Sebbene risultino sempre decisamente interessanti, i titoli Grasshopper hanno, come caratteristica piuttosto costante, risultati alquanto deludenti al botteghino.
Veri e propri cult, Shadows of the Damned, Killer7, No More Heroes e gli altri possono contare su un pubblico di appassionati ma faticano a trovare ampi spazi nel mercato di massa, d'altra parte anche a causa di ambientazioni, storie, personaggi e strutture non propriamente alla portata di tutti o ugualmente godibili da tutte le tipologie di utenti. Tuttavia, il game designer a capo del team, Suda51, ha anche una lettura propriamente strategica di questa situazione.
Secondo l'autore, infatti, parte della colpa nelle vendite al di sotto delle aspettative sarebbe da imputare ai difficili rapporti con i publisher di grosse dimensioni. Non che si sia trattato di rapporti conflittuali, ma tra il team nipponico ed etichette come EA, Capcom, Warner Bros. e Microsoft si creava spesso una sorta di muro di incomunicabilità che rendeva difficile "trasferire la creatività del team di sviluppo in un'immagine del prodotto appetibile al pubblico nella giusta maniera". Si trattava del rapporto impari tra un piccolo team indipendente e un'enorme realtà di publishing, solitamente guidata da strategie proprie e ben definite a prescindere dai prodotti offerti da Grasshopper. Ora che il team nipponico è stato assorbito da GungHo, che ne curerà publishing e distribuzione dei titoli a partire da Killer is Dead, secondo Suda51 le cose miglioreranno, perché il rapporto con il publisher in questo caso è molto più diretto.
Fonte: Eurogamer.net