Le notizie che arrivano da tutto il mondo sono incoraggianti e disegnano il quadro di un lancio di grande successo per Nintendo Switch. La console ha piazzato 80.000 unità nel Regno Unito e 330.000 unità in Giappone, ponendosi come la piattaforma protagonista del lancio migliore di sempre in Spagna e come la console Nintendo più venduta al lancio in Europa e negli USA.
Secondo le prime stime, Nintendo Switch potrebbe aver superato il milione di unità vendute, e la cosa si è subito tradotta in un aumento di valore per le azioni dell'azienda nipponica e nell'immancabile rivendita a scopo di lucro su eBay a prezzi gonfiati per sfruttare la disponibilità limitata nei negozi. Al netto di qualche problema di gioventù e di qualche mancanza tecnica, insomma, possiamo parlare tranquillamente di un successo, determinato anche e soprattutto dalla qualità di un titolo di lancio come The Legend of Zelda: Breath of the Wild, capace di dominare la critica come mai accaduto prima.
Ora, però, viene la parte difficile. È chiaro che Nintendo spera di bissare i clamorosi risultati di Wii, che dall'alto dei suoi 100 milioni di pezzi venduti rappresenta un punto di riferimento difficilmente replicabile; tuttavia vendere un milione di unità al lancio non implica necessariamente un trend costante nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, né fornisce una qualche garanzia sulla possibilità di arrivare nel giro di qualche anno a numeri vicini a quelli di Wii.
Del resto anche PlayStation 4 e Xbox One sono stati in grado di piazzare un milione di unità nelle prime ventiquattro ore, e se la prima si sta avvicinando al traguardo dei 60 milioni di console vendute, lo stesso non si può dire della sua rivale diretta, frenata inizialmente da un prezzo di vendita maggiore e da qualche magagna tecnica.
Esattamente Nintendo Switch dove andrà a posizionarsi? La scelta di puntare sulla costosa gimmick della piattaforma ibrida attirerà ancora una volta orde di casual gamer e contribuirà a vendere milioni di console, tuttavia questo tipo di politica non ha pagato ai tempi di Wii e Wii U, creando situazioni in cui persone che acquistavano la console si limitavano a utilizzarla con il software in bundle anziché procurarsi nuovi titoli. Purtroppo la strategia dell'azienda giapponese non convince: l'hardware adottato la pone al di fuori del mercato delle produzioni multipiattaforma, con tutto ciò che ne consegue in termini di quantità e varietà della ludoteca, ma contestualmente non è stato fatto un investimento sugli studi di sviluppo in grado di garantire un certo numero di titoli first party, optando invece per una maggiore distanza fra le uscite che in teoria dovrebbe mantenere vivo l'interesse ed evitare pericolosi vuoti. Sarà sufficiente?