Tokihiro Naito, l'autore di Hydlide (1984), uno dei giochi di ruolo giapponesi più influenti di sempre, ha raccontato con tristezza su X le sue difficoltà di impiego da quando ha superato i 50 anni, collegandola alle discriminazioni degli ambienti lavorativi giapponesi verso le persone che hanno superato una certa età. Naito ha spiegato che ha faticato enormemente a trovare un impiego nel settore videoludico dopo i cinquanta, con la maggior parte dei rifiuti che menzionavano esplicitamente la sua età come motivo. Le poche aziende che gli hanno offerto un colloquio, ha spiegato, lo fecero solo per "avere l'occasione di incontrare Tokihiro Naito", non perché volevano assumerlo.
Troppo anziano?
Alla fine, solo grazie a contatti personali nel settore e a un colpo di fortuna, è riuscito a ottenere un posto di lavoro presso M2 Co. Ltd, dove attualmente lavora come director.
"Quando, a 50 anni, il mio datore di lavoro decise di non rinnovare il mio contratto, ero sul punto di restare disoccupato. Ho inviato quasi cento candidature, ma circa il 90% è stato respinto già alla fase di revisione dei documenti. La motivazione? L'età. Non si sono nemmeno presi la briga di guardare le mie competenze. Alcune aziende, addirittura, mi hanno convocato solo per il gusto di incontrare "Tokihiro Naito". Ovviamente senza alcuna intenzione di assumermi."
Vista la statura del personaggio, il post ha attirato l'attenzione di molti in Giappone, compresi degli ex colleghi di Naito all'epoca di T&E Soft, che hanno avuto esperienze discriminatorie simili. Tra questi, anche il veterano Hiromasa Iwasaki, che ha risposto a Naito:
"Dopo i 50 anni, le uniche aziende che ti concedono un colloquio indipendentemente dall'età sono, con poche eccezioni, studi stranieri.
Il progetto su cui sto lavorando ora l'ho ottenuto grazie a una conoscenza personale.
A dirla tutta, penso che in Giappone la discriminazione legata all'età sia enorme."
Secondo la testata Automaton-Media, il problema deriva dal fatto che in Giappone non esistono leggi o sanzioni esplicite contro la discriminazione per età da parte dei datori di lavoro e da una forte cultura aziendale basata sull'anzianità. Questo fa sì che molti dirigenti non vogliano assumere subordinati più anziani di loro, per motivi di gerarchia e convenzione sociale.