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Perché Electronic Arts pena tanto per salvare Mass Effect: Andromeda? Rispetto per l'utenza, o anche ripulitura del nome di BioWare in previsione di Anthem?

Ripercorriamo brevemente la storia di questo sfortunato gioco

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/07/2017
Mass Effect: Andromeda
Mass Effect: Andromeda
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Ieri Electronic Arts ha pubblicato una grossa demo di Mass Effect Andromeda, che da sola dura circa dieci ore (più di molti titoli completi). La si può scaricare su PC (da Origin), PlayStation 4 e Xbox One. Alcuni hanno applaudito l'iniziativa, sottolineando come sia evidente la volontà del publisher di provare a salvare il gioco, ma altri l'hanno vista come una mossa dettata dalla disperazione di vedere un investimento così importante finire nel nulla cosmico. La verità come al solito è sfuggente e per conoscerla bisognerebbe essere un dirigente di Electronic Arts. Noi vogliamo proporvi una tesi più sibillina. Ma procediamo con calma.

Secondo noi è indubbio che l'ultimo capitolo della saga spaziale di BioWare sia stato particolarmente sfortunato per diversi motivi, non tutti imputabili al team di sviluppo, e che il publisher a questo punto stia cercando di sistemarlo per dimostrare agli utenti qualcosa che va oltre le mere vendite (ormai in gran parte perdute).

Sicuramente lo stato in cui è stato lanciato ha contribuito a circondarlo di un'aura negativa che ha fatto desistere molti dall'acquistarlo. Detto con chiarezza: i problemi tecnici di Mass Effect: Andromeda erano e sono innegabili, tanto che i sopravvissuti del team di sviluppo sono ancora al lavoro per sistemarli. Anche mosse come la rimozione del famigerato Denuvo dalla versione PC sono apparse un po' tardive e non certo in grado di risollevarlo commercialmente.

Rimane però il fatto che nonostante tutto il supporto continua e che buona parte del clamore mediatico alzatosi al lancio fosse ingiustificato. Il gioco viene aggiornato regolarmente e, nonostante alcune voci affermino che alcuni dei contenuti programmati sono stati cancellati, i lavori non si sono mai fermati. Insomma, nonostante non sia un gioco perfetto, a prescindere dal lato tecnico, molti potrebbero averlo snobbato e maltrattato più del dovuto, spinti da motivazioni che con non hanno niente a che fare con una critica assennata? Che cosa vuole dimostrare, quindi, Electronic Arts supportandolo in questo modo? Electronic Arts, da grande publisher, non ragiona di singoli prodotti, ma dell'insieme della sua offerta. Immaginiamo che uno dei motivi per non volere mollare Andromeda sia anche quello di non voler dare l'idea di non essere in grado di recuperare una situazione del genere. Il nodo non è tanto l'insuccesso, che non ha certo sconvolto il publisher. In fondo anche altri grossi titoli come Mirror's Edge Catalyst non sono andati benissimo, eppure non sono diventati uno psicodramma come l'ultimo Mass Effect.

Il nodo secondo noi è l'immagine: Electronic Arts vende ormai soprattutto giochi servizi e non può permettersi di trascinarsi dietro un cadavere così ingombrante dal punto di vista mediatico. Non può nemmeno permettere che il nome di BioWare, attualmente al lavoro su Anthem, il più grande progetto tra quelli che sta finanziando, rimanga macchiato.

Capirete quindi che la volontà di sistemare Mass Effect: Andromeda sia leggibile anche come un investimento di marketing, per non rischiare di compromettere futuri lanci.