità del gameplay: speriamo di approfondirlo a breve.

CERTEZZE

  • L'atmosfera c'è e la varietà pure
  • Pixel art curatissima

DUBBI

  • Il sistema di combattimento ha potenziale ma va rifinito
  • Level design non proprio brillante