Quest'anno la Game Developers Conference ha scelto di onorare uno dei padri dell'industria dei videogiochi: Nolan Bushnell. Meglio sarebbe dire che aveva scelto di onorarlo, assegnandogli il Pioneer Award, perché il premio è stato ritirato.
Il motivo? All'annuncio del nome di Bushnell, su Twitter si è scatenata la polemica ed è stato lanciato l'hashtag #NotNolan, che ha portato gli organizzatori della GDC a fare un passo indietro. Da cosa è nato il marasma? Dalle accuse di molestie sessuali ai tempi della prima Atari (stiamo parlando della fine degli anni settanta). Quindi il padre dell'industria videoludica, l'uomo a cui dobbiamo il nostro hobby preferito sarebbe una specie di stupratore seriale? Difficile definirlo come tale, dato che è stato lui stesso a raccontare alcuni comportamenti non proprio ortodossi verso le donne, ma non illegali, nel libro "Ultimate History of Videogames."
Cosa avrebbe fatto di così grave? Ce lo ricorda l'ex sviluppatrice, ora candidata al Congresso degli Stati Uniti, Brianna Wu: in Atari si tenevano delle riunioni nelle vasche idromassaggio, a cui venivano invitate le donne con cui i dirigenti volevano fare sesso (consenziente, ovviamente); alcuni videogiochi prendevano i nomi di lavorazione delle donne più belle, con cui magari Bushnell voleva accoppiarsi; nessun libro di storia dedicato ad Atari si è preoccupato di intervistare delle donne.
Ovviamente la polemica è stata cavalcata furiosamente dal movimento #MeToo, di cui la Wu fa parte. Bushnell ha risposto nel modo più diplomatico possibile, applaudendo al gesto della GDC per la sensibilità dimostrata verso la questione e chiedendo scusa a chi si fosse sentito offeso per il suo comportamento.