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"Conseguenze virtuali" per chi commette crimini di guerra nei videogiochi è la proposta della Croce Rossa

Un invito al rispetto della Convenzione di Ginevra anche nei videogiochi

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   11/10/2013

E' già da qualche anno che la Croce Rossa Internazionale ha posto l'attenzione sulla necessità di una regolamentazione, anche virtuale, dei videogiochi bellici in base alle leggi internazionali sui conflitti e alla Convenzione di Ginevra, ma è di questi giorni la particolare proposta fatta dalla Commissione Internazionale della Croce Rossa.

Si tratta di una sorta di invito, rivolto agli sviluppatori, ad inserire nei propri giochi un sistema di riconoscimenti o conseguenze negative in base al comportamento, regolare o meno, dei giocatori durante i conflitti virtuali. La Croce Rossa ha rilevato che in molti videogiochi ad ambientazione bellica ampiamente diffusi sul mercato manca qualsiasi riferimento ai regolamenti di ordine umanitario che dovrebbero essere seguiti durante i conflitti reali.

L'idea di perseguire i videogiocatori colpevoli di reati contro l'umanità o di contravvenire alle regole della Convenzione di Ginevra è ovviamente irrealizzabile, ma l'ICRC ha ripiegato su una proposta costruttiva, cercando di coinvolgere gli sviluppatori in questa estensione, all'interno dei mondi videoludici, dei regolamenti sugli scontri di guerra. L'idea sarebbe dunque quella di evitare che il gioco premi il comportamento scorretto di un giocatore che contravviene alla Convenzione di Ginevra, che tortura i nemici, colpisce i civili o il personale medico, sanzionandolo attraverso qualche sistema.

Per il momento, la proposta non sembra essere stata accolta dai maggiori produttori di videogiochi, anche per la sua difficile attuazione dal punto di vista tecnico, tuttavia qualche risposta positiva c'è stata. Una di queste proviene da Bohemia Interactive, che interrogata sulla questione ha spiegato come all'interno di Arma III coloro che attaccano i civili contravvenendo alle regole del conflitto vengono a loro volta attaccati dai propri commilitoni.

Fonte: TheVerge, LaRepubblica