Si fa tanto parlare dei modi con cui i videogiochi possono narrare le loro storie. A ogni microscopico passo in avanti l'industria tutta urla al miracolo, con gente che si bagna pesantemente davanti all'ennesimo, maestoso quanto adolescenziale filmato in computer grafica spacciato per videogioco o all'ennesima sequenza scriptata infilata a forza in mezzo al gameplay, che quasi stupisce vedere com'è stato accolto Thirty Flights of Loving di Blendo Games, semplicemente uno dei migliori titoli narrativi finora realizzati.
Non è una questione di mezzi, giacché vi sarà abbastanza chiaro anche solo guardando le immagini che ci troviamo di fronte a una produzione piccolissima, senza nessuna pretesa di stupire con texture giganti, effetti speciali, sgozzamenti o elicotteri che cadono; ma è una questione di linguaggio, ovvero della capacità di sfruttare le peculiarità del medium videoludico per raccontare una storia, seppur brevissima.
Thirty Flights of Loving non ha sequenze filmate, non ha testo di supporto che spieghi quello che accade sullo schermo.
Si può interagire con diversi oggetti sparsi lungo l'arco narrativo, ottenendo piccoli dettagli niente male, ma non si può morire. La trama inizia e si conclude nel giro di pochi minuti. Noi ce ne abbiamo messi circa quattordici alla prima partita completa. È probabile che molti avranno difficoltà a chiamarlo videogioco, ma è sinceramente arduo tentare di associarlo a qualsiasi altro medium. Eppure come non rimanere affascinati da un uso così sapiente dei flashback e del montaggio di sequenze giocate per creare una narrazione spiraliforme che conduce fino al gran finale? Come rimanere insensibili di fronte a uno dei migliori racconti espressi in forma videoludica?
Le Alternative
Se vi interessano titoli come Thirty Flights of Loving, chiamiamoli pure art games, allora non potete perdervi l'altrettanto sperimentale Dear Esther (link), in cui si percorre a piedi un'isola leggendo le lettere e i testi scritti dal protagonista, cercando di decifrarne la storia. Andando un po' più indietro, non possiamo non segnalarvi The Path dei Tale of Tales (link), che sfrutta la favola di Cappuccetto Rosso per raccontare una storia sulla crescita e la fine dell'innocenza. Infine, date pure una possibilità a The Void (link) di Ice-Pick Lodge, titolo complesso quanto affascinante e introspettivo che ormai si trova a prezzi stracciati un po' ovunque, negozi online e non.
Non quello che racconti, come lo racconti
I tragici greci lo sapevano bene che non è tanto ciò che racconti a fare una storia, ma il come lo racconti. Thirty Flights of Loving non ha una trama particolarmente originale o elaborata. Possiamo riassumerla in poche frasi: un furto andato male con susseguente e drammatico tentativo di fuga dei tre che l'hanno organizzato. Poi parte il gioco e ci si trova a muovere il protagonista con visuale in prima persona, con i classici controlli WASD, quindi si avanza spediti in un montaggio di sequenze che svelano i fatti con un tocco delicato, lasciando al giocatore il gusto di mettere insieme i pezzi delle diverse parti per ricomporre il tessuto narrativo complessivo. Si parte dal passato, poi in modo naturale si vive il presente, quindi si torna al passato. Piano piano l'intreccio si schiarisce, ma mai fino in fondo. Come fruitori siamo solo testimoni del racconto, che viene arricchito dai numerosi dettagli rivelati esaminando i diversi scenari. Ci sono armi da fuoco, ma non si spara un colpo, almeno direttamente. Nei pochi minuti che dura c'è veramente tutto: morte, amore, sesso, amicizia e disperazione. Un affresco completo. Non manca un pizzico d'ironia, data soprattutto dalla scelta di creare personaggi cubici ma particolarmente espressivi (scelta già fatta da Blendo Games nel precedente titolo della stessa serie di cui fa parte Thirty Flights of Loving, ovvero Gravity Bones), scelta intelligente quanto utile per mascherare gli espliciti limiti produttivi (non è sapienza narrativa anche questa?).
Molti si potranno lamentare del fatto che è molto corto. È vero, ma se cercate un prodotto longevo che tenga impegnati per ore e ore, magari a raccogliere oggetti tutti uguali uccidendo mostri tutti uguali, solo per aumentare il DPS, allora state lontani da Thirty Flights of Loving. Se vogliamo dargli per forza una definizione, intendiamolo come un racconto videoludico breve sperimentale, qualcosa che si può amare solo se si è curiosi di capire fin dove possano spingersi i videogiochi nel narrare. Se non ci si concentra su questo aspetto si rischia di generare le solite chiacchiere sul nulla. Quelle lasciamole esclusive per i tripla A, suvvia.
Conclusioni
Thirty Flights of Loving non esiste al di fuori della storia che racconta e della tecnica impiegata per farlo. Ovviamente dovete avere ben chiaro cosa si andrà a installare nell'hard disk spendendo i cinque euro del prezzo: un racconto diretto in modo magistrale che dura una manciata di minuti. Insomma, non è un prodotto per tutti, fatto di cui l'autore è consapevole, ma solo per gli amanti della sperimentazione pura. Gli altri possono pure ignorarlo, magari evitando di venirci a dire cosa sia videogioco e cosa no.
PRO
- Le tecniche narrative utilizzate sono eccezionali
- Nessuna sequenza filmata invasiva
CONTRO
- Alcuni non lo digeriranno
- Chi non lo digerisce può sempre ricorre al Guttalax
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
- RAM: 4 GB
- Scheda video: GeForce GTX 560 Ti OC
- Sistema operativo: Windows Vista 32 bit
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP/Vista/7
- Processore: 1GHz
- RAM: 512 MB
- Scheda video: 60MB OpenGL-compatible
- Spazio su disco: 90MB