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Quanti soldi fa perdere la pirateria al mercato dei videogiochi? Uno studio fornisce una possibile risposta

Un recente e interessante studio pubblicato dalla rivista Entertainment Computing ha cercato di quantificare la quantità di denaro che la pirateria fa perdere ai publisher.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   10/10/2024
Pirateria e videogiochi

La pirateria è un problema endemico nel mercato dei videogiochi per la maggior parte della sua storia, ma è difficile capire precisamente quanto questa influisca, quali danni faccia ovvero quanti soldi faccia perdere all'industria.

Un nuovo studio pubblicato dalla rivista Entertainment Computing, condotto dal ricercatore William Volckmann, si è basato sui dati raccolti intorno a Denuvo per fare una stima dei possibili danni economici arrecati dalla pirateria, sebbene ovviamente si tratti di elementi statistici proiettati su una realtà più ampia di quella direttamente rilevata.

Lo studio si basa su 86 giochi e confronta i dati di questi sul mercato, nelle fasi precedenti e successive all'uscita dei sistemi per crackare Denuvo, assumendoli dunque come esempi delle copie eventualmente "perse" dai publisher in assenza di un sistema di protezione dalla pirateria.

Uno studio incentrato su Denuvo

Lo studio di Volckmann esamina dunque 86 giochi usciti tra il 2014 e il 2022, mettendo a confronto le performance di questi sul mercato quando sono ancora protetti da un sistema anti-copia e quando invece si trovano anche scaricabili in maniera illegale, dopo la "rottura" del sistema di protezione, che in alcuni casi regge anche per alcuni mesi.

Lo schema che riassume l'andamento delle perdite di ricavo in base al tempo passato dal lancio al crack del sistema di DRM
Lo schema che riassume l'andamento delle perdite di ricavo in base al tempo passato dal lancio al crack del sistema di DRM

Lo studio presenta dati che sono difficili da applicare in maniera diretta, in quanto l'uscita dei crack non ha un andamento regolare e, quando avviene piuttosto distante dal lancio, tende a falsare il confronto in termini di vendite, visto che i giochi tendono a rendere economicamente molto di più nel primo periodo vicino all'uscita.

Andando più nel dettaglio, una stima approssimativa sulla quantità di denaro che un editore può aspettarsi di perdere da un crack di Denuvo nella prima settimana dopo l'uscita può ammontare a circa il 20% di entrate in meno rispetto a quelle che avrebbe ottenuto se il DRM fosse rimasto in vigore.

Il dato ovviamente cala con il passare del tempo: un crack che avviene sei settimane dopo l'uscita di un gioco costa solo il 5% delle entrate totali teoriche, mentre dopo 12 settimane, le nuove vendite sono così trascurabili che "gli sviluppatori potrebbero eventualmente rimuovere i sistemi DRM con perdite minime", cosa che spiega come mai questa operazione venga effettivamente effettuata dai publisher dopo alcuni mesi dal lancio.

In quest'ultimo caso, la rimozione può risultare anche positiva perché può attrarre acquirenti fortemente avversi all'uso di DRM e sistemi simili. I dati di Volckmann sono in linea con le dichiarazioni pubbliche che il produttore di Denuvo, Irdeto, ha rilasciato in merito all'utilità dell'uso di un DRM per proteggere la finestra post-lancio di un gioco.

"Non riteniamo che Denuvo Anti Tamper sia impenetrabile - nessuna soluzione antipirateria lo è", aveva dichiarato il vicepresidente delle vendite di Denuvo, Robert Hernandez, ad ArsTechnica nel 2017. "Tuttavia, il nostro obiettivo è quello di mantenere ogni titolo al sicuro dalla pirateria durante la cruciale finestra di vendita iniziale, quando vengono effettuate la maggior parte delle vendite".