Investiamo qualche minuto per approfondire una questione che sta assumendo proporzioni alquanto notevoli: l'indisponibilità di Switch sul mercato giapponese, ben esemplificata dalle incredibili file registrate anche nei giorni scorsi di fronte ad alcuni grandi negozi tra Tokyo e Osaka. Le code fuori dai negozi fanno parte della tradizione videoludica in Giappone, solitamente associate al lancio di nuove console o di titoli di particolare richiamo in tale area geografica, ma fa un effetto strano vederle ancora oggi a distanza di quattro mesi dal lancio di Switch sul mercato. Su un piano più allargato, il fenomeno è sicuramente positivo per il mercato hardware giapponese, da tempo in fase piuttosto stagnante per quanto riguarda le macchine domestiche ma evidentemente scosso dall'avvento della nuova console Nintendo, e questo non può che essere apprezzabile.
Tuttavia, la situazione è anche piuttosto strana, a tratti imbarazzante per Nintendo: l'impossibilità di trovare la console sul mercato ha spinto i punti vendita a organizzare delle specie di lotterie in cui gli utenti "vincenti", in base alle estrazioni a sorte, hanno la possibilità di acquistare le console, ma sono moltissimi gli esclusi da questo sistema, ovviamente. Emergono peraltro alcune conseguenze incredibili anche dal punto di vista sociale: pare che in certi casi le persone, non potendo rimanere in coda durante quello che è normale orario di lavoro, "assumano" dei senzatetto per fare la coda al posto loro, creando così una sorta di lavoro al nero tutto studiato unicamente per poter raggiungere l'agognata console in un negozio.
Abbiamo già visto scene del genere: anche al lancio di Wii, e per un periodo successivo piuttosto lungo, Nintendo non è stata in grado di soddisfare la domanda con una produzione di console sufficiente. In quest'ultimo caso il fenomeno era allargato anche al mercato americano, creando disagi su vasta scala nei mesi seguenti al lancio della console che tuttavia, almeno in quel caso, aveva la scusante di essere stata immessa sul mercato in un periodo molto vicino alle vacanze natalizie. Così come successo allora, anche oggi è emerso l'interrogativo: Nintendo sta sfruttando questa situazione per il proprio tornaconto? C'è una strategia di marketing che punta ad incrementare il desiderio per un prodotto che si rivela introvabile nei negozi? Nonostante sia indubbio che anche il semplice tornare a parlare di questa indisponibilità della console possa fungere in qualche modo da pubblicità per Switch, così come l'immagine delle file fuori dai negozi possano incrementare il suo status di oggetto del desiderio, non sembra esserci alcuna connessione logica tra un'indisponibilità forzata sul mercato e maggiori vendite di una console.
Anzi, come dimostrato in molti casi (non ultima, la famosa questione del NES Classic Mini), una situazione del genere al limite incrementa la rivendita presso canali secondari, magari a prezzi maggiorati, con surplus di flusso di denaro che di fatto non arriva poi nemmeno a Nintendo. Insomma, la cosa migliore per la compagnia è comunque riuscire effettivamente a vendere le console, anche perché, come già riferito in precedenza, teme di ottenere con queste difficoltà l'effetto contrario, ovvero che la gente si stufi di queste attese e difficoltà e propenda per l'acquisto di altri prodotti. Il problema resta di ordine tecnico, probabilmente legato alla linea di assemblaggio degli LCD di Switch, unito a una probabile sottostima delle vendite effettuata dalla compagnia per il primo periodo. Secondo quanto riportato già nei primi mesi dopo il lancio, Nintendo ha fatto subito presente la necessità di aumentare il ritmo della produzione, ma raggiungendo un picco verso l'holiday season a fine anno, mentre sta emergendo con forza la necessità di migliorare la disponibilità in piena estate, complice l'uscita di alcuni titoli di grande interesse come Mario Kart 8 Deluxe e Splatoon 2. Questo ha probabilmente rappresentato un'ulteriore difficoltà per Nintendo, che si è vista costretta anche a diramare un comunicato ufficiale in cui si scusava della scarsità di Switch disponibili promettendo un miglioramento nelle forniture in arrivo. Per il momento, questi miglioramenti non si sono ancora visti, ma in compenso la febbre da Switch aumenta.