Microsoft è pronta a integrare Grok nei suoi servizi cloud Azure AI Foundry, rafforzando la propria posizione come infrastruttura di riferimento per i modelli di intelligenza artificiale emergenti. Secondo quanto riportato da The Verge, l'azienda guidata da Satya Nadella avrebbe incaricato i propri ingegneri di preparare l'infrastruttura per accogliere Grok, il modello di AI sviluppato da xAI, la startup di Elon Musk.
La trattativa tra Microsoft e xAI sarebbe già in fase avanzata. Se l'accordo andrà in porto, Grok diventerà disponibile su Azure AI Foundry, la piattaforma che permette agli sviluppatori di accedere a modelli AI pre-addestrati, strumenti di sviluppo e servizi per creare agenti e applicazioni intelligenti. Grok potrebbe così essere utilizzato anche all'interno delle app Microsoft, proprio come già avviene con i modelli di OpenAI.
Satya Nadella scommette sull’AI multi-modello
Negli ultimi mesi, Microsoft ha accelerato l'integrazione di modelli provenienti da diversi laboratori AI, nonostante la storica partnership con OpenAI. Dopo il clamoroso successo di DeepSeek R1, l'azienda si è affrettata a renderlo disponibile su Azure, e ora potrebbe ripetersi con Grok. Secondo fonti interne, Nadella sta spingendo per fare di Azure l'hub preferenziale per i modelli AI più avanzati, puntando a diventare l'"operating system" di tutti gli agenti intelligenti.
Questa strategia è però tutt'altro che priva di rischi. Ospitare Grok potrebbe infatti inasprire le già tese relazioni con OpenAI. L'azienda di Sam Altman ha recentemente avviato una causa contro Elon Musk, accusandolo di voler ostacolare OpenAI con tattiche sleali. Allo stesso tempo, tra Microsoft e OpenAI sarebbero emersi dissidi su capacità infrastrutturale e roadmap dei modelli futuri.
Microsoft vuole diventare la piattaforma per l’intelligenza artificiale, anche senza OpenAI
Nonostante i legami profondi con OpenAI, Microsoft sta esplorando una strategia più indipendente, valutando anche di sviluppare modelli proprietari. Finora però, secondo alcune indiscrezioni, i tentativi interni guidati da Mustafa Suleyman (ex DeepMind) non avrebbero dato risultati brillanti. Ecco perché l'apertura a modelli esterni come Grok può rappresentare una mossa tattica per ridurre la dipendenza da OpenAI e differenziare l'offerta di Azure.
Grok, che negli ultimi mesi ha ottenuto una certa visibilità grazie all'integrazione su X (ex Twitter), potrebbe così espandersi anche nel mondo enterprise, entrando nella suite di strumenti disponibili per gli sviluppatori Microsoft. La mossa sarebbe in linea con l'obiettivo più ampio di Microsoft: fornire a clienti e partner una gamma diversificata di AI agent tra cui scegliere, proprio come avviene già su Copilot con modelli di OpenAI, Google e Anthropic.