J.K. Rowling, l'autrice di Harry Potter, è stata accusata di transfobia per la pubblicazione di alcuni tweet in cui ha irriso una definizione di donna forse un po' troppo politicamente corretta. Il tutto è partito dall'articolo di Marni Sommer intitolato "Opinion: Creating a more equal post-COVID-19 world for people who menstruate" (trad. Opinione: creare un mondo post-COVID-19 più equo per la persone che hanno le mestruazioni) che la Rowling ha commentato con un certo sarcasmo "Persone con le mestruazioni. Sono certa che c'era una parola per definirle. Qualcuno mi aiuti. Donnole? Dandole? Dinnole?"
La battuta non è piaciuta alla comunità LGBTQ+ che l'ha considerata offensiva per le persone trans, provando a spiegare il perché alla scrittrice. In realtà la Rowling ha da tempo sposato l'ala del femminismo che trova assurda la negazione del sesso biologico operata dalla comunità LGBTQ+. Già in passato si era schierata a favore della ricercatrice Maya Forstater, licenziata proprio per aver affermato che non è possibile cambiare il proprio sesso biologico.
Comunque sia, questa volta la Rowling ha spiegato più in dettaglio la sua posizione, affermando di trovare assurdo che donne come lei, da sempre empatiche verso i trans e i loro problemi, siano considerate transfobiche perché ritengono che la sessualità sia una cosa reale. La Rowling ha quindi ribadito di rispettare i trans e di riconoscerne tutti i diritti, affermando che arriverebbe anche a marciare con loro se fossero discriminati per ciò che sono. "Allo stesso tempo la mia vita è stata determinata dal mio essere donna. Non credo che dirlo significhi odiare."