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Microsoft che compra Bethesda dimostra quanto il mercato dei tripla A sia incerto

L'acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft è la dimostrazione di quanto il mercato dei tripla A sia incerto, secondo Jeff Grubb di Venture Beat.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   23/09/2020

Per Jeff Grubb di Venture Beat, l'acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft ha dimostrato tra le altre cose quanto il mercato dei tripla A sia diventato incerto. Il ragionamento di Grubb è invero molto interessante e parte da una domanda essenziale: perché gli azionisti di un editore di videogiochi gigantesco, uno dei pochi a potersi permettere una conferenza all'E3 di Los Angeles quasi tutti gli anni, hanno sentito la necessità di vendere e fare cassa? Qual è il problema dell'industria dei videogiochi moderna?

La risposta secondo Grubb è che il settore dei giochi tripla A è sempre più difficile da affrontare e si è sempre a un flop dal fallimento. Il costo di produzione è cresciuto enormemente negli ultimi anni, superando i 100 milioni di dollari a prodotto, mentre i gusti del pubblico sono sempre più difficili da soddisfare, con ogni forma di insoddisfazione che si traduce in una vendita mancata o nel rimandare l'acquisto a un periodo di saldi.

Inoltre i giochi live service stanno saturando sempre più il mercato, occupando la maggior parte del tempo libero dei giocatori, che non sentono più il bisogno di acquistare giochi nuovi. "Su PlayStation 2 e su Xbox 360 un gioco "B" poteva riuscire a recuperare i soldi investiti. Oggi fa fatica ad attirare l'attenzione dei giocatori, tutta concentrata su ciò che è hot su Twitch." scrive argutamente Grubb, così molti publisher puntano su nuovi live service, che sembrano l'unica via di fuga praticabile, per provare a guadagnare soldi, saturando ancora di più l'offerta. Una soluzione potrebbe essere quella di lanciare un negozio proprietario staccandosi da quelli di terze parti, così da guadagnare di più dalle singole vendite, ma si tratta di una via davvero difficile da percorrere, in buona parte a causa della diffidenza dei giocatori e della fatica che fanno a distaccarsi dalle piattaforme già affermate.

Bethesda negli ultimi anni ha incontrato tutti questi problemi, con vendite sottotono per titoli quali Dishonored 2, The Evil Within 2 o Wolfenstein II: The New Colossus, con grossi problemi con un live service come Fallout 76 e con il rifiuto dei giocatori di acquistare i suoi prodotti direttamente dal suo negozio.

La verità, spiega Grubb, è che l'industria dei videogiochi sta cambiando, minacciando realtà consolidate durante gli anni precedenti come Bethesda, che hanno solo due strade davanti a loro: attuare un doloroso processo di cambiamento, adeguandosi al nuovo mercato con rivoluzioni strutturali e licenziamenti, oppure vendersi a realtà più grandi come Microsoft, che possono sfruttarle per potenziare i loro servizi, i quali hanno bisogno di un flusso costante di giochi.