Spider-Man 2: Partiamo dall'ambientazione, che ovviamente non poteva che essere New York. La Grande Mela è stata ricostruita con grande cura, completa di migliaia di edifici, strade e incroci, popolati da automobili e pedoni che conducono le loro "vite" del tutto incuranti del nostro incessante svolazzare sulle loro teste. Non siamo nuovi a questo genere di ricostruzioni (basti pensare a quelle di Midtown Madness 3, anche più dettagliate e tecnicamente rilevanti), ma quella introdotta in Spiderman 2 si distingue per la suggestione in grado di ispirare al giocatore, oltre che per le immediate conseguenze che ha sul gameplay. Quest'ultimo infatti è completamente aperto e lascia piena libertà al giocatore di cosa fare e dove andare, limitandosi a suggerire missioni e percorsi nell'ottica di una trama a più ampio respiro, ma senza porre nessun sostanziale vincolo.
Una sorta di incrocio fra Tony Hawk e Grand Thief Auto insomma, in cui l'estrema bontà del sistema di controllo rende "addictive" anche il semplice girovagare senza meta per la città (concetto caro alla scuola "supereroistica" tradizionale) limitandosi ad intervenire là dove avvistiamo criminali all'opera o innocenti in pericolo.
Controllare questo scattantissimo Spidy - mai così vicino in un videogioco, all'ideale fumettesco - è davvero un piacere e le possibili combinazioni acrobatiche sembrano senza fine, specie quando applicate al combattimento, del quale non si può certo dire che pecchi di monotonìa. Non solo le combo sono all'ordine del giorno e si arricchiscono di nuove mosse con il progredire del gioco, ma abbinate a un sapiente uso della ragnatela e degli elementi dello scenario circostante - lampioni, cassonetti, automobili e così via - permettono applicazioni sempre divese.