51

Tfue: "Fortnite è un gioco per ragazzini che usano il controller", meglio Call of Duty: Warzone

Tfue per il momento è passato da Fortnite a Call of Duty: Warzone, il primo sarebbe un titolo pensato per ragazzini che giocano con il controller.

NOTIZIA di Simone Pettine   —   31/05/2020

Il pro player e streamer Tfue, il cui vero nome è Turner Ellis Tenney, adora finire al centro di polemiche e dibattiti che coinvolgano allo stesso tempo Fortnite Capitolo 2 o i principali videogiochi del momento. Una nuova dimostrazione è arrivata proprio nelle scorse ore, quando buona parte della community è stata assalita da un dubbio preciso: ma Tfue gioca ancora a Fortnite?

Tfue difatti ha smesso da qualche giorno di dedicarsi a streaming e video live che abbiano come oggetto principale il Battle Royale di Epic Games. Ma niente paura: non ha smesso di giocare a Fortnite; semplicemente, per il momento preferisce dedicarsi alla concorrenza, e cioè a Call of Duty: Warzone. "No, non ho smesso con Fortnite, penso solo che il gioco attualmente sia completamente sbilanciato, e volevo prendermi una pausa".

Pericolo scampato circa il suo abbandono, ma è qui che Tfue ha deciso di lanciare delle frecciatine ben precise: verso Fortnite, verso Epic Games, e verso parte dei giocatori. Non sarebbe neppure la prima volta: aveva già dichiarato che il gioco non ha niente a che fare con l'eSport e il mondo competitivo, del resto.

In seguito alle prime modifiche per la mira assistita da PC (che coinvolge i giocatori attivi su PC ma che utilizzano i controller per console) Tfue ha dichiarato: "la gente credeva che la mira assistita sarebbe stata nerfata! Fortnite è un gioco pensato per ragazzini che usano un controller".

Meglio Call of Duty: Warzone allora, almeno per il momento: Tfue non ha mai negato di apprezzare il Battle Royale di Activision più di tutte gli altri titoli di genere simile lanciati sul mercato negli ultimi due anni. Ma che ne sarà del suo futuro su Fortnite Battaglia Reale? Presto per dirlo: del resto tutte queste dichiarazioni, scelte e manifestazioni potrebbero rivelarsi l'ennesima "mossa commerciale". Il mondo di streamer e pro player, del resto, funziona anche in questo modo.