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Sul perché inXile ha fatto benissimo dal punto di vista economico a non tradurre Torment: Tides of Numenera

È partito un boicottaggio internazionale contro la nostra bella lingua? Oppure, più semplicemente, in Italia i videogiochi non si comprano e investire in una traduzione è antieconomico?

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   26/01/2017
Torment: Tides of Numenera
Torment: Tides of Numenera
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Qualche giorno fa ha destato grande scalpore l'annuncio della mancata traduzione in italiano di Torment: Tides of Numenera, l'ultima fatica di inXile Entertainment in uscita il 28 febbraio 2017 su PC, Xbox One e PlayStation 4.

Sul perché inXile ha fatto benissimo dal punto di vista economico a non tradurre Torment: Tides of Numenera

La presenza della nostra lingua era stata specificata nella campagna Kickstarter e legata al successo della stessa (quindi non a obiettivi secondari). Di fatto molti si sono sentiti ingannati da questa decisione comunicata a un mese dal lancio del gioco e hanno iniziato a parlare di violazione di accordi presi con gli acquirenti italiani e di un'etica discutibile di inXile.

Purtroppo, a parte le tempistiche che possono essere discutibili, non c'è davvero niente da eccepire sul comportamento di inXile, che a ben vedere si è comportata da azienda serissima, tutelando i suoi interessi e garantendo contemporaneamente che gli insoddisfatti possano riavere indietro i soldi spesi. Oltretutto la decisione non è stata accompagnata da scuse assurde condite con promesse irrealizzabili, ma da tanto realismo: far tradurre in italiano il testo di Torment: Tides of Numenera (1,2 milioni di parole) sarebbe semplicemente antieconomico, quindi allo studio conviene più perdere i pochi clienti italiani che non acquisteranno il gioco, o che chiederanno il rimborso, che realizzare una traduzione professionale. L'alternativa sarebbe una traduzione amatoriale, ma vista la mole dell'opera si tratterebbe di un azzardo e il risultato sarebbe sicuramente sotto le aspettative dei giocatori.

Ma quanto costa tradurre? Solitamente le traduzioni vengono pagate a parole. Poniamo il caso che uno studio chieda a inXile 0,10€ a parola (l'esempio è stato fatto su Facebook da Alberto Belli, il capo di Gamera Interactive, lo studio che sta realizzando Unit 4), cifra che comprende la paga dei traduttori, quella dei project manager, il guadagno dell'azienda e tutti i costi che si sostengono per realizzare il lavoro. Moltiplicate per 1,2 milioni e otterrete un costo complessivo di 120.000€. Vi stupirà sapere che la stima dell'esempio è stata fatta al ribasso.

Sul perché inXile ha fatto benissimo dal punto di vista economico a non tradurre Torment: Tides of Numenera

Lo sappiamo che molti hanno il cugino che tradurrebbe il tutto per mille euro, ma noi qui parliamo di un lavoro professionale che renda giustizia al gioco, non di una traduzione accroccata e di qualità scadente.

Il prezzo di Torment: Tides of Numenera è noto: 39,90€ nella versione base. Mettiamo che lo studio guadagni (non ricavi, attenzione) 8€ da ogni copia venduta (è una cifra inesatta e molto ottimistica, che tiene in considerazione la fetta del negozio digitale, le royalty del publisher e quelle del produttore hardware, nel caso delle versioni console, più vari altri costi che non stiamo qui ad elencare), quante copie dovrebbe vendere solo in Italia per recuperare i costi di traduzione? Il conto è presto fatto: 15.000. Attenzione, perché parliamo di copie vendute a prezzo pieno, non di chiavi ottenute a prezzi stracciati negli store gestiti dalla mafia russa, o di acquisti in saldo.

Non sembrano moltissime, vero? Eppure inXile ha dei riferimenti precisi per capire se si tratta di un obiettivo raggiungibile o meno, ossia Wasteland 2 e Pillars of Eternity, il primo tradotto amatorialmente, il secondo con la traduzione in italiano pagata da una campagna di Crowdfunding. Sono entrambi giochi che appartengono allo stesso genere di Torment (oltretutto inXile e Obsidian sono studi amici, quindi si saranno scambiati volentieri informazioni in merito a questi aspetti). Di Pillars of Eternity il dato è conosciuto: in Italia ha venduto complessivamente meno di 7.000 copie, non tutte a prezzo pieno; ossia una percentuale irrisoria del milione di copie complessivo fatto dal gioco. Per Wasteland 2 il dato è più fumoso, ma probabilmente più basso, visto che su Steam Spy l'Italia non appare tra le nazioni dove è più diffuso il gioco. Oltretutto le vendite complessive di Wasteland 2 sono addirittura inferiori a quelle di Pillars, quindi si parla di cifre davvero irrisorie.

Sul perché inXile ha fatto benissimo dal punto di vista economico a non tradurre Torment: Tides of Numenera

Lo sappiamo che sono molti di più gli italiani che li hanno giocati, ma ovviamente gli unici che fanno testo e che hanno rilevanza sono gli acquirenti regolari. Gli altri sono rumori di fondo sui social e sui forum.

Ecco, di fronte ai risultati di due titoli tradotti in italiano che condividono con Torment il genere e, soprattutto, la nicchia di mercato, è ovvio che facendo due conti molto veloci la traduzione sia stata cassata. È quello che avreste fatto anche voi, nel caso foste stati chiamati a gestire la produzione. Una traduzione è una caratteristica mirata a un pubblico specifico (i parlanti una certa lingua). Se questo pubblico non si dimostra reattivo, ossia se per mille motivi sceglie di non acquistare un certo tipo di prodotto, la caratteristica viene tagliata e con quei soldi ci si pagano magari due sviluppatori senior che aiutino a rifinire il prodotto. Etica, correttezza, rispetto per una nazione e per la storia della sua lingua sono tutti discorsi bellissimi, ma che lasciano il tempo che trovano quando si parla di mercato. Se, nella peggiore delle ipotesi (non tutti gli italiani non sanno l'inglese), tagliando la traduzione inxile avesse rinunciato a 7.000 clienti, si sarebbe comunque risparmiata 8.000 copie in più da vendere per andare in pareggio. Mica penserete davvero che il costo della vostra lingua lo facciano pagare alle altre nazioni? Suvvia, non siate ingenui. Quando gli italiani inizieranno a comprare certi prodotti, come i francesi e i tedeschi, vedrete che le traduzioni non tarderanno ad arrivare.