Una sobria introduzione.
Un piccolo sogno per ogni giocatore che si rispetti: un PC, una PS2, un Xbox ed un GameCube fanno mostra di sé su di un tavolo, ma noi ci tuffiamo subito sul PC dove Battlefield1942 è già pronto per l'uso. Non appena faccio partire il gioco uno strano odore di mandorle riempie la stanza. Del gas fuoriesce dai condotti dell'aria condizionata e la testa comincia a girarmi, ma sulle prime do la colpa al doppio Whooper che ho mangiato 15 minuti prima nel Burger King lì vicino, quindi non mi preoccupo più di tanto. Pochi istanti dopo invece non mi preoccupo più di niente, perché cado svenuto picchiando la testa sul monitor. Da allora i miei ricordi sono un po' confusi...
Ho un ricordo di Breaker vestito da soldato nazi che urla qualcosa in tedesco e poi tutti i miei compagni di classe delle elementari (anch'essi in divisa) si lanciano all'attacco di un bunker alleato, cantando la canzone dei 7 nani al ritorno dalle miniere. Io sono dentro il bunker armato di una mitragliatrice fissa e falcio i miei compagni sparando raffiche brevi ma precise. Ricordo anche la soddisfazione che ho provato vedendo cadere il mio vecchio compagno di banco, che aveva l'abitudine di pulirsi il naso con le dita ed attaccare il risultato di questa poco edificante operazione sui miei quaderni di Jeeg Robot.
Mi volto e c'è ancora Breaker, questa volta in divisa inglese che urla ordini in tedesco (sono ancora un po' confuso, evidentemente) ed imbraccia un'arma anti-tank. La punta verso un Tigre che si sta avvicinando. Quando fa fuoco il missile esce dalla parte opposta del bazooka e distrugge il bunker con tutti i suoi occupanti. Fra le macerie lo sento dire: " Ma succede sempre così...".
Al nostro risveglio Federico ci spiega che avremmo dovuto introdurre una password prima di iniziare a giocare, per evitare di attivare il sistema anti-spionaggio di cui l'EA è dotata. E' stato introdotto dopo che alcuni recensori di una rivista di cui non farò il nome per paura di rappresaglie, hanno rubato tutte le foto di Edwige Fenech dal loro server. Posso capirlo.
Il degno seguito.
Dieci ore di treno in una sola giornata possono costituire un'esperienza quasi lisergica e dalle parole di Pag2000 lo avreste dovuto intuire, in ogni caso la nostra trasferta a Milano si e' rivelata alquanto fruttuosa, consentendoci di provare con mano una versione beta di Battlefield 1942, molto simile a quella che troveremo sugli scaffali fra circa un mesetto. Per coloro che ancora non sapessero di cosa stiamo parlando (no, dico... ma dove siete stati tutto questo tempo?) Battlefield1942 e' un FPS ambientato nella Seconda Guerra Mondiale e quindi sulla falsariga di Medal of Honor, Day of Defeat e compagnia.
Fin qui non ci sarebbe niente di particolarmente innovativo, sennonché i teschiacci della DICE hanno ben pensato di includere 35 veicoli perfettamente funzionanti, ad uso dei giocatori. Tra questi trentacinque veicoli troverete carrarmati, jeep, cingolati vari, fino ad arrivare ad aerei e navi. Avete mai sognato di comandare una portaerei, mentre i vostri compagni di squadra spiccano il volo dal ponte a bordo dei loro caccia? Immaginate ora altri due o tre amici che vi scortano a bordo del loro incrociatore, mentre altri ancora salpano verso la costa con i mezzi da sbarco e il nemico vi scaglia addosso ai suoi aerosiluranti nel tentativo di fermare il vostro sbarco. Beh ora avete una piccola e limitata idea di Battlefield1942.
Tanto per completare il quadro aggiungete cinque differenti classi di personaggi con cui giocare: lo scout, l'assaltatore, il medico, l'ingegnere e gli uomini con armi anticarro; mischiate tutto unendo sedici mappe grandi pressappoco sui quattro o cinque chilometri quadrati e aggiungete server da sessantaquattro giocatori prima di servire. Avete ancora un'idea limitata di Battlefield1942.
