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The Settlers VI - Provato

Tornano i Sims in versione Medievale. E questa volta scoprirete come si riproducono!

ANTEPRIMA di Stefano Brighenti   —   05/09/2007
The Settlers VI - Provato
The Settlers VI - Provato

Per fare un albero, ci vuole il tronco

Deliri a parte, Ubisoft ci ha appena concesso di provare una build giocabile dell’ultimo titolo di Blue Byte, software house che, in qualche modo, è sempre e solo riuscita a campare con il brand The Settlers.
Per chi fosse completamente a digiuno di storia videoludica, la particolarità di questo RTS risiede nella necessità, per il giocatore, di creare complesse catene di produzione, non limitandosi a fornire la materia prima, ma dovendo seguire l’intero processo fino al prodotto finito: ad esempio, per costruire una spada per

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i soldati sarà necessario, in primo luogo, estrarre il ferro dalla miniera con un’apposita struttura, successivamente farlo lavorare dal fabbro di turno e, in ultima istanza, far arrivare l’arma finita nelle nostre caserme, dove si potrà procedere col reclutamento.
Se la questione può sembrare semplice su carta, in realtà la pratica è decisamente complessa, come i più navigati sapranno: un singolo intoppo in uno degli anelli produttivi e il vostro insediamento proverà, sulla sua pelle, gli effetti di un 1929 americano (la Grande Depressione, per intenderci).

Una Quattro Stagioni

Poteva quindi, questo La Nascita di un Impero, discostarsi dal tanto celebre format?
Ovviamente no, visto che ha rappresentato la chiave per il successo del marchio Settlers: nella build fornitaci in prova abbiamo potuto giocare non solo un esaustivo tutorial, dove abbiamo avuto il piacere d’incontrare alcuni protagonisti della modalità Campagna, ma anche di affrontare una lunga missione in single player, così da saggiare le sempreverdi meccaniche di gioco e le interessanti novità che gli sviluppatori ci hanno offerto.
Una prima, sostanziale, modifica apportata consiste nell’alternanza delle quattro diverse stagioni: mentre in molti titoli dello stesso genere questo significa un mero cambiato estetico della mappa di gioco (sulla falsariga del “và come fioca”), in The Settlers 6 queste influenzeranno attivamente le vostre attività economiche: la neve, ad esempio, rallenterà il movimento dei vostri carri, e allo stesso tempo in inverno non vi sarà possibile produrre determinate risorse, come ad esempio il miele dalle api (che non vanno in letargo, per chi non lo sapesse), indispensabile per produrre la birra, indispensabile a sua volta per mandare avanti la vostra taverna.
Questa estrema rilevanze delle stagioni si tradurrà in un ulteriore lavoro di micro management, obbligandovi a razionare determinate risorse o a costituire imponenti scorte; fortunatamente, se vi sentite più cicale che formiche, potrete sempre ricorrere alla forza bruta per sopraffare i vostri avversari, in beffa a chi dice che è meglio un uovo oggi che una gallina domani (adesso la smettiamo, non vi preoccupate…).

Non tutti i Settlers vengono col buco

Se il passar delle stagioni non vi fosse sufficiente, La Nascita di un Impero vi metterà a disposizione tutta una ricca serie di sfide, tra cui una maggiore interazione (sia a livello diplomatico che militare) con i vostri vicini controllati dal computer, Settlers (vale a dire i vostri coloni) dotati di una vita indipendente ed autonoma ed una interessante modalità di gestione dei territori conquistati, che pare vi permetterà di ricevere risorse extra nel corso della Campagna principale.

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Tuttavia, durante la nostra prova, ci è parso che il comportamento degli avversari fosse ancora decisamente acerbo: malgrado l’aspetto tattico non sia mai stato particolarmente curato nella serie The Settlers, in questo capitolo abbiamo avuto modo di assistere ad alcune grossolane sbavature, come unità di arcieri mandati in prima linea, magari insieme a qualche fragile catapulta d’assedio, mentre la fanteria pesante se ne restava nella retroguardia.
Se poi il buongiorno si vede da questa build, ormai prossima alla release finale, aspettatevi un livello di difficoltà non eccessivo, che forse riuscirà a mettere in ginocchio qualche novellino, ma chi è cresciuto a pane & Total War difficilmente si troverà davanti ad una sfida particolarmente ardua.
Ci sentiamo, per contro, di promuovere appieno il titolo Ubisoft sotto il profilo estetico: il nuovo engine garantisce un’ottima resa grafica, una vegetazione ricca di dettagli e delle animazioni assai curate e con una maniacale attenzione rivolta ai dettagli; per farvi un esempio, vedrete la pelle del conciatore muoversi sotto i colpi del suo coltello, fino a trasformarsi in una camicia.
Sarà questo sesto The Settlers la summa perfetta di tutti i precedenti titoli, o si tratterà dell’ennesimo clone? Scopritelo tra qualche settimana nella nostra recensione!

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Piccoli Frullatori

Il nostro computer di prova ha la fortuna di montare una scheda video d’ultimissima generazione, l’insuperabile NVIDIA 8800 GTX: se, da un lato, l’aver un bestione del genere nel case ti garantisce un framerate inchiodato a 100 fps a risoluzione altissime, per contro, inspiegabilmente, avviata la demo, la velocità della ventola di raffreddamento è schizzata al 100%, con grande dispiacere per i nostri timpani; l’esperienza di gioco ne è stata leggermente minata, considerando che giocare ad un titolo con un continuo frullatore accesso vicino alle orecchie non è proprio il massimo.
Colpa dei driver di NVIDIA o dei programmatori di Blue Byte? Speriamo solo che tutto si risolva con la versione retail del gioco…

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Già al sesto capitolo? Non so voi, ma chi scrive è restato anima e corpo al vecchio The Settlers 2 (e stiamo parlando del 1996), il cui solo nome ci rammenta le nottate passate a setacciare terreni alla ricerca di oro da fondere e rame per le spade, sempre alle prese a fronteggiare la minaccia di Romani, Egiziani e Cinesi tutti insieme…
Dove sono finite le stagioni di una volta, quando qui era tutta campagna e i giovani erano ragazzi per bene?