Insomma avrete capito che si tratta di un gioco sicuramente grandicello, noi abbiamo passato tre ore filate alle prese con la beta e siamo riusciti a farci un'idea un po' più approfondita. Il tempo ristretto (sapete com'e', sarebbe stato seccante perdere il treno e affrontare i quattrocento chilometri del ritorno in monopattino) ci ha appena consentito di gettare uno sguardo sui sedici livelli disponibili e le impressioni sono certamente buone.
Il degno seguito.
Il motore grafico, sviluppato per intero da Dice, e' potente, scalabile e sufficientemente appariscente. Pur non sfoggiando tonnellate di poligoni a causa della dimensione delle mappe, e' in grado di offrire una buona qualità dei modelli, sia per i veicoli che per i vari personaggi; le texture, a mio parere, invece possono essere molto gradevoli per le vostre pupilline affaticate e, in ogni caso, sicuramente convincenti. Scalabilita' e' stato l'obiettivo principale di EA e DICE nello sviluppare Battlefield 1942, il risultato e' che noi lo abbiamo provato su un computer non decisamente alla moda (PIII 700 mhz, 256 mb di ram e Geforce 2 mx) e il tutto si comportava più che bene con quasi tutti i settaggi al massimo e la risoluzione di 800*600 a 32 bit, ovviamente si può anche scendere di requisiti a patto che vi piaccia vedere degli anonimi parallelepipedi correre su tavoli da biliardo, uccidendosi tra loro.
Gironzolando in single-player tra scenari che vanno dalle nevi delle Ardenne ai deserti africani di El Alamein, abbiamo potuto notare anche un deciso miglioramento nell'intelligenza artificiale: rispetto al Demo sp non ci sono proprio paragoni, i vostri compagni combattono come delle belve e riescono ad instaurare un certo livello di cooperazione sia tra loro che con voi. Siamo lontani dalla determinata ferocia dei bot di Half-Life o dalla raffinata IA di Operation Flashpoint, ma per un titolo che punta tutto sul gioco in rete e' in ogni caso un'ottima aggiunta, che vi consentirà di allenarvi anche quando mamma e papà vi avranno tagliato i fili del telefono e/o minacciato di farvi mangiare il bollettone telefonico (d'altra parte si sa: la guerra ha i suoi costi...).
I veicoli sono molto arcade, ma decisamente belli da vedere. Alcuni di essi possono essere manovrati da più giocatori alla volta: per esempio le navi hanno almeno quattro postazioni diverse per altrettanti giocatori, che possono quindi pilotarle, gestire i pezzi d'artiglieria, manovrare le mitragliatrici contraeree e così via.
Anche le armi individuali sono sufficientemente particolareggiate, ogni classe possiede le proprie più tutta una serie di gadget da utilizzare in determinate situazioni (il medico per esempio si porta dietro il medipack, l'ingegnere e' pieno di cariche esplosive e mine...). Il bello sta nel cambiare la propria classe secondo le esigenze del proprio team e della situazione tattica sul campo di battaglia, il risultato e' un gameplay decisamente accattivante e abbastanza diverso da ciò che siamo abituati a vedere.
Le ultime chiacchiere di Breaker ...
Dopo tre ore passate alle prese con questo piccolo gioiellino, sudando come dei pazzi, sappiamo di aver visto uno dei titoli più importanti della stagione autunnale. Battlefield 1942 cercherà di inserirsi nell'affollatissimo panorama dei cari vecchi FPS, e cercherà di guadagnarsi sia il pubblico meno esperto e tipicamente "quaker", sia coloro che vanno cercando un minimo di profondità simulativa ed un impatto un po' meno arcade e più impegnato. L'E3 di Los Angeles l'ha già premiato questa primavera e noi con certezza sappiamo di essere davanti ad un ottimo prodotto, veloce e divertente, che ci terrà lungamente impegnati per tanto, tanto tempo. Che sia scoccata l'ora di DoD e compagnia? Per adesso non ci resta che aspettare il 20 Settembre per avere la risposta.
... e le panzane finali di Pag2000.
Adesso sembrerà che io sappia dire solo scemate e che non abbia la capacità di proferire niente che abbia un senso per più di qualche riga. E' esattamente così, ma ho sperato non ve ne accorgeste. Saranno state le tante ore di treno, sarà stata l'adrenalina sviluppata mentre, da soli, abbiamo davvero vinto la Seconda Guerra Mondiale (dopo la seconda ora di gioco scatta il delirio d'onnipotenza) ma la sensazione di aver provato il nuovo standard del multiplayer non passa. Wolfenstein? Pupazzi e nazisti. Medal of Honor? Nazisti senza pupazzi. DoD? Beh i nazisti ci sono sempre (vanno per la maggiore eh?) ma Battlefield segnerà un nuovo passo nei giochi online. State a vedere se non abbiamo ragione. Se ci sbagliassimo? Beh, ovviamente sarà tutta colpa del gas anti-spionaggio dell'EA che ci ha intontito (più del solito). Forse alla fine abbiamo giocato per ore a Pacman e non ce ne siamo accorti...
Una sobria introduzione.
Non crediate sia sempre facile mantenere la calma. Non quando, nel cuore della notte, ricevi una telefonata del tuo boss che ti avvisa che entro il pomeriggio dovete essere a Milano per poter provare in anteprima Battlefield 1942. "Ma capo, sono le cinque! E ci vogliono cinque ore di treno solo per arrivarci a Milano". Il capo ci riflette un po'... poi dice: "Ok hai ragione... vi do quattro ore e mezzo, poi sciolgo i cani...". Il boss è il boss. Dolce e comprensivo quanto uno squalo tigre. Ma poi non dorme mai 'sto boss? Scommetto che paga altra gente per dormire al suo posto.
Quindi si parte. Breaker ha la faccia che ti aspetteresti da uno che è sveglio solo da mezz'ora e non sa ancora dove si trova. Il trucco è che lui ha sempre questa espressione, quindi non ti puoi accorgere della differenza. Il treno è in ritardo, o per lo meno così ci dice il capostazione. Ma poi il suo walkie-talkie comincia a gracchiare, lui lo appoggia all'orecchio e dopo aver annuito un paio di volte lo passa a Breaker. "E' per te... è il capo." Breaker ascolta in silenzio e lo spegne. "Il treno arriverà con 10 minuti di anticipo sul secondo binario" mi dice. Il boss in fondo ci vuole bene.
Tralasciamo il viaggio in sé, vi dico solo che se vedo quel pirla che nella pubblicità arriva a casa sorridente e rifiuta il caffè che gli offre sua madre, dopo un lungo ma piacevole viaggio in treno... lo investo con l'auto. E poi vado in cerca della madre. L' unica nota piacevole è che verso Verona devo essere svenuto, quindi mi sono perso le farneticazioni sul tempo pazzerello e l'estate in generale della nostra vicina nello scompartimento. Breaker non ce l'ha fatta. Al mio risveglio l'ho ritrovato invecchiato di 40 anni, in vestaglia, con la pipa in bocca e la borsa dell'acqua calda sulla pancia. Parlava solo di giardinaggio e pesca d'altura. C'è voluto un po' perché si riprendesse.
Arrivati a Milano, noto con piacere che non è cambiato niente dall'ultima volta che ci siamo stati. Era ottobre, ora siamo in agosto, ma sembra che nessuno se ne sia accorto. La giunta comunale deve aver votato contro l'arrivo dell'estate e quindi il tempo è rimasto quello di quasi un anno fa. Fa solo un po' più caldo, ma sono sicuro che il sindaco prenderà provvedimenti a riguardo.
Suoniamo il citofono degli uffici dell'EA ed un energumeno vestito come in Onimusha (palandrana giapponese stile bushido e katana a tracolla) viene ad aprirci. Ha nello sguardo qualcosa che dice: " Se non siete quelli del sito vi taglio un mignolo a testa". Come riprova Breaker gli mostra una vecchia ferita di guerra che ha sotto il gomito destro (a 2 anni è caduto dal seggiolone) mentre io gli faccio vedere la cicatrice della lobotomia. E' sufficiente per farci entrare. Ci accoglie con calore Federico Marelli, Senior Product Manager dell'EA Italia, che ci fa accomodare nella stanza preparata apposta per l'occasione.